C'era una vecchia torre che sorgeva ai limiti del deserto, su una grotta sempre piena di uccelli che le volavano intorno. In cima era installata un'antica campana che gli abitanti del Sahara chiamavano "voce di Dio" perchè suonava quando qualcuno aveva perduto la via oppure si trovava in difficoltà. I suoi rintocchi si facevano sentire distintamente da coloro che si erano perduti durante le tempeste di sabbia e quando qualche anima se ne andava per sempre da questa terra. Ogni volta che la campana suonava mossa dal vento, gli uccelli volavano intorno alla torre, quasi volessero portare lontano i rintocchi in modo che tuti potessero udirli. La campana detta torre era il conforto degli abitanti del deserto perché in quel suono ritrovavano il coraggio per andare avanti e per non sentirsi soli, quando le disgrazie bussavano alla porta. Un giorno la torre, che era troppo vecchia, crollò e la campana scomparve nella sabbia. Cercarono di riportarla in superficie, ma ogni tentativo fu vano perché era sprofondata. Gli abitanti del deserto piansero e pregarono affinché la "voce di Dio" si facesse ancora sentire. Si recarono per giorni e giorni sul luogo dove sorgeva la torre, ma non videro altro che uccelli roteare alti nel cielo. Dopo qualche tempo si sparse la voce che solo alcuni carovanieri avevano sentito ancora il suono della campana, altri non si erano accorti di nulla. Chiesero spiegazioni a un vecchio saggio che rispose: Solo chi sa ascoltare con umiltà la voce del deserto potrà udire anche la voce di Dio. Romano Battaglia tratto dal libro: "Sabbia"
|