Questa poesia, tra le più note ed amate...
di Attar,
grande poeta e mistico persiano…,
ne è un chiaro esempio.
(Attar Nīshāpūr, 1142 – Nīshāpūr, 1220)
Essa, a mio parere,
ci invita a considerare la nostra impossibilità
a comprender e viver l’Amore…
quello vero…
se non dopo aver annullato tutte le varie e dure incrostazioni,
veri e propri schermi blocchi ed impedimenti,
alla libera realizzazione del nostro…
IO.
Segnalo l’importanza di leggere gli ultimi versi…
con attenzione…
Essi… a prima vista potrebbero sembrare un pò misteriosi…
ma poi… ritengo che intuitivamente...
riveleranno ai nostri cuori
il messaggio che il poeta ha voluto inviarci…
Il messaggio… infatti… stavolta non appare tanto sibillino….
ma tuttavia, volendo, è suscettibile di diverse interpretazioni…
Ho conosciuto questa poesia qualche anno fa
grazie alla trasmissione culturale notturna di RAI2…
che ahimé oggi non c'è più…
curata brillantemente dallo scrittore e saggista
Prof. Gabriele La Porta…
Gabriele La Porta
E' giunto il momento di leggerla e, se ci va,
possiamo farlo ascoltando questa musica new age
ALLEGORIA DELLE FARFALLE
- Attar –
Una notte le farfalle si riunirono
in assemblea, volevano conoscere
che cosa fosse una candela. E dissero:
“Chi andrà a cercar notizie su di essa?”
La prima andò a volare intorno a un castello
e da lontano, dall’esterno vide
una luce che brillava. Tornò
e con parole dotte la descrisse.
Ma una saggia farfalla – presiedeva
lei l’assemblea – le disse:
Ed un’altra partì, si avvicinò
arrivò sino a urtare nella cera.
Nei raggi della fiamma fece svoli.
Tornò, raccontò quello che sapeva.
Ma la farfalla saggia disse: “Tu,
tu nulla più della prima hai conosciuto”.
Un terza si mosse infine, ed ebbra entrò
battendo le ali forte nella fiamma
tese il corpo alla fiamma, l’abbracciò
in essa si perdette piena di gioia
avvolta tutta nel fuoco, di porpora
divennero le sue membra, tutte fuoco.
E quando di lontano la farfalla
saggia la vide divenuta una
cosa sola con la candela, e tutta luce
disse: “Lei sola ha toccato la meta, lei sola sa”.
Chi più di sé è dimentico
quello tra tutti sa.
Finché non oblierai
il tuo corpo, la tua anima,
che cosa mai saprai
dell’Amata?