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De: Tony Kospan (Mensaje original) |
Enviado: 19/02/2012 20:50 |
Questa storia assolutamente vera, ma sconosciuta ai più,
è venuta alla luce, dopo oltre sessanta anni,
grazie al giornalista scrittore Marcello Sorgi…
L’INIMMAGINABILE LOVE STORY
TRA LA FIGLIA DEL DUCE
ED UN DIRIGENTE COMUNISTA
Marcello Sorgi
Il giornalista scrittore ha scoperto per caso a Lipari…
mentre era in vacanza..
questo bellissimo e sorprendente gossip di fine guerra…
Una bruciante passione testimoniata da lettere e «pizzini»
gelosamente custoditi nell’armadio della «petite mal maison»
di contrada Timparozzo,
che fu scenario di quel tormentato profondo rapporto.
Ma andiamo avanti con ordine...
I PROTAGONISTI
EDDA MUSSOLINI… VEDOVA CIANO…
E
LEONIDA BUONGIORNO
ed il palcoscenico… bellissimo…
sul quale si snoda la storia…
è la bella isola di Lipari...
la più grande delle Eolie...
EDDA
CHE PERSONA E’?
Figlia di Benito Mussolini... e Rachele Guidi... trascorre l'infanzia a Milano, discola e molto magra.
Ormai giovanetta conosce il Conte Galeazzo fratello di un'amica e dopo soli due mesi Edda Mussolini, a soli 20 anni, lo sposerà il 24 aprile 1930.
Edda bambina con i genitori
Capri è la meta del loro viaggio di nozze lampo, poi i due sposi partono per Shanghai dove Galeazzo Ciano è console.
Dopo la nascita del figlio Fabrizio rientrano in Italia nel 1932, dove la carriera di Ciano culminerà con la nomina a Ministro degli Esteri.
Edda con il marito Galeazzo Ciano
E’ nella Roma degli anni 30 una delle più attive protagoniste della mondanità…
Potente e prepotente, inquieta, chiacchierata, adoratrice della dea della mondanità, Edda Ciano è la "contessa dei Parioli".
Spregiudicata, stravagante, di non inespugnabile virtù, ama il gin, il poker, le sigarette forti, gli uomini più giovani, gli abiti audaci, i romanzi americani e le opere di De Chirico.
Appartiene alla razza cui la quotidianità riserva solo scosse di piacere.
La sua vita è una sfida alle regole, un divertissement, un romanzo. Il suo copione sembra scritto dal dio della fortuna.
Poi, inevitabile, scatta il contrappasso: gli dei malevoli si vendicano e la sua lunga, elegante vacanza precipita in tragedia nelle cupe atmosfere del fascismo morente.
Salò, 1944.
La ribelle dorata dei quartieri alti si trasforma in ribelle autentica, dalla maschera tragica.
Donna "contro", orgogliosa ma sfinita dalla vita, lotta con tutte le sue forze per salvare Galeazzo. Implora, minaccia, gioca la carta dei Diari, maledice il padre tanto amato, piange tutte le sue lacrime. Invano.
Edda col padre Benito
Ferita, furiosa, disperata, si rivela una donna vera, protagonista e vittima della Storia.
Gli altri muoiono, lei sopravvive ma è una donna senza sorriso.
Ha amato il marito Galeazzo, a modo suo, e glielo hanno portato via.
Ha amato il padre Benito con tutta se stessa e lui l’ha tradita.
Ha tanto amato e la vita l’ha portata a odiare: tragico capriccio del destino, che, impietoso, le ha chiesto il conto.
Nel settembre del 1945, a cinque mesi dalla fucilazione del padre Benito Mussolini e ventuno da quella del marito Galeazzo, Edda Ciano viene mandata al confino a Lipari.
La "sorvegliata speciale numero 1", come ama definirsi, è malata, depressa, chiusa nella solitudine. A 35 anni sembra una donna finita.
Ma... non sarà così.
