Un povero scemo si credette un genio e pensò che nel mondo c'era una schiavitù degradante. Io sarò il Napoleone glorioso che darò a tutti la libertà; e senz'altro si mise all'opera. Prima di tutto si recò vicino ad una vasca dove c'erano tanti pesci e gridò: Che fate voi, schiavi ancora dell'acqua?
Venite, io vi libererò. Ed i pesciolini andarono, perché credettero di avere un boccone saporito. Ma appena furono vicino all'idiota, egli li trasse fuori dal loro elemento naturale... si dibattettero e morirono. Lo scemo disse: Peccato che sono morti quando li avevo liberati! Ma ci saranno altri che godranno della libertà.
Ed andò ad inquietare nel loro nido dei piccoli uccellini: Uscite, volate, siate liberi per Giove, che cosa state a fare sotto le ali materne? E li scaraventò fuori del nido... Ahimé! Gli uccellini tentarono invano di spiegare le ali ancora informi e perirono essi pure. Uno solo arrivò a terra malconcio e si mise a gemere perché aveva freddo. Lo scemo disse: ecco il grido fatidico della libertà! Ma l'uccellino morì di freddo e la povera madre pianse sopra il morticino.
Finalmente l'idiota si recò vicino ad un monumento di Giuseppe Garibaldi e sdegnato esclamò: Olà che fai tu bietolone? Ti hanno reso immobile e sei schiavo del piedistallo? Vieni giù, e sii libero. E la statua precipitò, e si ruppe! Sfido io!
Dio è il nostro elemento, perché "in lui viviamo, e ci muoviamo e siamo" la sua Provvidenza e la sua legge è l'ala materna che ci riscalda e ci fa mettere le ali; la sua giustizia è l'equilibrio di tutte le cose!
Chi ci sottrae a Dio con la scusa della libertà ci dà la morte!
(Fioretti - Don Dolindo Ruotolo)