LA SPADA NELLA ROCCIA
LA LEGGENDA E'... REALTA'
I PARTE
"Un Cavaliere è devoto al valore,
il suo cuore conosce solo la virtù,
la sua spada difende i bisognosi,
la sua forza sostiene i deboli,
le sue parole dicono solo verità,
la sua ira si abbatte sui malvagi."
Tra le tante leggende quella di Re Artù è sicuramente una delle più affascinanti. Tanti sono i personaggi e le storie che ruotano intorno al Re, nato, secondo la leggenda, grazie ad un incantesimo di Merlino. Il mago permise infatti a Uther Pendragon, re di Britannia, di giacere con la bella Igerna, trasformando i suoi lineamenti in quelli del marito di lei.
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La spada nella roccia di San Galgano |
Merlino pretese che, in cambio dell’incantesimo, Re Uther gli consegnasse il bambino non appena fosse nato. Al momento della nascita, Merlino reclamò il neonato e lo affidò ad una famiglia per allevarlo. Ma il mago aveva grandi progetti per il piccolo, che infatti, apparentemente per caso divenne Re di Britannia, dopo essere riuscito a estrarre la Spada nella Roccia. Fin qui la leggenda arturiana, ma la leggenda della spada nella roccia si intreccia in maniera decisamente affascinante con la realtà, e per l’esattezza con una realtà tutta italiana.
Siamo nella Toscana del XII secolo, poco lontani da Siena, in un paesino chiamato Chiusdino. Qui, nel 1148, nasce Galgano Guidotti. La cavalleria lo affascina al punto che, dopo una prima visione di San Michele, decide di diventare egli stesso un cavaliere, e la sua vita viene segnata da un comportamento libertino e dissoluto. I suoi genitori avevano per lungo tempo atteso l’arrivo di un figlio, tanto da recarsi in pellegrinaggio verso la Basilica di San Michele sul Monte Gargano, in Puglia (da qui forse il nome del santo), ma si abbandonano allo sconforto davanti a tale comportamento. Il destino ha, però, riservato loro una sorpresa.
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Un’antica immagine raffigurante Galgano e la sua spada nella roccia |
Galgano, dopo una seconda visione di San Michele, si interroga sulla sua vita e decide di dedicare i suoi anni a venire a Dio e di vivere come un eremita.
Impugnata la sua spada, la conficca in una roccia, e davanti all’elsa, che si erge come una croce, egli pregherà (una variante della storia narra che fu lo stesso San Michele a conficcare la spada).
Era il 1180 e l’intero anno successivo viene segnato dai miracoli di Galgano, che muore di stenti nel 1181. La sua beatificazione avviene in soli 3 giorni e nel 1185 papa Urbano III lo proclama Santo.
Di lui rimane solo il teschio, conservato nella chiesa di Chiusdino, da cui si racconta crescessero capelli biondi, tanto da nominare San Galgano protettore dei calvi. Il resto del corpo non è mai stato trovato, sebbene alcuni testi indichino come luogo di sepoltura l’area intorno alla spada.
Sul luogo è stata poi costruita una chiesetta, con una particolare volta dipinta con cerchi concentrici bianchi e neri.
Si potrebbe pensare ad una variazione della leggenda Arturiana, ma c’è una testimonianza incontestabile: la spada è ancora oggi conficcata nella roccia.
E su questo mistero sono iniziate le indagini di alcuni ricercatori delle Università di Pavia, Milano, Padova e Siena.
I risultati hanno confermato che l’elsa che emerge dalla roccia appartiene a una intera spada realmente conficcata nella roccia. Le ricerche hanno anche permesso di datare con precisione la chiesa e alcuni resti ossei trovati in una piccola scatola, anche se purtroppo i risultati non sono stati resi pubblici.
La cronologia degli eventi, e delle diverse opere che hanno reso celebre Re Artù, testimoniano come in realtà si potrebbe vedere in Galgano un vero e proprio ispiratore del famoso ciclo Arturiano. Lo stesso nome Galgano pare sia stato mutato in Galvano, uno dei cavalieri della tavola rotonda. Il ciclo Arturiano inoltre risale alla fine del XII secolo, esattamente dopo la morte del santo senese.
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I resti dell’Abbazia di San Galgano
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Se ci si fa trasportare dalla leggenda non si può ignorare uno dei sogni fatti da Galgano, in cui egli incontrò Gesù e i dodici Apostoli seduti intorno ad una tavola rotonda e vide il Santo Graal. Coincidenze si potrebbe dire, ma è facile cedere al fascino dei miti celtici e ambientazioni medievali che fanno da sfondo alla storia e di Galgano. A poca distanza dalla collinetta su cui sorge la chiesetta, infatti, si trovano i resti di un’antica abbazia cistercense, ormai senza tetto, a causa del crollo del campanile, e con un prato al posto del pavimento: un paesaggio che sembra essere tratto dalle più antiche e famose leggende dei cavalieri medievali, un luogo quasi magico in cui circa 750 anni fa si svolsero eventi straordinari.
TESTO DI GIANLUCA MARRAS - IMPAGINAZIONE RICERCHE E COORDIN. TONY KOSPAN
La spada nella roccia la possiamo ammirare nell'Abbazia di san Galgano
nel comune di Chiusdino (SI)... ma questo ed altro sarà oggetto della II PARTE.(T.K.)
CONTINUA
IL SALOTTO CULTURALE… DI FACEBOOK?