Sir Francesco Paolo Tosti, compositore italiano naturalizzato inglese, nacque a Ortona a Mare (Chieti) il 9 aprile 1846 e morì a Roma il 2 luglio 1916.
Tosti, indubbiamente, fu il padre di uno stile salottiero raffinato, ottenne un pieno successo basato prevalentemente sull’immediato impatto che la sua musica aveva
nell'Italia umbertina e nell’Inghilterra del periodo vittoriano.
Egli aveva facilità nel creare la melodia già citata, il gusto per il ritmo, evitando la monotonia che poteva nascere da una scelta melodica pericolosamente simile fra una romanza e l’altra.
Non trascuriamo il fatto che anche G. D’Annunzio contribuì non poco, a creare il personaggio tostiano, portandolo a conoscenza di tutti attraverso articoli che inneggiavano alla sua efficacia come musicista e come fresco inventore di melodie facilmente memorizzabili.
D’Annunzio oltre ad offrire un valido aiuto a Tosti, diventò anonimo collaboratore, scrivendo, con lo pseudonimo Mario de’ Fiori, il testo de “A vucchella”, brano entrato nella tradizione lirica italiana e mondiale.
Fra i trenta brani musicati da Tosti su versi di D’Annunzio, sedici sono stati composti esplicitamente per essere accompagnati dalla melodia. Per esempio il brano “Malinconia” fu scoperto tra le carte del Tosti dal maestro A. Piovano e dopo una prima edizione, datata 1888, del brano non si è più venuti a conoscenza. Interessante una frase scritta da Paola Sorge, nella quale si riflette l’anima dei due personaggi: “Da una prima superficiale lettura di tutti i brani composti dal Poeta e musicati da Tosti si potrebbe avanzare la suggestiva ipotesi di una corrispondenza di valore artistico tra testo poetico e note.
Ai versi facili ed ingenui delle prime romanze dannunziane corrisponde a mio avviso un’altrettanto facile melodia – si ricordino Visione, Arcano, Notte bianca, ad esempio mentre alle composizioni più mature ed elaborate del Poeta si accompagna una musica raffinata e preziosa” Altri importanti poeti decisero di collaborare in modo attivo, ricordiamo A. Fogazzaro, E. Pantacchi, firme prestigiose del panorama letterario italiano.
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Leoncavallo, il quale fu un intimo amico di Tosti, lo definì con due lapidarie frasi che sintetizzano l’esatto ruolo del compositore all’interno del panorama musicale dell’epoca: “anima da trovatore moderno” e “principe della romanza italiana da camera”. Egli volle registrare gli stati d’animo, gli amori, le esagerazioni sentimentali di un periodo culturale e sociale che lascia molto spazio agli estremismi del pensiero amoroso; diventò il cronista del tempo, dell’attimo fuggente, vedendo direttamente due realtà, quella regale e quella popolare riunite in un uso quasi caricaturale della voce, esagerando le svenevolezze del testo.
Approfondendo il lato musicale, riscontriamo, oltre all’uso della melodia quasi scontato, un’armonia intensa, un’idea precisa dell’orchestra, in quanto all’ascolto del pianoforte viene spontaneo pensare al movimento ondulato dei vari strumenti della compagine strumentale che possono entrare di volta in volta.
Esiste una precisa architettura sonora che Tosti mantiene inalterata nel tempo, finalizzando la propria ricerca ad una fusione ideale fra voce ed accompagnamento pianistico. Inoltre ricordiamo che il periodo aiutava a creare ambientazioni leggere e frivole. Il café concerto, l’operetta erano tutte forme musicali che furoreggiavano e nelle sale di varietà della Roma umbertina i locali come Esedra, Trianon, Gambrinus venivano frequentati dai nobili, i quali trovavano qui, nei loro salotti privati i brani di Tosti. Egli ricopriva così il ruolo di importante collegamento fra il mondo del café – chantant e l’opera. Nel 1904 Tosti presentò Puccini a una sua allieva, Sybil Selingman, moglie di un banchiere della City. Con la donna Puccini creerà un rapporto intimo che sfocerà più tardi in una amicizia. Anche una lettera scritta da Puccini al Prof. G. Buonamici, nel 1894, dimostra l’amicizia nata tra i due compositori. La celebrità di Tosti, già ampia, divenne immortale con il film “Torna, caro ideale” di C. Brignone; senza dimenticare l’interpretazione dei suoi brani da parte di voci storiche della lirica italiana quali Caruso, Schipa, Di Stefano, Pavarotti, Carreras. Negli ultimi anni il suo nome è rientrato nei circuiti internazionali dei concerti: una nuova stagione tostiana darebbe ulteriore lustro alla scuola musicale italiana non di stampo esclusivamente operistico.
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Opere di Giovanni Boldini