Si appassionò al mondo della pista all'età di quattordici anni, quando entrò al velodromo Vigorelli attirato dal rombo delle moto usate nelle gare degli stayer. Iniziò presto a correre e, per partecipare e vincere un campionato minore nel 1947, truccò la sua data di nascita. Vinse il titolo italiano di velocità e di tandem sia negli allievi che nei dilettanti, partecipando poi nel 1952 ai Giochi della XV Olimpiade di Helsinki dove, in coppia con Cesare Pinarello, conquistò la medaglia di bronzo nel tandem. Passò professionista a fine stagione e conquistò a Firenze la sua prima maglia tricolore da professionista nella velocità, che vincerà poi per altre dieci volte fra il 1953 e il 1965. Nel 1955, sulla pista casalinga del Vigorelli, conquistò il suo primo titolo iridato, che bisserà l'anno successivo a Copenaghen. Saranno sette a fine carriera i titoli mondiali nella velocità, con i quattro successi consecutivi dal 1959 al 1962 e con quello del 1964. Nel 1963 fu invece sconfitto dall'eterno rivale Sante Gaiardoni sulla pista di Rocourt. I suoi sette titoli eguagliavano quelli del belga Joseph Scherens e furono superati solo negli anni ottanta della successione di dieci vittorie di Koichi Nakano. Fra le sue vittorie, cinque Gran Premi di Parigi consecutivi. Il 20 luglio 1960 stabilì inoltre il record mondiale sui 200 metri con 10"8 contro Michel Rousseau dopo un surplace durato ben 25 minuti. Chiuse la carriera da professionista nel 1968, dopo aver ottenuto, all'età di 35 anni, ancora un quarto posto ai campionati mondiali. Dopo aver ricoperto alcuni incarichi federali, fra cui quello di responsabile tecnico del Vigorelli, la pista milanese gli è stata intitolata alla sua morte. È sepolto nel Famedio del Cimitero monumentale di Milano.