Ricordo una poesia che parlava di una piccola barca che non aveva
mai lasciato il porto... aveva paura del mare... e per evitare che potesse affondare di fronte a tempeste e
cicloni, morì senza che la sua barca lo avesse mai solcato...
anelava al mare ma lo temeva...
sta scolpita, nel cimitero di Spoon River, sulla lapide di George Gray,
un
uomo che non riuscì mai a vivere pienamente la propria vita...
Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perchè l'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia,
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio-
è una barca che anela al mare eppure lo teme.
Edgar Lee Masters
la paura paura dell'amore, del dolore, fa si... talvolta che le vele della nostra vita restino ammainate e immobili...
ma siamo noi che facciamo il destino siamo noi che ad un certo momento della nostra vita fermandoco e alzando gli occhi al cielo guardandosi dentro con una flebile voce parlando alla propria anima le sussurrano "Vai,
è arrivato il momento".
E, senza alcuna certezza nel domani comprendono che il vero tesoro non si nasconde al
traguardo
ma lì, lungo la via,
onda dopo onda, giorno
dopo giorno
Buona giornata a chi mi leggerà... Marina
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