Minuetto suona per noi, la mia mente non si ferma mai.
Io non so l'amore vero che sorriso ha... Pensieri vanno e vengono, la vita è così...
“Siamo pervase dalla nostalgia per l’antica natura selvaggia. Pochi sono gli antidoti autorizzati a questo struggimento. Ci hanno insegnato a vergognarci di un simile desiderio. Ci siamo lasciate crescere i capelli e li abbiamo usati per nascondere i sentimenti ma l’ombra della Donna Selvaggia ancora si appiatta dietro di noi, nei nostri giorni, nelle nostre notti. Ovunque e sempre, l’ombra che ci trotterella dietro va indubbiamente a quattro zampe”. -C.P. Estés-
"... fatto sta che le donne hanno imparato sulla propria pelle a inghiottire le lacrime, ecco perché diciamo... Tanto piangono quanto ridono, ma non è vero, in genere stanno piangendo dentro"
un saggio meraviglioso ricco di metafore, riferimenti alla psicologia e al mito, a favole più o meno conosciute lo consiglio ad ogni donna che ha smarrito il suo sentire,
ritengo che siamo bellissime tutte e che dobbiamo ritrovarci. la nostra anima va alimentata e coccolata, ma prima va ritrovata.
Da leggere sempre e da rileggere.
E' un libro ricco di metafore, riferimenti alla psicologia e al mito, a favole più o meno conosciute,
Per me è stato un libro illuminante.
comunicare alla propria donna amata,a se stesso.
Un'esigenza struggente che spinge un uomo,
tagliato fuori dalla "canonica" modernità,
ad amare con la stessa intensità la donna perduta,
scomparsa per sempre,
attraverso un breve ma ricco epistolario racchiuso in una fredda bottiglia.
L'esigenza di comunicazione interrotta bruscamente
dagli eventi della "vita" trova risposta nella soggettiva parola.
Credere di ritrovare ciò che si è perduto?
cercare il calore dell'affetto, le certezze rassicuranti esprimendo
il proprio grido di dolore ingiustamente soffocato.
E quale destinatario piu' idoneo dell'immenso oceano
loquace nel suo silenzio,caldo nella sua freddezza?
Ed ecco che il dramma privato diventa di dominio pubblico
allorquando una bottiglia dal sapore antico viene trovata
da una donna "metropolitana".
Sboccia una pulita storia d'amore potenzialmente intensissima
ma continuamente condizionata
dall'eterea donna amata che esercita la sua sottile influenza.
E proprio quando la morte soccombe dinnanzi alla vita,
A A Chi sorriderò se non ha te a chi se tu tu non sei piu qui ormai e finita e finita tra di noi ma forse un pò della mia vita e rimasta negli occhi tuoi A A Chi io parlerò se no ha te a chi racconterò tutti i sogni miei lo sai ma fatto male lasciandomi soolo così ma non importa io ti aspetterò A A Chi io parlerò se non ha te a chi racconterò tutti i sogni miei lo sai ma fatto male lasciandomi soolo così ma non importa io ti aspetterò io ti aspetterò
Il romanzo si presenta come la confessione di Zeno Cosini, scritta per aiutare il suo psicanalista a curarlo. La narrazione, svolta in prima persona, si articola in alcuni punti fondamentali fra cui la morte del padre, il fumo, e il rapporto con la moglie. Non segue un ordine cronologico ma piuttosto un ordine dettato dai rapporti logici e analogici tra gli episodi ricordati. La "malattia" di Zeno gli impedisce di identificarsi con il mondo normale. Egli prende tuttavia coscienza di queste sue imperfezioni; per questo è ben lieto di modificare le proprie esperienze. Gli altri uomini, invece, convinti di essere perfetti, restano cristallizzati in una condizione di immutabilità, ovvero negano ogni possibile miglioramento. Il processo di guarigione del protagonista si baserà quindi in buona parte su una presa di coscienza nei confronti della propria personalità e si realizzerà nell'accettazione dei propri limiti. Particolarmente interessante è la concezione che Zeno ha di sé a confronto con gli altri personaggi (le tre sorelle, il padre, Guido Speier, Enrico Copler...): egli sa di essere malato e considera gli altri "sani", ma proprio perché questi ultimi sanno di esser "normali" tendono a rimanere cristallizzati nel loro stato, mentre Zeno, inquieto, si considera un inetto e per questo è disposto al cambiamento e a sperimentare "nuove forme di esistenza". Sulla base di questa convinzione egli finisce col ribaltare il rapporto tra sanità e malattia: l'inettitudine si configura come una condizione aperta, disponibile ad ogni forma di sviluppo; e di conseguenza la sanità si riduce ad un difetto, l'immutabilità.
La vicenda riassume la vita di due persone segregate in casa dal fascismo: Antonietta, madre di sei figli, sposata a un impiegato statale fascista, e Gabriele, un radiocronista omosessuale epurato per il suo orientamento sessuale.I due si conoscono e si amano in una "giornata particolare", quella dell'arrivo di Hitler a Roma prima della seconda guerra mondiale, nella quale tutti gli abitanti del palazzo dei due protagonisti sono andati alla grande manifestazione fascista. Si incontrano, si conoscono, diversi, uniti solo dalla solitudine delle loro anime, lei perché non ha altra identità che quella di madre vessata dal marito, lui perché dovrà lasciare l'uomo che ama. Un fugace e casuale atto di sesso sarà per l'una una scoperta di scelta, per l'altro una mera parentesi. La giornata volge al termine e tutto si ricompone, bussano alla porta di Gabriele per portarlo al confino, torna la famiglia vociante, tutto sotto gli occhi indiscreti della portiera.