LEONIDA BUONGIORNO
CHI E’?
Figlio di don Eduardu Bongiorno, capomusica della banda municipale di Lipari, socialista con Mussolini e poi così antifascista da essersi sempre rifiutato di suonare col suo trombone “Giovinezza” e da aver aiutato la fuga in motoscafo di Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Fausto Nitti nel 1929, era ritornato da poco sull’isola.
Era stato Tenente degli Alpini in Grecia e Francia, quindi orgoglioso partigiano comunista della resistenza francese ed ex prigioniero dei tedeschi, era colto (laureato in Economia a Bologna), ma anche conoscitore di greco e latino e romantico.
E’ a capo del Pci isolano… quando…
LA LOVE STORY
Abbiamo lasciato Edda triste e sconsolata al confino ma ecco che dal mazzo di carte del cangiante destino esce un jolly:
Leonida Bongiorno, partigiano comunista bello, alto, forte, colto, romantico.
Lei ha il fascino dell’inquietudine, la seduzione del mistero, l’appeal della dea pagana che fu.
La contessa lo corteggia subito, per stuzzicarlo lo chiama “Baiardo” (come il cavallo di Rinaldo) o “Lecret” (come il generale liberatore di Cuba nel 1898), e gli chiede di poter stare nella sua «casetta moresca» del Timparozzo che le ha «preso il cuore» e che ribattezzerà “Petite Malmaison” (come il castello regalato da Napoleone a Joséphine de Beauharnais dopo il divorzio).
Il loro nido.
Nelle lettere spesso lo provoca: «Mio adorabile allievo di sieur Palmiro»; «Continuate a essere comunista? Davvero?»…
Lui, un po’ in soggezione dinanzi a quella donna misteriosa, le dà il nome di Ellenica, le racconta epici episodi di guerra, leggende e miti delle Eolie, le declama a voce alta l’Odissea, che conosce a memoria.
Soprattutto, la ragguaglia sul suo passato sentimentale, sulle sue tre storie d’amore degne di essere ricordate. Edda ricambia le confidenze, ricorda i tradimenti di Galeazzo, l’indifferenza del Duce («Una donna italiana fascista deve saper portare le corna»), e anche i suoi.
Presto l’amicizia, complici le gite in barca, i versi di Byron, la sbocciante primavera eoliana, senza però sottovalutare i succinti costumi da bagno della rifiorita e abbronzata 35enne, si trasforma.
E poco prima della Pasqua 1946 i baci diventano più audaci, le carezze spinte, gli incontri bollenti. A Vulcanello il 16 marzo Baiardo la disegna nuda, dritta su una piccola roccia in mezzo al mare; un ritratto destinato, dopo il rientro a Roma, a una parete del bagno personale di Ellenica.
Ormai il soldato conquistatore è cotto a puntino.
Una sera le confessa: «Voi per me potreste essere la donna ideale!».
Ma viene gelato: «è possibile che io lo sia per tutti gli uomini che si sono innamorati di me?».
Fra la figlia del duce, la "fascistissima" Edda, e un uomo che orgogliosamente esibisce la tessera del Pci nasce una grande passione, un amore disperato.
Si incontrano, si corteggiano, si amano.
Baci dati e negati, fughe repentine, capricci di monella, parole sussurrate, poesie dedicate, sguardi persi nel vuoto, momenti di passionalità intensa, lettere, gelosia.
Una storia d’amore struggente, impossibile, che nasce e si consuma nelle magiche Eolie, inebriata dal profumo dei gelsomini, bagnata dalle acque blu di quelle isole vulcaniche, rincorsa sulle spiagge nere nei giorni di scirocco «bianco», il vento africano che toglie le forze e induce alla rilassatezza. E come tutte le storie d’amore, capace di superare ogni differenza e ideologia.
«La loro è una storia d’amore e di grande bellezza di vita isolana, un po’ indigena, impensabile oggi.
