Luisa di Marillac
(Parigi, 12 agosto 1591 – Parigi, 15 marzo 1660)
è stata una religiosa francese,
fondatrice delle Figlie della Carità di san Vincenzo de' Paoli:
è stata proclamata santa da papa Pio XI nel 1934.
La famiglia Marillac era una famiglia resa nobile solo nel 1569 nella persona di Guillaume II di Marillac nonno di Luisa. Luisa nacque in circostanze misteriose. In un atto notarile redatto tre giorni dopo la nascita della bambina, Luigi I di Marillac, cavaliere, signore di Ferrières-in-Brie concedette a Luisa una rendita e la riconobbe come sua "figlia naturale". Tuttavia, è possibile che si sia attribuito questa nascita per evitare uno scandalo ad uno dei suoi fratelli. La piccola Luisa fu messa a pensione nel monastero reale di San Luigi di Poissy. Qui le domenicane le insegnarono a conoscere Dio, a leggere e scrivere e a dipingere. Le diedero poi una solida formazione umanistica. È molto probabile che in quel periodo Luisa abbia avuto modo di conoscere la spiritualità di Santa Caterina da Siena, che trasparirà più tardi nei suoi scritti spirituali. Ben presto Luisa venne inviata, in una pensione per ragazze, a Parigi, da Michele di Marillac suo tutore. Qui Luisa imparò a tenere una casa e beneficiò del clima della riforma cattolica che infiammava la Parigi devota. Allora frequentava le cappuccine "Figlie della Croce" e, pensando di diventare una di esse, fece voto di servire Dio ed il prossimo. È qui che conobbe Charles Bochard de Champigny detto "Honoré de Paris." Quest'ultimo tenendo conto della debole costituzione di Luisa di Marillac, le consigliò di non farsi cappuccina, assicurandole che Dio aveva per lei un "altro progetto". Luisa in seguito fu accompagnata nel suo cammino spirituale da Jean-Pierre Camus vescovo della diocesi di Belley, grande amico di san Francesco di Sales. Michele di Marillac e suo cognato Ottaviano II Doni di Attichy di origine fiorentina, vedendo in Luisa un'opportunità per avvicinarsi al potere, scelgono di farle sposare un segretario agli ordini della regina madre, Maria de Medici. Il 5 febbraio 1613, Luisa di Marillac sposò nella chiesa di Saint Gervais, Antoine Le Gras appartenente ad un'antica famiglia di Montferrand, che perverrà più tardi alla nobiltà. La giovane donna diede prematuramente alla luce il piccolo Michele. Ma la felicità familiare dei Le Gras fu di breve durata, fin dal 1622, Antoine cadde gravemente malato. Luisa conobbe un lungo periodo di depressione spirituale, perché credeva che Dio l'avesse punita con la malattia del marito per non essersi data a Lui come aveva promesso, quando era più giovane. Tuttavia, il giorno di Pentecoste del 1623, mentre pregava il suo spirito fu illuminato ed i suoi dubbi si dissiparono in un istante. Dalla pergamena che descrive la "Luce di Pentecoste" e che Luisa porterà su di sé per il resto dei suoi giorni, sappiamo che quel giorno acquistò la certezza che il suo posto era al capezzale del marito e che sarebbe venuto un tempo in cui avrebbe potuto pronunciare i voti, vivere in comunità. Tra la fine del 1624 incontrò Vincenzo de Paoli che aveva iniziato a fondare le confraternite della Carità alla fine delle missioni e stava per fondare la congregazione della Missione, (in seguito Lazzaristi). Stroncato dalla tubercolosi, Antoine le Gras si spense il 21 dicembre 1625, lasciando Luisa ed il piccolo Michele nella precarietà economica. Allora Luisa mise il figlio in una pensione nella Chiesa di Saint-Nicolas-du-Chardonnet. Dal 1625 al 1629, Vincenzo riuscì a poco a poco a dirigere Mademoiselle le Gras verso il bene del prossimo, piuttosto che verso la propria devozione o l'inquietudine materna. La personalità di Luisa si rivelò pienamente man mano che superava le infermità fisiche ed i timori, nell'andare nelle parrocchie ad organizzare o rinforzare le carità. Il 5 febbraio 1630, dopo aver visitato la carità di Asnières e preparandosi a partire a visitare quella di Saint-Cloud, Luisa di Marillac volle celebrare l'anniversario delle sue nozze, assistendo alla Messa. Ricevendo la comunione, fece l'esperienza del matrimonio mistico con Cristo. Luisa riunì a casa sua diverse giovanette per formarle. Il 25 marzo 1642, Luisa e quattro delle prime suore fecero voto di offrirsi totalmente al servizio di Cristo nella persona dei poveri. Questi furono gli umili inizi della Compagnia delle Figlie della Carità. Le attività delle Figlie della Carità erano molteplici, dall'educazione dei trovatelli al soccorso alle vittime della guerra dei Trent'anni e della Fronda, dalla cura dei malati a domicilio o negli ospedali al servizio ai galeotti e alle persone malate mentali, dall'istruzione delle bambine povere al contributo alla creazione dell'ospizio del Santo nome di Gesù e dell'ospedale generale di Parigi. Queste donne "libere" avevano per velo "la santa umiltà'", "per monastero la casa dei malati, per cella una camera d'affitto, per chiostro le vie della città, o le sale degli ospedali" e per motto: «La carità di Gesù Crocifisso ci stimola». Nel 1657, Vincenzo de Paoli disse che Luisa de Marillac era "come morta" da più di vent' anni, ma ella si spense solamente il 15 marzo 1660, alcuni mesi prima di lui. Il suo corpo, prima inumato nella chiesa di Saint-Laurent a Parigi, oggi riposa nella cappella dell'attuale casa madre delle Figlie della Carità, al numero 140 della rue du Bac, a Parigi. Figlia illegittima, moglie colpita da prove, vedova contemplativa ed attiva, madre inquieta e nonna serena, insegnante e infermiera, assistente sociale ed organizzatrice della Carità, continua a ben ispirare gli uomini e le donne del nostro tempo, tra le quali le 21.000 Figlie della Carità (chiamate anche Suore di san Vincenzo de Paoli) che servono in tutto il mondo, ed i loro numerosi collaboratori. Luisa di Marillac fu beatificata il 9 maggio 1920 da papa Benedetto XV, canonizzata l'11 marzo 1934 da papa Pio XI e proclamata patrona delle opere sociali nel 1960 da papa Giovanni XXIII. La sua memoria liturgica cade il 15 marzo.