Dopo l'Armistizio di Cassibile, partecipa attivamente nelle file della Resistenza. Nel 1944 entra a far parte del CUMER (Comando Unificato Militare Emilia-Romagna) con il ruolo di staffetta. A poche settimane dalla liberazione viene catturata dai nazifascisti che, dopo averla torturata senza ottenere alcuna confessione, la fucilano il 28 marzo 1945.
A Conselice è visibile in Corso Garibaldi una lapide a lei dedicata il cui testo è stato redatto da Renata Viganò.
INES BEDESCHI ERA NEL FIORE DELLA VITA
E TUTTA INTERA VOLEVA VIVERLA
INVECE LA DETTE DA PARTIGIANA
AD OGNI COSA PIÙ CARA RINUNCIÒ CHE NON FOSSE LA LOTTA
DALLE SUE VALLI E MONTI DI ROMAGNA
ANDÒ DOVE ERA MAGGIORE IL BISOGNO
LA PRESERO I NAZISTI FEROCI E SPAVENTATI
LA TORTURA NON STRAPPÒ DALLA SUA BOCCA ROTTA
NEPPURE UN NOME DI COMPAGNO
INFURIATI I TEDESCHI LA PORTARONO SULLA RIVA DEL PO
MA ANCHE IN UN GIORNO DI PRIMAVERA CHE ERA FATICA MORIRE
INES BEDESCHI NON SENTÌ LA VOGLIA
DI SALVARSI COL TRADIMENTO
L'11 settembre 1968 con Decreto Presidenziale le viene concessa la medaglia d'oro.
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Medaglia d'oro al valor militare |
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«Spinta da un ardente amor di Patria, entrava all'armistizio nelle formazioni partigiane operanti nella sua zona, subito distinguendosi per elevato spirito e intelligente iniziativa. Assunti i compiti di staffetta, portava a termine le delicate missioni affidatele incurante dei rischi e pericoli cui andava incontro e della assidua sorveglianza del nemico. Scoperta, arrestata e barbaramente torturata, preferiva il supremo sacrificio anziché tradire i suoi compagni di lotta..» — Nord Emilia (Parma ) - Riva del Po (Parma), 1º ottobre 1943 - 28 marzo 1945. |