La fiaba dipinge la condizione di chi è imprigionato nel silenzio e si sente portatore o portatrice di universi interiori meravigliosi, molto difficili da condividere in un mondo schiavo della superficialità e frettolosità dei contatti umani. Con l'augurio che la sua lettura vi ricordi la nostalgia della luce dalla quale proveniamo tutti.
"Non ricordo più quale fosse il nome di quel piccolo pianeta, ma, guardando verso ovest, lassù nel cielo, si può scorgere un piccolo puntino luminoso. Lì un tempo viveva una fanciulla. Era un paese bellissimo, un fiume di energia inondava ogni cosa. Tutto era armonia e amore. Un giorno, i sette saggi si radunarono e dissero alla fanciulla di andare sul pianeta terra. Il viaggio sarebbe stato difficile, come il suo compito. Anche la sua frequenza vibratoria sarebbe dovuta cambiare. I sette saggi le dissero che sarebbero ritornati a riprenderla alla fine del suo valoroso compito. Un viaggio, attraverso il grande tunnel, per giungere, su quel pianeta chiamato Terra. Era necessario raccogliere informazioni per cambiare la frequenza vibratoria dell'intero universo. Lei accettò. Tutte le sere andava sul suo terrazzo a guardare le stelle, la sua vera casa. Anche di giorno scrutava il cielo e guardava il sole ricordando la grande Luce e il suo bellissimo paese. Alla gente, diceva d'essere figlia delle stelle. Sorridevano, credendo fosse solo una stravaganza. Piano, piano, il tempo passava. La fanciulla iniziò a dimenticare da dove era venuta, i ricordi si facevano sempre più sfuocati. Anche se a lei piaceva stare sul pianeta Terra, a volte, si sentiva un estranea. Il tempo ingoiava i ricordi e lei, intanto cresceva. La sera guardava le stelle e nelle notti di luna piena accendeva una candela sulla sua finestra. Guardando il cielo provava una grande nostalgia e a volte il viso si rigava di lacrime. Ma, un giorno, i sette saggi sarebbero tornati a riprendere quella piccola anima, figlia delle stelle."
Estratto dal Libro Figlia delle Stelle di Maria & Ofu