Passavano le nottate a far l’amore sul terrazzo di casa, lei faceva il bagno in due pezzi…»
CONTINUA….
Testo ed immagini da vari siti rielaborati e coordinati da T.K.
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LA CONCLUSIONE DELLA STORIA
L'INTERVISTA ALL'AUTORE DEL LIBRO
ED UN... VIDEO...
Un angolo dell'isola di Lipari
L'IMPENSABILE LOVE STORY
TRA LA FIGLIA DEL DUCE
ED UN CAPO PARTIGIANO
II PARTE
LA CONCLUSIONE DELLA STORIA
Nell'estate del 1946, quando Edda, non più sottoposta al confino, per effetto dell'amnistia firmata da Togliatti, lascia l'isola, nonostante lo strazio della lontananza (e della gelosia), il loro rapporto non si interrompe:
"Mio carissimo e unico comunista", Edda scrive a Leonida "vi amo assai".
Il 25 giugno 1946, grazie però soltanto all’amnistia firmata da Togliatti, arriva la revoca del confino. Edda è libera e se ne va.
Ma non è la fine.
Si continuano a scrivere, tra gelosie e colpi di testa (lei si raperà a zero per protesta contro la nuova fidanzata, e futura moglie, di Leonida, Angela Cusolito, soprannominata “Chevelue” per i capelli ricci, e gli manderà una ciocca con un messaggio: «E' tutto ciò che resta d’una razza che s’è spenta. Qualcosa di simile all’ultimo dei Moicani», si incontrano di nuovo a Lipari per tre settimane, fanno un viaggio clandestino al Nord...
Il loro è amore vero, ma i percorsi sono diversi.
Il vissuto... le diverse storie personali di vita però schiacciano questo amore totale benché sorprendente.
Lui non avrebbe mai lasciato la sua isola, lei non sarebbe mai andata a vivere laggiù...
Il muro fatto erigere da Leonida Buongiorno con i versi dell'Odissea
Del loro amore resta un muro, scolpito nel 1971, a pochi metri dal ristorante “Filippino”, con i versi del canto XII dell’Odissea, in cui Circe indica a Ulisse due rotte impossibili per tornare a Itaca...
Ristorante Filippino - Lipari
Una storia un pò folle, appassionata ma forse pirandellianamente confusa nell'ambiguità fra il teatro e la vita, sfuma così pian piano in un'amicizia.
Dolce, malinconica, appesa a un raggio di sole, fino al tramonto.
ORA LA PAROLA...
ALLO SCOPRITORE DELLA STORIA...
Marcello Sorgi
ed autore del libro:
"Edda Ciano e il comunista. L’inconfessabile passione della figlia del duce" .
Si tratta di un saggio storico, edito da Rizzoli, che fa luce su una vicenda storico-sentimentale che per oltre sessant’anni é stata custodita gelosamente dagli eoliani, con questa intervista.
Edda Mussolini
D: Questa storia è rimasta un segreto isolano per più di 60 anni, cosa l’ha spinta a rompere il "muro del silenzio" e soprattutto come ci è riuscito?
R: Mi ha spinto la curiosità, sono un giornalista e quindi è inevitabile che, se uno viene a conoscenza di una bella storia, cerca di ricostruirla.
E’ rimasta segreta stranamente perché io ho trovato anche un articolo del Corriere della Sera, che ho riportato nel libro, di quando Edda riceve la notizia che il suo confino è stato revocato. L’articolo racconta la vita di Edda Ciano a Lipari fra cui il fatto che lei faceva delle passeggiate con le amiche, andava nei ristoranti e "non disdegnava la compagnia di un noto esponente di un noto partito politico, l’aitante Leonida Buongiorno". Lo stile giornalistico allora era un po’ più paludato di quello di oggi, il gossip non esisteva ancora però l’indizio c’era.
