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De: haiku04 (Mensaje original) |
Enviado: 05/07/2012 13:46 |
...... nelle sue poesie vi è un esotismo che sa di spezie, profumi,
magie e passioni.... vien voglia di vacanze.... e di partire
alla volta di un'avventura che forse è più sogno
che realtà....
Cartagena e altre magie d'amore
Ci amammo a Cartagena, la terra degli aranci e i pesci-spada, delle sierre rosse e infuocate, delle grate saracene alle finestre. Là, l'amore è selvaggio e ineffabile, e il sole ha la truce intemperanza dell'arabo, del toro, del mare in tempesta. Sostammo nella piazza del porto, in una danza di spezie e tamarindi, di gamberi fritti e palme sciolte al vento, di rauche chitarre e di ispaniche taverne. Ma andiamo, anima mia, Cartagena non ci aspetta più, e il tuo cappello di panama solitario sotto la pendola ha l'odore di vicoli del sud lenti e selvaggi, di ostriche d'argento spalancate e arrese. Andiamo, già pesa nel cuore questo amaro di gomma e resina crepitanti, questa dolce tristezza di canestri bruciati. Ora non so più darti rime celesti e colte, né un fraseggiare etereo e astuto che accenda nel tuo cuore una fiaccola d'oro ed alabastro. Posso soltanto con rime rudi farti sentire l'eco delle mie lontane risa innamorate percorrere impazzite le nostre strade moresche. Lascia dunque ch'io sia l'ultimo poeta di Cartagena, coi piedi che soffrono in scarpe troppo strette, colui che fiutava l'odore di magie d'amore che usciva dalle case nei meriggi ardenti, colui che ha nel cuore nacchere e mantiglie, colui che ha negli occhi il bagliore appannato del toro nell'ora della morte: perché è Cartagena la mia estasi alata, e lunga, e oscura, regina amara dei miei giorni che volano e volano come i suoi mulini all'alba, folli di vento e di perduto amore.
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De: haiku04 |
Enviado: 19/07/2012 13:20 |
Sahara
Ho visto donne fiere nereggiare sulle soglie delle tende e guardare l’orizzonte con occhi millenari e impenetrabili, e ho visto uomini a cavallo con la scimitarra, fermi come statue in attesa della grande notte araba, e cammelli imponenti sulle piste segnate da memorie antiche, e sufi erranti col terzo occhio della pazza saggezza.
Amo il deserto, perché è nudo, e pulisce l’anima dai mostri del passato, e prosciuga il cuore dalle nebbie della paura, e scuote la carne dal torpore dell’oblio di sé.
Amo il deserto perché è il sale ancestrale d’ogni uomo, e la sua sabbia cancella le illusioni e le denuda senza pietà.
Amo il deserto perché ti assomiglia, amore, così duro e profondo come l’incavo del tuo petto oscuro, così assorto e inerte come il fondo dei tuoi occhi, così caldo e antico come la tua ombra di uomo presso un portico assolato, così pieno di incantati miraggi come il tuo arrenderti all’amore con un solo sospiro.
E odio il deserto, perché sempre mi sfugge fischiando nel vento, e mi ruba l’anima scomparendo sardonico: l’uno e l’altro uguali e fratelli il deserto e l’uomo che amo, da me strappano una lacrima e un sorriso, estremo grido di un’estasi triste.
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Molto belle le poesie ma che dire dei post?
Davvero fantastici nella loro raffinata eleganza...
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De: haiku04 |
Enviado: 19/07/2012 15:42 |
Ma grazie!!!!
....è un piccolo divertimento creare qualche cornice!!
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Ti avverto eh eh...
che ruberò prima o poi qualcosa...
a te ed alle altre amiche...
Non resisto eh eh...
Ciaooooooooooooo |
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De: haiku04 |
Enviado: 20/07/2012 12:35 |
Tutti rubiamo sempre qualcosa dal web, ma senza far danni e, anzi, diffondendo quello che a noi pare bellezza,
o cultura, o perchè semplicemente ci piace.... direi che è un bel rubare!!
Neruda
Il tuo mondo era fatto di ispaniche, carnali rose abbracciate ai cancelli di ferro battuto, caldi di sole. La tua bocca portava la coscienza d’altri mondi, sentori di deserti e di donne al pozzo, di tende sospiranti tra i cedri di lontane città dai marini contorni, di barche di sogno sospinte alla deriva in mari opalescenti. La tua solitudine stillava l’oro puro del dolore ribelle, dell’abbandono incauto e sempre trafitto, dell’esilio brutale ed errante per una libertà smarrita.
No, non canto la tua musica notturna, ne la tua goffa andatura di condor ferito, canto invece questi raggi del tuo esistere, che ancora abbagliano d’immortale gli amanti. Canto ciò che appariva nelle tue risa, canto ciò che strappasti dall’antica memoria d’altri tempi celesti, canto ciò che strappasti dalle arcane reni dei tuoi progenitori.
Tu vivi ancora, Neruda, s’alza la tua voce ai confini della notte, là dove non vola nè aquila né airone, e il tempo tace, folgorato d’amore.
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Certo ... infatti scherzavo...
La parola giusta potrebbe esser condivisione...
Ciaoooooooooo |
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