10 Febbraio - Il “Giorno del Ricordo”, per non dimenticare il massacro delle foibe

Si celebra oggi il "Giorno del Ricordo", in commemorazione delle vittime italiane della ferocia titina, uccise e gettate nelle foibe e in ricordo dell'esodo della popolazione italiana dalle terre dell'Istria e della Dalmazia.

 

Oggi ricorre il “Giorno del Ricordo”, in commemorazione delle vittime dei massacri delle foibe Una tragedia spesso accantonata, di cui si sa sempre troppo poco, con cui s'intendeno gli eccidi perpetrati dai comunisti di Tito nei confronti delle popolazioni italiane della Venezia Giulia e della Dalmazia, durante e appena dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Una pulizia etnica effettuata ai danni di centinaia di persone, i cui corpi venivano poi gettati in delle voragini rocciose, le foibe, a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione dei corsi d’acqua.

Il dramma ebbe origine nel 1918, quando l'Italia ricevette Istria a seguito della Prima Guerra Mondiale. Nel 1943, però, cominciò la strage. I soldati italiani abbandonarono la regione e i partigiani jugoslavi di Tito ne approfittarono, in merito al desiderio di distruggere il potere italiano e annettere l'Istria alla Croazia e, di conseguenza, alla Jugoslavia.

Sebbene si creda che i titini, in nome della propria ideologia, si scagliassero solo contro i fascisti, la realtà è ben diversa e cruda: migliaia di persone vennero arrestate con l'unica colpa di essere italiani, fossero anche antifascisti non importava.

L'incubo si protrasse fino al 1947. Le vittime venivano catturate a lavoro o nelle proprie abitazioni. Venivano poi condotte nei pressi delle foibe. Una volta bloccati loro i polsi e i piedi con fili di ferro e legati gli uni agli altri, dovevano subire sevizie e torture prima di essere gettati, spesso ancora vivi, nelle foibe.

Per sfuggire al massacro e alla ferocia di Tito, che continuava a considerare gli italiani come residui del fascismo, trecentocinquantamila persone scelsero di abbandonare i propri territori oramai in mano alla Jugoslavia, trovando riparo in Italia. Questo fenomeno è conosciuto come esodo giuliano-dalmata.

Nel 2004, il Parlamento Italiano votò una legge che fissò il 10 febbraio come Giornata del Ricordo, in modo tale da “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”.

Si tratta di una data emblematica: il 10 febbraio del '47, infatti, venne ratificato il trattato di pace che sanciva definitivamente il passaggio delle province italiane dell'Adriatico alla Jugoslavia.

Un altro sistema che i Titini usavano per liberarsi della popolazione italiana a Zara era quello di legare le persone vive a dei pesanti massi (anche famiglie intere) e gettarle in mare.   Parecchi amici dei miei genitori finirono così. Noi siamo stati fortunati e siamo riusciti a raggiungere Trieste. dove la mia mamma aveva una zia che ci ospitò. (come forse sapete già, io sono nata a Zara e da lì scappata coi miei nel 1944)     L'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, fondata nel 1947, è la maggiore rappresentante sul territorio nazionale degli italiani fuggiti dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia al termine della seconda guerra mondiale sotto la spinta della pulizia etnica delle milizie jugoslave e lo spettro delle foibe; ne derivò l'esodo di 350.000 persone di ogni ceto sociale e la morte violenta di migliaia di innocenti nelle foibe .   A più di 60 anni da quegli eventi, prima e seconda generazione degli Esuli istriani, fiumani e dalmati in tutta Italia collaborano e si confrontano per il riaffioramento di quella pagina di storia italiana negata per decenni per motivi di politica internazionale.   Ne consegue anche la battaglia quotidiana per il mantenimento dei valori culturali e tradizionali di quelle terre a cui sono stati strappati, agevolata dalla Legge 92/2004 di istituzione del Giorno del Ricordo che ogni 10 febbraio riporta sotto i riflettori quei dolorosi eventi ma nel contempo anche i valori di identità nazionale a cui gli Esuli istriani, fiumani e dalmati sono legati, e fa del Giorno del Ricordo un momento di riflessione per tutta la Nazione, in cui le parole foibe ed esodo istriano, fiumano e dalmata vengono ravvivate nel loro significato più drammaticamente profondo ma nel contempo in una fiduciosa prospettiva per il futuro.