Marchesa Giuseppina Raimondi
(Fino Mornasco, 17 marzo 1841 – 1918)
era la figlia illegittima ma riconosciuta del Marchese Giorgio Raimondi;
fu la seconda moglie di Giuseppe Garibaldi, ripudiata al termine
della cerimonia nuziale per un presunto tradimento.
Conobbe il condottiero nel 1859, durante le campagne della seconda guerra di indipendenza nel comasco, conquistando l'interesse del generale. Si sposarono il 16 gennaio 1860 a Fino Mornasco; lo stesso giorno Garibaldi scoprirà delle presunte storie d'amore della marchesina, proseguite fino a pochi giorni dalle nozze. Questa fu la motivazione, presentata dall'avvocato di Garibaldi, il giurista Pasquale Stanislao Mancini, per l'annullamento del matrimonio, avvenuto nel 1880, che permise al generale di unirsi in matrimonio con la terza moglie, Francesca Armosino. Giuseppina pochi mesi prima del matrimonio con Garibaldi si era legata sentimentalmente al giovane bergamasco Luigi Caroli (1834-1865) dal quale aspettava un figlio (che nacque morto); seguì Caroli in Polonia nel tentativo di portare gli ideali patriottici anche in quello stato. All’insofferenza di lei, la meno innamorata dei due, si aggiunse la smania di "Gigio" di essere accettato nella spedizione dei Mille. Infatti nonostante tutto il giovane s’illudeva di poter combattere agli ordini di Garibaldi che, ovviamente, di lui non ne volle mai sapere. Deluso nei suoi sogni d’amore e di gloria, Caroli finì male: dopo aver seguito Francesco Nullo nella spedizione in aiuto della Polonia (1863) venne catturato dai Russi e fu spedito in Siberia dove presto si spense (1865). Anche dalla prigionia continuava a scrivere alla sua amata Giuseppina. Giuseppina, dopo l'annullamento del matrimonio da Garibaldi (1879) si sposò nel 1880 con il patriota e avvocato Lodovico Mancini (suo cognato) dal quale ebbe un'unica figlia, Nina Mancini. La famiglia si estinse in quanto non rimasero eredi maschi e anche le figlie o non ne ebbero o partorirono femmine. L´ultima discendente fu la nipote preferita di donna Giuseppina, Lina Mancini che morì nel 1963. Finì così la stirpe di Raimundi il Franco, prode e leggendario cavaliere di Carlo Magno.