Alla fine della storia Leonida farà erigere un muro in memoria della sua storia con Edda Ciano: la ragione per cui è rimasto un segreto a Lipari è che il muro riporta una dedica a "Ellenica", che è il soprannome che lui le aveva dato, ma non tutti sapevano a Lipari che Ellenica in realtà era Edda Ciano. Anche lui aveva dei soprannomi, lei lo chiamava Baiardo come il cavallo dell’Orlando Furioso o Lecret, che è il cognome di un generale che fece la guerra di liberazione di Cuba nell’800.
Leonida fa erigere questo muro anche per spiegare perché questa storia era finita: il muro contiene i versi del canto XII dell’Odissea in cui la maga Circe, che era innamorata di Ulisse, per trattenerlo gli dice che se parte qualunque rotta prenderà per tornare a Itaca, affonderà anche se prende la rotta più vicino a Lipari. Con un pizzico di interpretazione è abbastanza facile capire che se Circe era Edda e se Ulisse era Leonida, lui l’ha lasciata perché ha capito che comunque con lei sarebbe affondato. E’ stata una scelta di saggezza e prudenza perché poi lui ha potuto riprendere una vita normale, ha sposato una donna di Lipari, ha avuto un figlio, ha lavorato tutta la vita a Lipari. E’ stata anche una scelta dettata dalla paura perché a volte le storie d’amore troppo impegnative fanno anche paura.
EDDA COL PADRE E LA FAMIGLIA
D: Dal punto di vista storico questa vicenda è inquadrata nelle complesse vicende del tramonto del fascismo e della famiglia del Duce: quali elementi aggiunge il suo libro alle conoscenze storiche preesistenti?
R: Intanto aggiunge un capitolo inedito nella storia della vita di Edda; di Edda si sanno tante cose, lei stessa aveva fatto una sorta di autobiografia durante una lunga intervista televisiva che da cui è stato ricavato un libro, ma questo capitolo del confino e della sua storia con Leonida non si conosceva: è un inedito assoluto e aggiunge un pezzo che mancava alla sua biografia. Il libro aggiunge qualcosa anche al ritratto dell’Italia quando il fascismo è caduto: in quell’Italia lì Edda viene mandata al confino e, pur avendo lei delle responsabilità oggettive perché era la moglie di Ciano e la figlia di Mussolini, viene trattata con scarso rispetto dei diritti umani. Viene confinata a Lipari in un modo peggiore di quello con cui oggi vengono trattati i detenuti di Guantanamo; per usare i termini della madre di Edda, donna Rachele, "la gettano in un lurido tugurio".
Se lei non avesse conosciuto Leonida e non fosse stata "adottata" dalla sua famiglia, forse non sarebbe sopravvissuta al confino.
Parliamo di una persona che era uscita da una malattia nervosa, una depressione molto molto pesante, che era stata anche in manicomio in Svizzera e all’arrivo pesava 42 chili ed era quindi in uno stato di cattiva salute di cui non è stato tenuto conto prima di mandarla al confino.
E poi le accuse: lei era andata al confino con un’ ordinanza che l’accusava di aver provocato la seconda guerra mondiale. C’è un eccesso di retorica, ovviamente: se Edda avesse provocato la seconda guerra mondiale avrebbe meritato il tribunale di Norimberga, non il confino di Lipari
Accanto all’aspetto sentimentale della storia poi c’è un aspetto politico in questa storia: ciò che trattiene Leonida dal legarsi completamente a Edda è anche il fatto di essere comunista. Lui ha perfettamente presente il dubbio di mettersi con la figlia del Duce, capisce che la sua coscienza politica entra in contraddizione.
Lei invece è divertita, lo prende in giro perché considera il comunismo una sciocchezza, lo usa per intestare le lettere "mio caro e unico comunista ti amo assai", e ancora "mio caro fidanzato non pensate che l’amore sia molto più importante della politica". Lei lo sfotte abbastanza anche perché ha alle spalle un’esperienza politica incredibile: ha conosciuto il Fuhrer e Churchill, è stata una donna che ha girato nelle cancellerie di mezza Europa mentre c’era la seconda guerra mondiale.
