Oggi è l'anniversario della nascita del grande poeta
(Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981)
Montale è tra i massimi poeti dello scorso secolo
e premio Nobel per la letteratura nel 1975.
UN BREVE ACCENNO ALLA SUA POETICA
Consapevole che la conoscenza umana non può raggiungere l'assoluto, nemmeno tramite l'amata poesia, Montale però le affida un compito d'analisi della condizione umana in generale
Riconosce solo l'esistenza del dovere e dell'amore come elementi positivi da perseguire ma questo nell'ambito di una visione completamente disillusa ed amara... del senso della vita.
Pur senza essere filosofica dunque la sua poesia appare uno strumento di conoscenza della realtà...
Ricordiamolo ed omaggiamolo
con queste sue poesie tra le più note.
ALCUNE SUE POESIE
FELICITA' RAGGIUNTA
Felicità raggiunta, si cammina per te sul fil di lama. Agli occhi sei barlume che vacilla al piede, teso ghiaccio che s'incrina; e dunque non ti tocchi chi più t'ama. Se giungi sulle anime invase di tristezza e le schiari, il tuo mattino è dolce e turbatore come i nidi delle cimase. Ma nulla paga il pianto di un bambino a cui fugge il pallone tra le case.
SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO
Spesso il male di vivere ho incontrato: era il rivo strozzato che gorgoglia, era l'incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. Bene non seppi; fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
LA BELLE DAME SANS MERCI
Certo i gabbiani cantonali hanno atteso invano le briciole di pale che io gettavo sul tuo balcone perché tu sentissi anche chiusa nel sonno le loro strida.
Oggi manchiamo all'appuntamento tutti e due e il nostro breakfast gela tra cataste per me di libri inutili e per te di reliquie che non so: calendari, astucci, fiale e creme.
Stupefacente il tuo volto s'ostina ancora, stagliato sui fondali di calce del mattino; ma una vita senz'ali non lo raggiunge e il suo fuoco soffocato è il bagliore dell'accendino.
MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO
Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Qui giù l'ultima poesia in formato video...
CIAO DA TONY KOSPAN
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