Auguri un po’… scomodi
In diverse parti del mondo Natale è un giorno qualunque. Addirittura in certi paesi, come mi è stato riferito recentemente, è un normale giorno lavorativo e a scuola apposta si programmano esami o verifiche per obbligare gli studenti cristiani ad andarci. Da noi, invece, è ben chiaro che si sta avvicinando il Natale, perché annunciato dal luccichio di pendagli argentati che ricoprono alberi, stipiti, ingressi di luoghi disparati, da nastri variopinti con i quali si avviluppano regali di ogni sorta, dall’arrivo di Babbo Natale che non lesina doni ai bambini che con aria di stupore gli si stringono attorno. Segni che ci immettono in un’atmosfera quasi surreale che ci induce ad essere tutti più buoni. Ebbene, con onestà forse dovremmo lasciarci interrogare da due domande: è proprio vero che ci stiamo impegnando per “essere più buoni”? Inoltre, non corriamo il rischio di dimenticarci del significato autentico del Natale, riducendolo a una festa tradizionale che si accontenta di auguri superficiali e formali, lontani dal messaggio evangelico? Ognuno saprà come e che cosa rispondere con sincerità nel profondo del suo cuore. A questo proposito a ciascuno di voi voglio rivolgere un particolare e caloroso augurio con le parole di don Tonino Bello, con la speranza che possano scuotere un po’ le nostre coscienze e ci aiutino ad aprire gli occhi del cuore a Dio e al prossimo, soprattutto chi si trova in necessità materiale e spirituale:
Tanti auguri scomodi! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali. E vi conceda la forza di inventarvi un'esistenza carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità ad uno sfrattato, a un povero marocchino, a un povero di passaggio. Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la carriera diventa l'idolo della vostra vita; il sorpasso progetto dei vostri giorni; la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla ove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che lo sterco degli uomini o il bidone della spazzatura o l'inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell'affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi tutte le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi cortocircuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
A tutti voi cari auguri di Buon Natale!