E’ abituata a misurare la realtà e la politica con un metro completamente diverso dalle illusioni di un giovane che ha fatto il partigiano, sogna la rivoluzione e che pensa che in Italia la sinistra vincerà e si farà una specie di partito socialista, c’è una distanza incredibile tra lei e lui.
Anche in questo senso il libro ci dà un’idea del clima politico dell’epoca.
IL VIDEO
Segnalo infine che dal libro è stata tratta una fiction della RAI...
di cui possiamo vedere alcune scene in questo video...
Tony Kospan
F I N E
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De: haiku04 |
Enviado: 21/06/2012 13:09 |
Molto interessante ed esaustivo. Mi ha sempre intrigato la storia di questa donna ante litteram, amatissima dal padre e contemporaneamente diversissima dall'immagine della donna fascista: casalinga, lavoratrice e soprattutto fattrice di figli, tanti figli... futuri soldati pronti più che per la patria, per la carneficina.
Una donna che sarebbe potuta entrare in una tragedia greca a causa delle vicende che la videro protagonista, divisa tra l'amore per il padre e la dedizione verso il padre dei suoi figli, senza contare l'intervento di donna Rachele, favorevole al duce e quindi contro la sua stessa figlia...
Una donna coraggiosa, moglie sempre tradita da quel gran donnaiolo di Ciano, ma al quale pure lei non è rimasta fedele, soprattutto nell'atmosfera esotica e libertina di Shanghai dove ogni "distrazione" era tanto a portata di mano....
E' bella questa storia d'amore che ha reso il suo confino inizialmente devastante, in un periodo di passione e di ripresa alla vita..... è finito.... ognuno per la propria strada, ma rimane senz'altro una pagina riposante e importante nella vita di Edda, donna troppo intelligente per la sua epoca.
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Sono davvero mille le sfumature di questa incredibile storia...
Sono molto perplesso... riguardo a Edda...
Tutto lei vive ed è un tutto di un'intensità incredibile...
morte del marito, e padre dei suoi figli, su decisione del padre...
morte del padre creatore del fascismo
ma poi quel tutto le scivola addosso... come acqua fresca...
Non so davvero non so se sia modernità o altro...
Propendo però, dovendo scegliere, per il ritratto di una donna...
colta... evoluta... certo... ma anche molto... molto... viziata...
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De: haiku04 |
Enviado: 21/06/2012 13:39 |
Chissà se poi tutto le sia scivolato addosso davvero.... tra l'altro è rimasta viva per vero miracolo quando è affondata la nave-ospedale Po, colpita da un siluro inglese, sulla quale era crocerossina volontaria, contro il volere del padre che ne conosceva l'alto rischio.
Una donna davvero con mille sfumature, un carattere fortissimo e un po' mascolino, un'idealista, certamente cresciuta tra agi principeschi, rari in quei tempi....
Aveva tre figli da salvaguardare, e penso che questo fattore le abbia permesso di continuare, dimenticare non credo, ma continuare... poi, chissà, per certi versi rimarrà sempre un enigma.
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Sì forse resta un enigma...
ed in ogni caso è stata una protagonista di primo piano...
nel bene e nel male
della storia... della politica... della mondanità...
del secolo scorso...
Infine condivido il pensiero di Sorgi...
nella coppia...
tra lei ed il partigiano...
era lei la più forte... da un punto di vista mentale...
data la forte e complessa personalità
che appare evidente anche dalle lettere che gli inviava...
Lui anche contro il suo cuore
fece forse la scelta più saggia
per l'enorme differenza non tanto culturale...
ma di visioni politiche... di modi di vedere... e di vivere...
dato che in fondo era una persona semplice
benché colta... ed amante della propria isola...
Ma proprio le enormi differenze tra loro rendono questa storia
estremamente affascinante...
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