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MONDO DONNA: Antonia Pozzi
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Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: solidea  (Mensaje original) Enviado: 13/02/2012 08:03
 
Antonia Pozzi
(Milano, 13 febbraio 1912Milano, 3 dicembre 1938)
è stata una poetessa italiana.

Figlia di Roberto, importante avvocato milanese e della contessa Lina Cavagna Sangiuliani, nipote di Tommaso Grossi, scrive le prime poesie ancora adolescente. Studia nel liceo classico di Milano, dove inizia con il suo professore di latino e greco, Antonio Maria Cervi, una relazione che, a causa dei pesanti ostacoli frapposti dalla famiglia Pozzi, verrà interrotta dal Cervi nel 1933, procurandole la depressione - «e tu sei entrata / nella strada del morire», scrive di sé in quell'anno - che contribuirà a condurla al suicidio. Nel 1930 si iscrive alla facoltà di filologia dell'Università di Milano, frequentando coetanei quali Vittorio Sereni, suo amico fraterno, Enzo Paci, Luciano Anceschi, Remo Cantoni, del quale sembra si innamorasse non ricambiata. Si laurea nel 1935 discutendo una tesi su Gustave Flaubert. Tiene un diario e scrive lettere che manifestano i suoi tanti interessi culturali, coltiva la fotografia, ama le lunghe escursioni in bicicletta, progetta un romanzo storico sulla Lombardia, conosce il tedesco, il francese e l'inglese, viaggia, pur brevemente, oltre che in Italia, in Francia, Austria, Germania e Inghilterra ma il suo luogo prediletto è la settecentesca villa di famiglia, a Pasturo, ai piedi delle Grigne, dove è la sua biblioteca e dove studia, scrive e cerca un sollievo nel contatto con la natura solitaria e severa della montagna. La grande italianista Maria Corti che la conobbe all'università, disse che «il suo spirito faceva pensare a quelle piante di montagna che possono espandersi solo ai margini dei crepacci, sull'orlo degli abissi. Era un'ipersensibile, dalla dolce angoscia creativa, ma insieme una donna dal carattere forte e con una bella intelligenza filosofica; fu forse preda innocente di una paranoica censura paterna su vita e poesie. Senza dubbio fu in crisi con il chiuso ambiente religioso familiare. La terra lombarda amatissima, la natura di piante e fiumi la consolava certo più dei suoi simili». Avverte certamente il cupo clima politico italiano ed europeo: le leggi razziali del 1938 colpiscono alcuni dei suoi amici più cari; «forse l'età delle parole è finita per sempre», scrive quell'anno a Sereni. Nel suo biglietto di addio ai genitori scrive di disperazione mortale e si uccide con i barbiturici. La famiglia negherà la circostanza «scandalosa» del suicidio, attribuendo la morte a polmonite; il suo testamento fu però distrutto dal padre, che manipolò anche le sue poesie, scritte su quaderni e allora ancora tutte inedite; la storia d'amore con il Cervi sarà falsamente descritta come una relazione platonica. È sepolta nel piccolo cimitero di Pasturo: il monumento funebre, un Cristo in bronzo, è opera dello scultore Giannino Castiglioni.



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Respuesta  Mensaje 2 de 2 en el tema 
De: Tony Kospan Enviado: 13/02/2012 21:49

 

 

Sono passati 100 anni dalla sua nascita ...

ma le sue poesie sono più vive che mai...

 

 

 

 

 

ANTONIA POZZI

 

- 1912 2012 -

 

IL CENTENARIO DI UNA POETESSA SUBLIME

 

a cura di Tony Kospan

 

 

 

 

BREVE BIO

 


Antonia Pozzi nasce a Milano il 13 febbraio 1912.

 

Da piccolina è biondina ma delicatina di salute.

 

 

 

 

Crescendo diventa una bella ragazza contenta dei suoi genitori
l'avvocato Roberto Pozzi e la contessa Lina Cavagna Sangiuliani
e vive in un ambiente familiare (in senso ampio) molto colto ed elegante.

 

E' però il liceo che segnerà la sua vita.

 

Qui inizia ad avere delle belle amicizie ed inizia a scrivere poesie.

 

Ma soprattutto resta affascinata dal professore di latino e greco.

 

Non dalla bellezza però... bensì dalla sua profonda cultura
e dalla sua grande passione per l'insegnamento.

 

 

 

 

E' il 1927.

 

Antonia scopre, nonostante la severità del docente...,
che dietro i suoi occhi tristi...
d'aver tantissime affinità e tanti ideali in comune
ma soprattutto l'amore per la poesia, la cultura, l'arte etc..

 

Scoppia l'amore...

 

Il padre cerca però in ogni modo di contrastarlo.

