LA SFIDA DEL RE AI SUOI 3 FIGLI
OSHO
Un grande re aveva tre figli, e voleva sceglierne uno come erede. Era in difficoltà , perché tutti e tre erano molto intelligenti, molto coraggiosi.
Chi scegliere? Si rivolse dunque a un saggio, che gli suggerì un'idea!
Il re tornò a palazzo e convocò i tre figli. Diede a ciascuno di loro una borsa contenente dei semi, e disse loro che sarebbe partito per un pellegrinaggio:
"Starò via qualche anno: uno, due, tre, forse di più. E per voi questa sarà una prova: quando torno, mi dovrete ridare questi semi. E chi di voi li proteggerà meglio, sarà il mio erede!" Poi partì per il pellegrinaggio.
Il primo figlio pensò: "Cosa dovrei fare con questi semi?" E convinto di fare la cosa migliore, per proteggerli meglio da qualsiasi cosa, li chiuse in uno scrigno di ferro, in modo da poterli rendere intatti al ritorno del padre.
Il secondo pensò: "Se li rinchiudo come ha fatto mio fratello, moriranno.E un seme morto non è affatto un seme. Mio padre potrebbe obiettare: "Io ti ho dato dei semi vivi, che potevano crescere, mentre questi sono morti:
ora non potranno più crescere" Per cui andò al mercato e li vendette, e conservò il denaro, pensando: "Quando mio padre tornerà, andrò al mercato, comprerò nuovi semi e gliene ridarò di migliori."
Ma fu il terzo a fare la cosa migliore. Andò in giardino e li seminò.
Tre anni dopo, quando il padre tornò, il primo figlio aprì lo scrigno. Quei semi erano tutti morti, puzzavano, e il padre disse: "Cosa? Sono forse questi i semi che ti ho dato? Avevano la possibilità di fiorire e donare una fragranza
squisita, mentre questi puzzano; no, questi non sono i miei semi!"
Andò dal secondo figlio che si precipitò al mercato, comprò semi nuovi e tornò a casa, dicendo: "Ecco i tuoi semi!." E il padre commentò: "La tua idea è migliore di quella di tuo fratello, ma non sei ancora abile come io vorrei che fossi!"
Quando andò dal terzo, il padre sperava e trepidava al pensiero di ciò che aveva potuto fare. E il terzo figlio lo condusse in giardino dove erano spuntate milioni di piante, e milioni di fiori.
Il figlio disse: "Questi sono i semi che mi hai dato. Non appena le piante saranno adulte, li raccoglierà e te li restituirà. Adesso stanno ancora maturando!"
Il re disse: "Tu sei il mio erede. Ecco come ci si deve comportare con i semi!" .
Ricorda: il seme non è mai in pericolo. Che pericolo potrà mai esserci per il seme? E' assolutamente protetto. Viceversa, la pianta è sempre in pericolo, perché è delicata. Il seme è simile a una pietra, è duro, è nascosto all'interno di una scorza. Viceversa la pianta deve attraversare mille e un rischio.
E non tutte le piante raggiungeranno la vetta, la cima dove fioriranno dando vita a un'infinità di fiori!
Pochissimi esseri umani raggiungono il secondo stadio e pochissimi di coloro che lo raggiungono, arrivano al terzo, lo stadio della fioritura. Come mai non ci riescono? A causa dell'avidità, a causa dell'avarizia, della loro incapacità a condividere, a causa di questa condizione di non amore.
Occorre coraggio per diventare una pianta, e occorre amore per diventare un fiore. Il fiore indica che l'albero sta aprendo il suo cuore, sta sprigionando il suo profumo, donando la sua anima, riversando il suo essere nell'esistenza.
Non restare un seme.
Raccogli coraggio: il coraggio di lasciar cadere l'ego, il coraggio di abbandonare ogni sicurezza, il coraggio di lasciare tutto ciò che ti rende sicuro, il coraggio di essere vulnerabile .
DAL WEB - IMPAGIN. T.K.
CIAO DA TONY KOSPAN
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