Molti adulti si sono sentiti ripetere, quand'erano bambini, una serie di proverbi, frutto di saggezza popolare, tra i quali quello secondo cui in un corpo sano, quindi ben nutrito e portato a sviluppare le sue potenzialità fisiche con un costante esercizio, anche la mente è sana.
A distanza di qualche millennio dall'istituzione del Gymnasium nell'antica Roma, dopo la Grecia, luogo ove si coniugava attività sportiva, apprendimento, socializzazione e mensa, sempre più numerosi sono gli studi e le ricerche scientifiche in tal senso che confermano che l'attività fisica, coniugata ad una sana alimentazione, non solo tutelano il corpo dal disastro di arteriosclerosi, diabete, ipertensione, artrosi precoci, ma decisamente allungano la vita media e fanno invecchiare più lentamente, preservando anche dal rischio di ansia e depressione, e tenendo più lontano possibile il decadimento cognitivo; un circolo che senz'altro si può definire "virtuoso".
I tempi sono molto cambiati da allora: la vita moderna ha imposto ritmi e stili completamente diversi dal passato; la famiglia come istituzione sociale è profondamente cambiata; i genitori hanno smesso di fare scampagnate e di giocare insieme ai figli perché lavorano spesso entrambi e, alla fine di una giornata stressante, hanno poca voglia ed energia per giocare, ascoltare, parlare, istruire. Oggi più che mai possiamo renderci conto che il proverbio vale anche se formulato all'incontrario, ossia che una mente "non serena" predispone ad avere un corpo non del tutto sano. Si arriva a questa conclusione osservando gli effetti devastanti di una realtà sempre più virtuale, che di fatto incoraggia una vita sedentaria e impedisce la relazione interpersonale falsandone i paradigmi e la "verità" esperibile; tanto nell'alimentazione quanto nell'attività fisica (agonistica e non).