poeta
e cantautore cileno impegnato per i diritti sociali, nato nel 1933, fu
ucciso nel famigerato stadio di Santiago nel 1973, durante il colpo di
stato militare.
Gli furono troncate le mani dagli aguzzini, perché non
potesse più accompagnare con la chitarra i suoi canti di libertà…
Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno Quando il fratello disse all’altro fratello: «Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue Salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Generale, il tuo carro armato è una macchina potente. Spiana un bosco e sfracella cento uomini. Ma ha un difetto: ha bisogno di un carrista. Generale il tuo bombardiere è potente. Vola più rapido di una tempesta e porta più di un elefante. Ma ha un difetto: ha bisogno di un meccanico. Generale, l'uomo fa di tutto. Può volare e può uccidere. Ma ha un difetto: può pensare.
(B. B.)
una poesia rivolta a coloro che sono al potere che dettano le sorti di moltissimi uomini.
una poesia di speranza per l’Uomo ed il suo futuro
Andrò in giro per le strade sorridendo, finché gli altri diranno:- è pazzo! E mi fermerò soprattutto Coi bambini a giocare in periferia, poi lascerò un fiore ad ogni finestra e saluterò chiunque incontrerò per via, stringendogli la mano. E poi suonerò con le mie mani le campane della torre a più riprese finché sarò esausto, e dirò a tutti:PACE! Ma lo dirò in silenzio e solo con un sorriso, ma tutti capiranno.
Avevo una scatola di colori brillanti, decisi, vivi. Avevo una scatola di colori, alcuni caldi, altri molto freddi. Non avevo il rosso per il sangue dei feriti. Non avevo il nero per il pianto degli orfani. Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti. Non avevo il giallo per la sabbia ardente, ma avevo l'arancio per la gioia della vita, e il verde per i germogli e i nidi, e il celeste dei chiari cieli splendenti, e il rosa per i sogni e il riposo. Mi sono seduta e ho dipinto la pace.