ILARIA DEL CARRETTO
LA VITA - L'OPERA D'ARTE - LA POESIA
a cura di Tony Kospan
LA STORIA D'ILARIA
Ilaria ha lasciato questo nostro mondo parecchi secoli fa ed ora le sue ceneri riposano tranquille in un grande sarcofago di marmo posto nella sacrestia del Duomo di San Martino a Lucca... una delle più belle città medievali della Toscana.
Ilaria nacque nel 1379 in una nobile famiglia... il padre, Carlo, era Marchese della Liguria Occidentale. Gian Galeazzo Visconti signore di Milano per rinforzare l'alleanza contro la Signoria di Firenze propose all’amico Guinigi di risposarsi con la marchesina Ilaria.
Di lei si diceva che era di grandissima bellezza e molto ben educata ed inoltre il matrimonio giovava a stabilizzare i rapporti politici dell'epoca.
Il padre accettò con piacere ed a 24 anni Ilaria lasciò il natio castello per sposarsi a Lucca in modo sfarzosissimo...
Dopo un viaggio di nozze nei vasti possedimenti del marito si stabilirono a Lucca e qui Ilaria alla vigilia di Natale del 1404 diede alla luce il primogenito Ladislao.
L'anno dopo però, nel dicembre 1405, nel dare alla luce Ilaria Minor morì tra indicibili dolori.
Anche i figli non ebbero vita lunga per tragiche, ma ahimé classiche, vicende degli intrighi dell'epoca... così come lo stesso marito di Ilaria che fu deposto da una rivolta dei notabili di Lucca ed a cui non solo fu tolto tutto ma furono anche distrutti tutti i suoi beni e perfino le tombe di famiglia...
Ma... ma i rivoltosi si fermarono, per fortuna, dinanzi alla sacralità del sarcofago contenente le spoglie di Ilaria...che però vennero disperse.
Benché gli storici dell'arte siano divisi su quest'opera in ogni caso questo monumento funebre, davvero unico per magnificenza e bellezza, è lì a testimoniare e ricordare in modo sublime il senso della caducità della vita ed il silenzio eterno della morte... ma anche il grande amore che doveva albergare in chi volle commissionare un simile gioiello marmoreo.
Ed infatti è impossibile non emozionarsi... non commuoversi... nell'osservarlo.
L'OPERA D'ARTE
Sopra il sarcofago c’è la statua con la sua immagine, che pur nella tranquillità del sonno perenne, esprime sia una dolce sofferenza di madre che non ha potuto veder crescere la propria creatura ma anche tanta serenità per averle donato la vita in cambio della sua.
L'opera marmorea affascina non solo per la bellezza del viso o per l’armonia del corpo modellato dal vestito, ma anche e soprattutto per quella nobiltà d’animo e quel profondo senso di maternità che emana in un modo che colpisce ed emoziona.
Jacopo della Quercia, autore di quest’opera commissionata dal marito, è stato veramente grande non solo nel ricostruire l’aspetto fisico , ma soprattutto nel dare a questo freddo marmo davvero un’anima.
Narra Sgarbi che Ilaria è stata la prima donna che ha amato... ma non so proprio se lei poi avrebbe contraccambiato.
Ai piedi del sarcofago c'è un cane e penso che sia stato posto lì perchè simbolo della fedeltà.
LA POESIA
Oltre a D'Annunzio anche Pasolini dedicò a quella
che per la sua storia e la sua bellezza
è considerata la “Sposa d’Italia” questi versi...
Dentro nel claustrale transetto Come dentro un acquario, son di marmo Rassegnato le palpebre, il petto
dove giunge le mani in una calma lontananza. Lì c’è l’aurora e la sera italiana, la sua grama nascita, la sua morte incolore.
Sonno, i secoli vuoti: nessuno
Scalpello potrà scalzare la mole tenue di queste palpebre. Jacopo con Ilaria scolpì l’Italia perduta nella morte, quando la sua età fu più pura e necessaria
L'OPERA IN VIDEO
Possiamo infine ammirare quest'opera eccezionale, ed in modo approfondito, grazie a questo bellissimo video...
FINE
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