Figlia di Giovanni Fantastici (un gioielliere fiorentino) e della poetessa Fortunata Sulgher di Livorno fin da bambina frequentava salotti letterari dove incontrò, fra gli altri, anche Vittorio Alfieri che fu prodigo di consigli. Sua sorella, Isabella Fantastici, scrittrice, sposò a Venezia Giovanni Battista Kiriaki (Regio Procuratore e giudice a Vicenza): la figlia Luisa, fu apprezzata scrittrice veneziana. Studiò al collegio fiorentino di Sant'Agata, lasciò gli studi a sedici anni per sposarsi, nel 1805, con il nobile Luigi Rosellini , segretario personale di Maria Luisa di Borbone-Spagna, regina d'Etruria. Molto appassionata nel disegno, nella pittura e nell'arte di miniare dovette presto abbandonarla per lievi difficoltà alla vista e si occupò solo di letteratura. Nei salotti fiorentini incontrò, Ugo Foscolo, l'abate Pietro Bagnoli (autore del Cadmo e dell'Orlando Savio, toscano, professore di lettere greche e latine all'Università di Pisa). Ebbe come figlie Luisa, Giulia, Enrichetta, Amalia e il giovane Eugenio, morto prematuramente a 15 anni. La figlia Luisa Rosellini sposò Francesco Ricca (pittore ,incisore ,nobile del Piemonte). Luisa diede il cognome del padre al primogenito Giuseppe Ricca Rosellini (esperto d'agraria e ispettore del Ministero dell'Agricoltura); i fratelli e le sorelle di Giuseppe, Augusto, Tito, Pericle e Suor Massimina (Figlia della Carità) portarono il solo cognome Ricca. A undici anni Massimina Fantastici era entrata nel conservatorio di S. Agata a Firenze. Scrisse, negli anni successivi al matrimonio, le odi Per bellissima giovane pistoiese (dedicata ad Alessandra Rospigliosi) e In morte di Labindo (cioè del poeta Giovanni Fantoni), pubblicate a Parma nel 1809. Il marito nel 1808 era caduto in disgrazia e, dopo aver venduto i gioielli di famiglia, iniziò a dare lezioni privatamente. Nel 1810 Massimina comincia il poemetto Cefalo e Procri (pubblicato nel 1835). L'opera viene letta, apprezzata e postillata da Ugo Foscolo. Del 1812 sono i versi nella raccolta Per la Venere italica scolpita da Antonio Canova, comprendente testi di altri undici poeti, uno dei risultati più interessanti del neoclassicismo dell'epoca. Molto attiva nella vita letteraria fiorentina, è iscritta, a partire dal 1807 sino al 1852, a molte accademie e frequenta abitualmente il salotto di Luisa di Stolberg-Gedern Contessa d'Albany, a Palazzo Gianfigliazzi, dove conosce in gioventù, appunto, Ugo Foscolo, a cui sottopone spesso i suoi scritti e al quale resterà legata da stima e amicizia. Il Foscolo, fra l'altro, della poetessa scrisse:
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« La Massimina mi s'è fatta - e il torto è mio tutto - più amica che amante; s'io ora volessi ch'ella sospirasse... » |
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(Ugo Foscolo, Epistolario volume 17)
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La Fantastici si occupa anche dell'educazione delle figlie, alle quali dedica cinque commedie intitolate Commedie pei fanciulli. Il libro ha un grande successo: ottiene cinque edizioni in sette anni e porta a Massimina la fama di grande educatrice. Seguono, nel 1837, le Letture pei fanciulli dai quattro ai dieci anni e le Commedie per l'Adolescenza. In queste commedie, rivolte ai giovani. Nel 1838 Massimina scrive la tragedia I Pargi, sui fatti di Parga cantati anche da Giovanni Berchet. Nel 1843 pubblica la sua opera più famosa, il poema in ottave Amerigo, lodato anche da Silvio Pellico, nel quale narra, in venti canti, l'impresa di Amerigo Vespucci. Due anni dopo la pubblicazione dell'Amerigo l'Accademia Tiberina volle insignirla di una medaglia d'argento. Nel 1845 ottiene un importante successo con il dramma Il compare, dove racconta la seduzione di una contadina da parte di un conte, e che pubblica con lo pseudonimo Attilio Trotti, per volere espresso del marito, il libro andò a ruba e fu pubblicato in tre successive edizioni. Nel gennaio del 1946, morto il marito Luigi Rosellini, si trasferisce a Pisa e rinuncia al suo impegno decennale di ispettrice degli asili infantili. La serie degli scritti didattici è conclusa dal racconto Guglielmo Wismar pubblicato nel 1853. per illustrare i riti della religione cattolica. Massimina Fantastici Rosellini, muore a Lucca: è sepolta a Firenze, nella Basilica di San Miniato al Monte. Il sepolcro si trova nella navata di sinistra. Sul pavimento, all'altezza della seconda colonna, si può osservare la lapide che reca, nell'angolo in alto a sinistra, il numero 53. Per onorare la sua morte, il Municipio di Firenze le dedicò il nome di una scuola.