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IL TEMA POETICO DELLA DOMENICA: I ricordi, in poesia immagini riflessioni
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Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: primula46  (Mensaje original) Enviado: 10/09/2011 13:38
 

 Il tema poetico e non di questa domenica sono









A volte, con mio grande disappunto, riaffiorano con prepotenza e senza alcun controllo, i ricordi più brutti, quelli che cerco di dimenticare o almeno ridimensionare, senza successo. Capita nei momenti più disparati, mentre lavoro, mentre guardo la tv, prima di dormire, terribili attimi di vita vissuta emergono senza nessun apparente nesso, e quasi in modo masochistico mi immergo totalmente in essi. Ne esco dolente e alla ricerca spasmodica di ricordi belli che, per mia fortuna superano di gran lunga quelli brutti. Anche i ricordi belli affiorano piacevolmente a volte senza motivo, o vivendo un'esperienza che li riporta alla mente. Non so se capiti anche a voi, ma non sarebbe bello poter cancellare quelli brutti, come i segni su di una lavagna? So però che non sarebbe giusto perché anche quelli fanno parte di noi, e siamo quello che siamo anche grazie o per colpa di quelle esperienze. Ogni avvenimento della nostra vita ci ha formato e a volte proprio quelli spiacevoli hanno, se pur con dolore, contribuito alla nostra crescita interiore.




A volte basta un attimo per scordare una vita,
ma a volte non basta una vita per scordare un attimo.

Jim Morrison



La vita non è quella che si è vissuta,
ma quella che si ricorda
e come la si ricorda per raccontarla.

Gabriel Garcia Marquez



E' più facile dare un bacio che dimenticarlo
Anonimo



Sogno

Il mare ha i suoi riflessi
la primavera i colori promessi.

Sogno , ricordi la vita?

Carlo Bramanti






PAURA DEI MIEI RICORDI
Francesco Gheza


In alcuni anni appena trascorsi
ho avuto paura dei miei stessi ricordi;
ora senza timore li osservo sereno,
perché non m'opprime l'ansia interiore.

Anche solo il ricordo in attento pensiero,
pur solo l'immagine verso fulgide mete
turbavano forte la mia vita corrente:
angustia m'offriva la meta stroncata.

Rifugio mi era nel rimorso assopito
affrettarmi alla sera nel sonno precoce,
sperando clemenza nel giorno futuro,
rigettando pensieri ancora struggenti.

Ora senza l'assillo li riporto a me stesso
perché scaduta è la pena ad essi legata.










Ricordi che rodono dentro.
Francesco Merlo


Ricordi che rodono dentro,
parole dette, parole dimenticate.
Promesse fatte, promesse tradite.

Ricordi che rodono dentro.
Carezze, baci, sospiri.
Amore eterno, Amore finito.

Solo resta l'Amore bambino,
che crescer non può.
Viziato, amato, cullato, futuro non ha.
Si nutre di sguardi rubati, passioni represse,
di baci e carezze furtivi: futuro non ha.

Rimpianti, dolore, passione e furore.
Ricordi che rodono dentro.

Altri giorni verranno,
ma l'Amore bambino
futuro non ha.










IL PAESE DEL CUORE

Domenico Bertuccelli


Lo sguardo è lassù, dove sale la nebbia
che lasciando la valle, sfiora i castagni,
sì forti, imponenti, chinanti le chiome
al soffio leggero di brezza autunnale.

Il cuore galoppa e il passo si affretta
mi inerpico, arranco lungo i sentieri,
tra querce frondose ed obliati ricordi
dei béi tempi remoti, di anni fulgenti.

Dal fitto del bosco il paese intravedo
mi fermo incantato, col fiato sospeso.
Col cuore in gola, lo sguardo carezza
quei tetti, quei muri, e l' erte stradine.

Con passo felpato, dietro siepi di mirto
spio muto e silente quasi a non destare
il sì calmo borgo adagiato a dormiente,
lambito dal voltèggio di foglie ingiallite.

Riparto in silenzio, come sono arrivato
col cuore già gonfio di un nuovo passato,
la grigia bruma, salente dal fondo valle
confonde di nuovo i sentieri e i ricordi.








