Alessandra (o Alessandrina) Drudi nacque a Cotignola (RA). In seguito alle modeste condizioni economiche della sua famiglia, fu affidata alle cure benevoli delle suore del Collegio Don Morelli della vicina Lugo, dove poté studiare e dove mostrò di avere una bellissima voce. Grazie ad una pubblica sottoscrizione promossa dal sindaco di Cotignola, la giovinetta poté iscriversi al Conservatorio di Bologna. Esordì sulle scene il 2 settembre 1899, al Teatro Rossini di Lugo, interpretando la parte di Mimì ne La bohème di Puccini. La sua carriera si sviluppò soprattutto nella lirica minore, dopo che nel 1907 prese la decisione di passare all'operetta, trionfando ne "La Mascotte". Grazie alla voce squillante e alle notevoli doti artistiche (era tra l'altro una donna affascinante, bellissima, seducente) ottenne grandi successi ed entusiastici apprezzamenti. Il nome d'arte di Gea della Garisenda, nome con cui è più conosciuta ancora oggi, le fu dato da d'Annunzio, per ricollegarla alla sua terra d'origine (l'Emilia-Romagna). Il suo più grande successo lo ebbe nel 1911, quando, al Teatro Balbo di Torino, l'8 settembre, lanciò l'inno patriottico A Tripoli, che successivamente divenne notissimo con il primo verso della strofa, Tripoli bel suol d'amore. In quell'occasione sembra sia comparsa sul palcoscenico vestita unicamente del tricolore, cosa scandalosa per l'epoca. La canzone le procurò tanta fama che il pubblico identificò il suo nome col celebre inno patriottico. Nel prosieguo della sua carriera ebbe molti ammiratori, fra cui Salvatore Di Giacomo, Trilussa, Giosuè Carducci, Olindo Guerrini, Ruggero Leoncavallo. Questi, dopo il successo nell'operetta, cercò di convincerla a tornare all'opera lirica, ma inutilmente. Ad Alessandria, nel corso delle sue rappresentazioni teatrali, conobbe Teresio Borsalino, industriale proprietario di una nota fabbrica di cappelli e Senatore del Regno, che poté sposarla soltanto il 3 settembre 1933, quando rimase vedova del primo marito Pier Giovanni Dragoni di Bagnacavallo da cui si era separata. Nel 1922 aveva definitivamente abbandonato le scene, anche per amore di Teresio Borsalino. Dal 1925 si trasferì a Villa Amalia a Verucchio, dove passò il resto della sua vita. Apparve nel 1957 come concorrente in una trasmissione radiofonica, "La Famiglia dell'anno"; Gea rappresentò la categoria delle nonne dell'Emilia-Romagna e vinse l'ambito premio, "Il Caminetto d'oro". Morì il 7 ottobre 1961 nella sua casa di Villa Verucchio. |