La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricorda il Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Vissuta a Siracusa, sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all’anno 304). Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dal prefetto Pascasio, che non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Proprio nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata ritrovata un’epigrafe marmorea del IV secolo che è la testimonianza più antica del culto di Lucia. Una devozione diffusasi molto rapidamente: già nel 384 sant’Orso le dedicava una chiesa a Ravenna, papa Onorio I poco dopo un’altra a Roma. Oggi in tutto il mondo si trovano reliquie di Lucia e opere d’arte a lei ispirate.
Il nome della santa siracusana deriva dalla radice latine lux, lucis e fa riferimento alla luce e la santa viene infatti invocata come protettrice della vista. Il detto popolare “Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia” risale però a prima del 1582, quando la sfasatura tra il calendario civile e quello astronomico era divenuto tale che il solstizio d’inverno cadesse proprio il 13 dicembre, giorno onomastico della santa. Rinnovando il calendario a conclusione di accurate osservazioni astronomiche, papa Gregorio XIII decretò che si passasse direttamente dal 4 ottobre al 15 ottobre. Tolse così i 10 giorni di sfasatura ed entrò in vigore il Calendario Gregoriano, ma il detto popolare fu tramandato invariato nei secoli.
Lo storico Ranieri Mario Cossar scrive che un tempo la santa dispensava doni alle ragazze che la sera del 12 dicembre mettevano alla finestra una calza che la mattina trovavano colma di ogni ben di Dio. Le più grandicelle e smaliziate però cantavano: “Santa Lucia mamma mia porta i bomboni nella calzetta mia. Ma se la mamma non li mette resterà svode le calzette.
Inoltre, oltre al detto “Santa Lucia la notte più lunga che ci sia” si sente ancora ripetere dai vecchi goriziani “Di Santa Lucia fin Nadal, cres il dì un pit di gial” (da Santa Lucia a Natale, il giorno cresce un passo di gallo)
Il fascino di Santa Lucia perdura ancora oggi in molte zone d'Italia, particolarmente nel Nord, dove i bambini scrivono ancora la loro letterina alla Santa, promettendo di essere buoni per tutto l'anno e chiedendo, in cambio, di trovare qualche giocattolo al loro risveglio, all'alba del 13 dicembre...
E i piccoli, emozionati prima di andare a dormire, non trascurano di lasciare sul tavolo della cucina una tazza con del latte per Santa Lucia e un po' di fieno e di acqua per il suo asinello...
Ma Santa Lucia, nonostante sia festeggiata anche in Norvegia e in Svezia, era una santa del Sud: nata a Siracusa tra il III e il IV secolo, fu martire cristiana ed è protettrice degli occhi (come si capisce anche dal nome che si riferisce alla luce).
Vi invito a conoscerla meglio esplorando i siti indicati in questa pagina: potrete scoprire le feste e le tradizioni legate a questa Santa, le vicende della sua vita, le immagini che la raffigurano nei dipinti, le musiche e le preghiere a lei dedicate. E scoprirete anche perché Lei, siciliana, riposi ora a Venezia...
Web
Sono figlia di una mamma bresciana e di un papà palermitano..ecco,quindi le tradizioni in luoghi così lontani,eppure uniti dalla fede nella Santa ...
Santa Lucia... Non so se qualcuno di voi conosce "la cuccìa"......... La cuccìa è un dolce a base di grano che si mangia per santa Lucia. Si dice che alcuni secoli fa in Sicilia ci fu una lunga carestia e la gente moriva di fame. Naturalmente si fecero delle preghiere per chiedere l'aiuto divino e proprio il giorno di santa Lucia (13 dic) arrivò nel porto di Palermo una nave carica di grano. Il grano fu subito distribuito e la gente, affamata, per non perdere ancora del tempo per macinarlo e trasformarlo in farina e poi in pane o pasta, lo cucinò così com'era e così si sfamò!!!!!!!!!!! Da allora, in segno di riconoscenza a santa Lucia, ritenuta l'artefice del miracolo, in quel giorno non si mangiano pane e pasta, ma appunto la cuccìa condita però con creme varie o di latte o di ricotta. Nella stessa giornata, proprio perché non si mangia pasta, si preparano gli arancini di riso, le crocchi di patate, le panelle……….insomma tutto si conclude con una fenomenale scorpacciata.
Il giorno di Santa Lucia nel bresciano
La vigilia di Santa Lucia 12-12 nel bresciano è tradizione preparare un piatto con della farina gialla e del latte da lasciare sul davanzale delle finestre di ogni casa ove vi siano bambini. Durante la notte Santa Lucia col suo asinello visita le case e ringrazia del cibo lasciato per Lei regalando giochi e balocchi ai piccini ma non solo.
Santa Lucia la santa dei doni, ma anche la Santa della luce.
La tradizione è cultura! Così, indipendentemente dai regali che molti piccoli italiani riceveranno nella notte tra il 24 ed il 25 Dicembre, dono del canuto ed anziano Babbo Natale, è comunque bene introdurre i bambini alla conoscenza delle leggende e dei miti tradizionali, anche non propriamente nostri o “familiari”.
La novella di Santa Lucia, dei doni e del suo asinello fa sognare i bimbi, è adatta ai più piccini e la suggestione che porta con sé aumenta il fascino del Natale. Ma la storia della giovane Pia e buona può introdurre i ragazzini più grandicelli alla scoperta dei segreti dell’astronomia.
<>, la festa della Santa richiama questo vecchio detto che è nella memoria di tutti. Invero la Santa della Luce giungeva a festeggiare la sua ricorrenza nel giorno più corto dell’anno, questo accadeva quando – quasi cinque secoli fa – il solstizio d’inverno cadeva proprio il 13 di dicembre. Il rapporto tra la luce e la Santa ha forse condizionato la immutata sopravvivenza del detto, che si ripete ancora oggi sebbene il solstizio di inverno – effettiva data in cui astronomicamente cadrebbe il giorno più corto dell’anno – ricorre il 21 di dicembre.
L’antico calendario e la ricorrenza del solstizio nel giorno del 13 di dicembre rappresenta l’origine della Festa della Luce, una tradizione dei paesi nordici. Il solstizio porta con sé la notte più lunga dell’anno, tra il 12 ed il 13 di dicembre i festeggiamenti della Yuletide, la Festa della Luce, pretendono l’attesa dell’alba, ovvero la venuta di Santa Lucia, portatrice della lux, luce che vince le tenebre e rinnova il chiarore divino capace d’illuminare tutto.
Le fanciulle che vivono la Yuletide vestono di bianco, in vita portano una cinta rossa ed indossano cappelli adornati di stelle e candele, simboli di luce che rischiara le tenebre.
E' tradizione nei paesi scandinavi, ma anche in certe località della Germania, della Svezia, dell’Islanda e della Scozia che la più giovane figlia della famiglia svegli i genitori portando loro la colazione vestita con il bianco costume e con il copricapo di candele in rappresentazione della Santa.