HO SEMPRE PENSATO
Bartolomeo Di Monaco


Ho sempre pensato che fosse amore
quello che sento per te,
anche quel giorno che mi gridasti
di andarmene via
e la mia fantasia
ti tenne stretta a me.
Ti immaginavo per quella foresta,
ricordi?
che abbiamo sognato insieme
molte volte
e là ci dicevamo
le parole impossibili,
così dolci,
così leggere,
che non si trovano qui da noi
e tu mi capivi
ed io ti sentivo parlare
nel silenzio.
Su noi scendeva l'odore
delle foglie bagnate
e tu correvi via
perché t'inseguissi.
Ricordi?
Non ti raggiungevo mai
e tu dovevi aspettarmi
sebbene fossi leggero e veloce.
Pensavamo ai nostri figli,
di averli non qui sulla Terra
dove c'è rumore,
ma lassù nel bosco,
dove l'usignolo
li avrebbe addormentati
per noi
e divenuti grandi
nulla del nostro mondo
quaggiù
avrebbero saputo.
Ho sempre pensato che fosse amore
quello che sento per te,
anche quando mi gridasti
che ti facevo soffrire
ed io sapevo
ch'era solo un istante
della mia debolezza.
Ricordi?
le volte che ci siamo amati,
tenuti per mano in silenzio
su quel sentiero
così lontano da qui
ma che solo noi
possiamo trovare nel cuore.
Oh, non c'è dolore
che possa farti dimenticare,
nulla può cambiare
ciò che sarà sempre tra noi.
Ricordi?
Ridevi
e mentre correvi
ti voltavi a guardare
ed io non sapevo raggiungerti
sebbene fossi leggero e veloce.
Quella tua allegria
la porto con me
ormai per sempre;
sei la mia vita,
gli occhi, il sorriso,
l'anima mia.
Lo sento qui dentro
e porto il tuo volto
impresso nel mio,
le tue parole sulla mia bocca.
Ricordi?
C'è una foresta lassù
dove viviamo solo noi;
in ogni ora, in ogni istante
siamo sempre insieme.

9 aprile 1988









Colloquio sentimentale

Paul Verlaine

Nel vecchio parco gelido e deserto
sono appena passate due forme.

Hanno occhi morti, e labbra molli,
e le loro parole si odono a stento.

Nel vecchio parco gelido e deserto
due spettri hanno evocato il passato.

- Ricordi la nostra estasi d'allora?
- E perché vuoi che la ricordi?

- Batte ancora il tuo cuore solo a udire il mio nome?
Ancora vedi in sogno la mia anima? - No.

- Ah, i bei giorni d'indicibile felicità
quando univamo le nostre bocche! - Può darsi.

- Com'era azzurro il cielo, e grande la speranza!
- Vinta, fuggì la speranza, nel cielo nero.

Andavano così tra l'avena selvatica,
e le loro parole le udì solo la notte.









Lavagna
Felice Mastroianni

È strano che un paese
si porti nel ricordo
con la prima lavagna
(odore di mucca,
freschi occhi di gelso al davanzale),
ma un paese della mia terra
ha il volto disseccato
d'una lavagna, e la cimosa è un vento:
voce tra tante
d'acque e di terra,
linguaggio paesano
cui facemmo l'orecchio
per tante stirpi pazienti.
S'impasta con lagrime
alla madia e al tornio,
s'adagia nel respiro
di veglie senza tempo,
quando mordono fondi i ricordi
coi latrati notturni dalle serre,
e s'appiatta
con la nebbia serale
al fondo del torrente.
Un paese di Calabria
è come un lavagna:
un vento cancella,
lèviga come l'aie al mattino.
Ai ritorni, altri visi:
tenui linee di gesso.
Senti che sopravvivi,
ogni volta più solo,
un po' estraneo a te stesso.









Con l'augurio di una felice domenica
e di uno scrigno colmo di magnifici ricordi.

Grazia







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Respuesta  Mensaje 2 de 2 en el tema 
De: Lietta V Enviado: 10/09/2011 15:45

Il tema poetico e non di questa domenica sono






Nessuno come Leopardi,ha saputo rivestire di liriche immagini il tema dei ricordi.


Il ricordo – come l’illusione e come il sogno – esalta la contemporanea presenza, nell’animo umano

del dolore e del piacere, i quali, pur non conciliandosi, sembrano confondersi nell’alternanza in un unico sentimento

che esprime la condizione esistenziale dell’uomo.

.


In me il tuo ricordo


In me il tuo ricordo è un fruscio
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l'altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull'estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d'anime che se ne vanno.

E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.


poesia sui ricordi di Vittorio Sereni


L'arca

La tempesta di primavera ha sconvolto

l'ombrello del salice

al turbine d'aprile

s'è impigliato nell'orto il vello d'oro

che nasconde i miei morti,

i miei cani fidati, le mie vecchie

serve- quanti da allora

(quando il salce era biondo e io ne stroncavo

le anella con la fionda) son calati,

vivi, nel trabocchetto. La tempesta

certo li riunirà sotto quel tetto

di prima, ma lontano, più lontano

di questa terra folgorata dove

bollono calce e sangue nell'impronta

del piede umano. Fuma il ramaiolo

in cucina, un suo tondo di riflessi

accentra i volti ossuti, i musi aguzzi

e li protegge in fondo la magnolia

se un soffio ve la getta. La tempesta

primaverile scuote d'un latrato

di fedeltà la mia arca, o perduti.

Montale

UN RICORDO

Non dormo. Vedo una strada, un boschetto,
che sul mio cuore come un’ansia preme;
dove si andava, per star soli e insieme,
io e un altro ragazzetto.
Era la
Pasqua; i riti lunghi e strani
dei vecchi. E se non mi volesse bene
– pensavo – e non venisse più domani?
E domani non venne. Fu un dolore,
uno spasimo verso la sera;
che un’amicizia (seppi poi) non era,
era quello un amore;

il primo; e quale e che felicità
n’ebbi, tra i colli e il mare di Trieste.
Ma perché non dormire, oggi, con queste
storie di, credo, quindici anni fa?

Umberto Saba

Scusami,cara Grazia ,se ho usato il tuo sfondo...

Buona Domenica a tutti

Lia


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