 

 

 

 

Nel 1933 Antonia si arrende al volere della famiglia...
ma scrive di farlo “non secondo il cuore, ma secondo il bene”.

 

In realtà questo amore non finirà mai d'albergare nel suo cuore
anche se cerca di vivere altri amori e di dedicarsi ad altri interessi.

 

Nel 1935 si laurea con lode con una tesi sulla formazione letteraria di Flaubert.

 

In questi anni vive come qualsiasi giovane alto-borghese di quei tempi
frequentando molto anche la montagna con passeggiate e scalate.

 

 

 

 

Questo le dà molte emozioni che trasferisce poi nelle poesie.

 

Fa però anche una crociera nel mediterraneo
visitando quei luoghi d'antica civiltà
di cui le parlava il "suo" professore...
nonché un viaggio in Austria e Germania
per approfondire la lingua tedesca che tanto amava.

 

 

 

Una  foto scattata da Antonia

 

Un altro suo grande interesse è, in quegli anni, la fotografia...
(i suoi scatti appaiono vere e proprie poesie figurate)
e l'impegno sociale verso i poveri.

 

Nel 1937 Antonia inizia ad insegnare presso l’Istituto Tecnico Schiaparelli.

 

Tuttavia nonostante tutte queste attività non viene mai meno in lei
una grave inquietitudine... che il 3 dicembre del '38 la portò
ad un tragico gesto.

 

 

 

 

Probabilmente i contrasti col padre, oltre all'amore negato,
ebbero nella genesi delle sue difficoltà
tremenda importanza.

 

Addirittura il padre dopo la sua morte arrivò
a censurare e modificare alcune sue poesie...
e questo la dice lunga sulla pressione psicologica subita da Antonia.

 

 


 

 

 

LA POETICA

 


Non sono poche le sue poesie... ben 300...
soprattutto se consideriamo la prematura scomparsa...

 

Qualcuno ha voluto limitarne la bellezza
e la profondità definendole "diaristiche".

 

Non sono poi da sottacere
diversi aspetti innovativi e coraggiosi della sua poetica
nè la sua capacità, pur essendo giovanissima,
d'affrontar con coraggio i difficili temi della vita.

 

 


 

 

ALCUNE SUE POESIE

 

 


PREGHIERA ALLA POESIA
Antonia Pozzi

Oh, tu bene mi pesi
 l’anima, poesia:
 tu sai se io manco e mi perdo,
 tu che allora ti neghi
 e taci.

 Poesia, mi confesso con te
 che sei la mia voce profonda:
 tu lo sai,
tu lo sai che ho tradito,
 ho camminato sul prato d’oro
 che fu mio cuore,
 ho rotto l’erba,
 rovinata la terra –
 poesia – quella terra
 dove tu mi dicesti il più dolce
 di tutti i tuoi canti,
 dove un mattino per la prima volta
 vidi volar nel sereno l’allodola
 e con gli occhi cercai di salire –
 Poesia, poesia che rimani
 il mio profondo rimorso,
 oh aiutami tu a ritrovare
 il mio alto paese abbandonato –
 Poesia che ti doni soltanto
 a chi con occhi di pianto
 si cerca –
 oh rifammi tu degna di te,
 poesia che mi guardi.

 

 


CONFIDARE
Antonia Pozzi

Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
come l’arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l’orzo intorno alla casa.

 

 


PUDORE
Antonia Pozzi

Se qualcuna delle mie parole
ti piace e tu me lo dici
sia pur solo con gli occhi
io mi spalanco
in un riso beato
ma tremo
come una mamma piccola giovane
che perfino arrossisce
se un passante le dice
che il suo bambino è bello.

 

 

 

BELLEZZA
Antonia Pozzi

Ti do me stessa
 le mie notti insonni,
 i lunghi sorsi
 di cielo e stelle – bevuti
 sulle montagne,
 la brezza dei mari percorsi
 verso albe remote.
 
Ti do me stessa,
 il sole vergine dei miei mattini
 su favolose rive
 tra superstiti colonne
 e ulivi e spighe.
 
Ti do me stessa,
 i meriggi
 sul ciglio delle cascate,
 i tramonti
 ai piedi delle statue, sulle colline,
 fra tronchi di cipressi animati
 di nidi -
 
E tu accogli la mia meraviglia
 di creatura,
 il mio tremito di stelo
 vivo nel cerchio
 degli orizzonti,
 piegato al vento
 limpido – della bellezza:
 e tu lascia ch’io guardi questi occhi
 che Dio ti ha dati,
 così densi di cielo
 profondi come secoli di luce
 inabissati al di là
 delle vette.

 

 

 

Grazie Antonia per le bellissime poesie

e scusaci tutto il dolore

che il perbenismo formale

di una società ipocrita ti ha dato...

 

 

Tony Kospan

 



 
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