Eleanor
Le sere d'autunno mi ricordano te -
I boschi giacciono bui, il giorno si scolora
ai bordi dei colli in rosse aureole.
In un casolare vicino piange un bimbo.
Il vento se ne va a passi tardi
attraverso i tronchi a raccogliere le ultime foglie.
Poi sale, abituata ormai da lungo ai torbidi sguardi,
l'estranea solitaria falce di luna
con la sua mezza luce da terre sconosciute.
Se ne va fredda, indifferente, per il suo sentiero.
La sua luce avvolge il bosco, il canneto, lo stagno
e il sentiero con pallido alone melanconico.
Anche d'inverno in notti senza luce
quando alle finestre vorticano danze di fiocchi
e il vento tempestoso, ho spesso l'impressione di guardarti.
Il piano intona con forza ingannevole
e la tua profonda e cupa voce di contralto
mi parla al cuore. Tu la più crudele delle belle donne.
La mia mano afferra alle volte la lampada
e la sua luce tenue posa sulla larga parete.
Dalla antica cornice la tua immagine oscura guarda
mi conosce bene e mi sorride, stranamente.
Ma io ti bacio mani e capelli
e sussurro il tuo nome.
Herman Hesse
(1877 - 1962)
*****
Scrittore, poeta e pittore, nacque nel 1877 in Svevia.
Ebbe un'infanzia travagliata: sofferente di mal di testa e di insonnia,
fu ricoverato presso un istituto per la cura dei disturbi psichici ed iniziò una vita piuttosto travagliata.
Nel 1895 iniziò un apprendistato presso una libreria.
A contatto con i più bei classici di ogni tempo, scoprì in sé il desiderio di scrivere
e successivamente iniziò a comporre alcune opere.
Nel 1904 sposò Maria Bernoulli e andò a vivere con lei in un villaggio nei pressi di Costanza (Svizzera).
Ebbe tre figli, ma il matrimonio non fu felice e si concluse con la separazione.
Trascorse del tempo a Ceylon e in Malesia, alla ricerca della pace interiore.
Sofferente di depressione, fu sottoposto anche a trattamenti di elettrochoc.
Superati questi momenti più difficili, scrisse le sue opere più famose,
influenzato dal nichilismo di Nietzsche e dalle religioni orientali.
Compose fiabe, poesie e romanzi. Le sue opere più famose sono Siddartha (1922),
Il lupo della steppa (1927), Narciso e Boccadoro (1930).
Nel 1946 gli fu assegnato il Premio Nobel per la Letteratura.
Ebbe ancora diversi periodi di sofferenza sia psichica che fisica.
Ammalato di leucemia, morì nel 1962.