IL CIRANO DI GUCCINI
CIRANO
(NON CYRANO PER SCELTA LINGUISTICA DI GUCCINI)
E’ UNA CANZONE DI "RABBIA"… DI PROTESTA….
MA ANCHE D’AMORE…
E CHE FINISCE MEGLIO DELLA STORIA DEL CYRANO VERO…
Per comprendere il testo della canzone occorre precisare chi sia Cirano.
"Cirano" è la forma grafica che Guccini adotta per "Cyrano", ovvero Cyrano de Bergerac (1619-1655), scrittore e moralista del Seicento, reso celebre dalla commedia dedicatagli nel 1897 da Edmond Rostand, da cui Guccini ha derivato molti tratti (e molti versi) per il suo personaggio.
Effettivamente, in gioventù, Cyrano fu cadetto di Guascogna e divenne famoso per il suo carattere stravagante e rissoso, che lo rese protagonista di molti duelli.
Lasciata la carriera delle armi, si dedicò alla letteratura e alla meditazione, divenendo allievo assiduo del filosofo Gassendi, presso il quale conobbe Molière e altri intellettuali. Non perse tuttavia il suo spirito aggressivo e si fece molti nemici, soprattutto fra i potenti, che egli avversò sempre.
Cyrano/Guccini/Cirano è in definitiva "colui che non piega la testa davanti al potere [...] anche se sa che da sempre il potere schiaccia le rivolte di popolo e individuali.
Ma tutto ciò non importa, perché la cosa veramente importante è il fatto di essere coerenti, di lottare con la forza dell’intelligenza e del sapere contro la stupidità e l’ignoranza, il poter dire alla fine: non ho sofferto invano. [...]
Cirano è la rivolta contro il potere, ma Cirano è anche la sua solitudine esistenziale, la sua bruttezza, il suo naso deforme, è anche cioè la storia d’amore impossibile per i dogmi e i canoni estetici e ideologici ieri e oggi imperanti"
[P. Jachia, cit., pp. 177-178].
QUESTO E' IL TESTO
PER CHI VUOL LEGGERLO CON CALMA
CIRANO
“Venite pure avanti voi, con il naso corto
signori imbellettati, io più non vi sopporto
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio
perché con questa spada vi uccido quando voglio
Venite pure avanti, poeti sgangherati
inutili cantanti di giorni sciagurati
buffoni che campate di versi senza forza
avrete soldi e gloria, ma non avete scorza
Godetevi il successo, godete finchè dura
che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse
col ghigno e l’ignoranza dei primi della classe
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna
però non la sopporto la gente che non sogna
gli orpelli, l’arrivismo, all’amo non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco
io non perdono, non perdono e tocco
Facciamola finita, venite tutti avanti
nuovi protagonisti, politici rampanti
venite portaborse, ruffiani, mezzecalze
feroci conduttori di trasmissione false
Che avete spesso fatto del qualunquismo un’arte
coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese
in questo benedetto, assurdo belpaese
Non me ne frega niente se anche io sono sbagliato
spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato
coi furbi e prepotenti da sempre mi balocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco
io non perdono, non perdono e tocco
Ma quando sono solo, con questo naso al piede
e almeno di mezz’ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia, ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore
Non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute
per colpa o per destino, le donne le ho perdute
e quando sento il peso d’essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo, e scrivendo mi consolo
Ma dentro di me sento che il grande amore esiste
amo senza peccato, amo ma sono triste
perché Rossana è bella, siamo così diversi
a parlarle non riesco, le scriverò dei versi
e parlerò coi versi
Venite gente vuota, facciamola finita
voi preti che vendete a tutti un’altra vita
se c’è come voi dite un Dio nell’infinito
guardatevi nel cuore, l’avete già tradito
E voi materialisti col vostro chiodo fisso
che Dio è morto e l’uomo è solo in questo abisso
le verità cercate per terra da maiali
tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali
Tornate a casa nani, levatevi davanti
per la mia rabbia enorme mi servono giganti
ai dogmi e pregiudizi da sempre non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco
io non perdono, non perdono e tocco
Io tocco i miei nemici col naso e con la spada
ma in questa vita, oggi, non trovo più la strada
non voglio rassegnarmi ad essere cattivo
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo
Deve esserci lo sento, in terra, in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto
non ridere, ti prego, di queste mie parole
io sono solo un’ombra e tu Rossana il sole
Ma tu lo so non ridi, dolcissima signora
Ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano
se mi ami come sono, per sempre tuo
per sempre tuo, per sempre tuo Cyrano”
MA ORA ASCOLTIAMOLA…
CIAO DA TONY KOSPAN
IL TUO SALOTTO CULTURALE…E NON SOLO ?
TONY KOSPAN