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M I T I . . . N O S T R I . . .: Peppino Impastato
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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: solidea  (Mensaje original) Enviado: 05/01/2012 15:44

 

Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino
(Cinisi, 5 gennaio 1948Cinisi, 9 maggio 1978),
è stato un politico, attivista e conduttore radiofonico italiano,
famoso per le denunce delle attività della mafia in Sicilia, che gli costarono la vita.

Peppino Impastato nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, da una famiglia mafiosa (il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi ed il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso nel 1963 in un agguato nella sua Giulietta imbottita di tritolo). Ancora ragazzo rompe con il padre, che lo caccia di casa, ed avvia un'attività politico-culturale antimafiosa. Nel 1965 fonda il giornalino L'idea socialista e aderisce al PSIUP. Dal 1968 in poi, partecipa, con ruolo dirigente, alle attività dei gruppi di Nuova Sinistra. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati. Nel 1976 costituisce il gruppo Musica e cultura, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1976 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell'aeroporto. Il programma più seguito era Onda pazza, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale; col suo cadavere venne inscenato un attentato, atto a distruggerne anche l'immagine, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale. Stampa, forze dell'ordine e magistratura parlano di atto terroristico in cui l'attentatore sarebbe rimasto vittima di suicidio dopo la scoperta di una lettera scritta in realtà molti mesi prima. L'uccisione, avvenuta in piena notte, riuscì a passare la mattina seguente quasi inosservata poiché proprio in quelle ore veniva "restituito" il corpo senza vita del presidente della DC Aldo Moro in via M. Caetani a Roma. Grazie all'attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Impastato, che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa e grazie anche ai compagni di militanza e del Centro siciliano di documentazione di Palermo, che nel 1980 si sarebbe intitolato proprio a Giuseppe Impastato, viene individuata la matrice mafiosa del delitto e sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l'inchiesta giudiziaria. Il 9 maggio del 1979, il Centro siciliano di documentazione organizza, con Democrazia Proletaria, la prima manifestazione nazionale contro la mafia della storia d'Italia, a cui parteciparono 2000 persone provenienti da tutto il paese. Nel maggio del 1984 l'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del Consigliere istruttore Rocco Chinnici, che aveva avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emette una sentenza, firmata dal Consigliere Istruttore Antonino Caponnetto, in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto, attribuito però ad ignoti. Il Centro Impastato pubblica nel 1986 la storia di vita della madre di Giuseppe Impastato, nel volume La mafia in casa mia, e il dossier Notissimi ignoti, indicando come mandante del delitto il boss Gaetano Badalamenti, nel frattempo condannato a 45 anni di reclusione per traffico di droga dalla Corte di New York, nel processo alla Pizza connection. Nel gennaio 1988, il Tribunale di Palermo invia una comunicazione giudiziaria a Badalamenti. Nel maggio del 1992 lo stesso tribunale decide l'archiviazione del caso Impastato, ribadendo la matrice mafiosa del delitto, ma escludendo la possibilità di individuare i colpevoli e ipotizzando la possibile responsabilità dei mafiosi di Cinisi alleati dei corleonesi Nel marzo del 1996 la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto. Nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni di Palazzolo, che indica in Badalamenti il mandante dell'omicidio assieme al suo vice Vito Palazzolo, l'inchiesta viene formalmente riaperta. Nel novembre del 1997 viene emesso un ordine di cattura per Badalamenti, incriminato come mandante del delitto. I familiari, il Centro Impastato, Rifondazione comunista, il Comune di Cinisi e l'Ordine dei giornalisti chiedono di costituirsi parte civile e la loro richiesta viene accolta. Il 23 novembre 1999 Gaetano Badalamenti rinuncia all'udienza preliminare e chiede il giudizio immediato, il 21 settembre, nel processo contro Badalamenti, vengono respinte le richieste di costituzione di parte civile del Centro Impastato, di Rifondazione comunista e dell'Ordine dei giornalisti. Nel 1998 presso la Commissione parlamentare antimafia si è costituito un Comitato sul caso Impastato e il 6 dicembre 2000 è stata approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini. Il 5 marzo 2001 la Corte d'assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a trent'anni di reclusione. L'11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all'ergastolo.



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Respuesta  Mensaje 2 de 3 en el tema 
De: Tony Kospan Enviado: 05/01/2012 17:40



Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: Tony Kospan Enviado: 05/01/2012 20:35
 
 
 
 
 
 
 
PEPPINO IMPASTATO...
UN SICILIANO A TESTA ALTA...
 
 
 
 
Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,
negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare,
aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato,
si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore.

(Dalla canzone I cento passi dei Modena City Ramble)
 
 
 
(Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978)
 
 
 
Peppino era un giornalista... un attivista politico...
ma soprattutto un cittadino libero.
 
 
 
BREVE BIO
 
 
Peppino nacque il  5 gennaio 1948
ed oggi avrebbe 64 anni
se non fosse stato fatto saltare in aria dalla mafia
il 9 maggio 1978.
 
 
Perché questo?
 
 
Perché il suo attivismo politico... la sua radio...
le sue battaglie in difesa dei diritti dei cittadini...
dava troppo fastidlio...
 
 
 
 
 
 
Non solo... con i classici metodi della "onorata società"
si cercò pure in ogni modo di infangarne la memoria...
arrivando a definir terrorista lui
che combatteva la mafia a viso aperto...
 
 
La cosa che rattrista è che questo fango aveva ricoperto
la realtà delle cose e solo l'encomiabile attività dei suoi amici
e dei suoi familiari fece riaprire il caso
e finalmente si potè fare piena luce...
 
 
Dopo ben 24 anni la verità è però venuta
a galla ed i colpevoli,
dopo lunghi processi, condannati...
 
 
 
 
 
 
UNA BREVE CONSIDERAZIONE
 
 
Pare proprio che a noi italiani non piace la storia...
ed ogni avvenimento del passato
lo buttiamo facilmente nel dimenticatoio...
per poi ricadere sempre ed incoscientemente
negli stessi errori...
 
 
Nell'amara ed antica terra di mafia...
negli anno settanta un frutto nuovo
mise a soqquadro le coscienze
e causò l'odio dei padrini...
 
 
Questo nobile frutto era Peppino Impastato...
 
 
 
 
 
 
Quel frutto abbattuto... grazie ai suomi semi...
ha fatto però nascere nuovi bellissimi germogli
se oggi possiamo positivamente annoverare
tanti cambiamenti...
 
 
Ma c'è un ma... un grosso ma...
ancor oggi... più o meno nascoste
ci sono troppe "malepiante".
 
 
 
 
 
 
Speriamo che la luce di Peppino
illumini i cuori e pian piano...
il giardino abbia solo fiori...
 
 
Noi non possiam far altro che difenderne il ricordo
e tramandarne l'impegno...  la dignità...
e le sue qualità di Siciliano... a testa alta...
 
 
 
IL VIDEO
 
 
Questo video ci dà un ulteriore contributo
alla sua conoscenza...
 
 

 
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 


 
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