Judi Dench ha 78 anni non è vecchia ma neppur giovane li porta bene questo si
ma noi non sappiamo come sia stata la sua vita, se facile o difficile è cosa faccia
per attenuare i segni dell'età, si sa solo che appare nei film
di 007 sempre pimpante ed in forma
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Assisti, impotente, giorno dopo giorno, alla lenta, ma irreversibile decomposizione
del tuo corpo e della tua mente..
La pelle si inflaccidisce, affiorano qua e là piccole vene rossastre
sul volto e sulle gambe. La peluria si dirada nei punti maggiormente
sottoposti allo sfregamento dei vestiti.
E dimentichi...
Solchi inarrestabili scavano i loro sentieri attorno agli occhi, sulla fronte
sul collo.
Piccoli punti marroni o nerastri si svegliano come da un lungo ragionato
letargo, e poco per volta si ingrossano e si allargano; cellule impazzite
che denunciano l’avanzare di nuove minacce.
Lo smalto dei denti ingiallisce e poi si sfalda, lasciando una serie di
ruderi cavernosi che uno dopo l’altro andranno abbattuti.
E dimentichi...
Il passo si appesantisce, il fiato si accorcia.
La stessa scala che fino a ieri affrontavi con agilità, ora sembra
inconquistabile: non puoi più contare sulla tua agilità.
Il desiderio d’amore si fa più grande della capacità d’amare
poi si assottiglia anch’esso.
E dimentichi...
Le piccole o grandi aspirazioni si trasformano una ad una in
illusioni, mete sempre più irraggiungibili.
Incominci a cancellare i progetti di viaggi lontani, perché sai che
non ci andrai mai più in quei posti, poi cancelli via via anche
quelli meno lontani e poi non hai più voglia di muoverti del tutto.
E dimentichi...
Non ci sono più “nuovi” incontri; la gente è sempre tutta uguale a
gente già vista e già conosciuta. Basta un’occhiata e sai già classificare
i vari individui e riconoscere i loro difetti prima ancora
che si manifestino; le sorprese si estinguono.
E dimentichi...
La vita attorno a te si trasforma a ritmi incalzanti.
E’ il progresso che accelera o sei tu che rallenti?
Le novità che prima ti attraevano ora ti spaventano o
ti lasciano indifferente.
Le tue ossa si accorciano e la schiena s'incurva, mentre piccole
stelle nel cervello si spengono una ad una e il firmamento
mentale si fa sempre più buio e vuoto.
E dimentichi...
Il lavoro che affrontavi con passione diventa una umiliante prova
quotidiana delle tue incapacità. I discepoli ti superano.
Negli scontri sei sempre più spesso il perdente.
E dimentichi...
Sei un testimone disarmato dello stesso disfacimento
di chi ti sta vicino: specchio altrettanto crudele della tua stessa vecchiaia.
Le frasi si atrofizzano, la routine ti imprigiona, i cambiamenti ti spaventano.
E dimentichi...
I bambini ti infastidiscono, i giovani parlano un’altra lingua
gli adulti ti deludono, i vecchi sono noiosi. Ti isoli e resti sempre più solo.
E dimentichi...
Avanzano le prime malattie. Parli sempre più spesso di ossa che dolgono
di stomaco pigro, di occhi sempre più sfocati, di vene indurite e di medicine, ospedali, analisi.
Lo specchio rimbalza l’immagine di un altro. I ricordi si sgretolano
prima i nomi, poi le immagini, poi periodi interi.
E dimentichi...
I funerali prendono il tempo una volta dedicato ai matrimoni e battesimi.
Prima gli anziani, poi i coetanei, poi - se sei fortunato- anche
molti che erano più giovani di te, o meno vecchi, per essere sinceri.
Poi è il tuo turno...
...e sarai a tua volta dimenticato.
Testo: Ricky Spelta