Una celebre canzone di Edith Piaf con un testo bello come una poesia,
un racconto in poche parole, una storia di vita, triste come sono tristi gli addii.....
Scritto da Georges Moustaki, allora compagno della cantante,
rimane uno dei più bei brani della canzone francese:
indimenticabile e struggente....
Avanti, venite Milord! a sedervi al mio tavolo, fa così freddo fuori, qui, invece, è così confortevole. Lasciatevi fare, Milord! e mettetevi comodo, abbandonate le vostre pene sul mio cuore, poggiate i piedi su di una sedia. Io vi conosco, Milord! Voi, invece, non mi avete mai vista, non sono altro che una ragazza del porto, un'ombra della strada.
Tuttavia, io v'ho sfiorato quando siete passato ieri ed eravate così poco fiero. Il cielo vi colmava! La vostra sciarpa di seta fluttuante sulle vostre spalle, avevate il ruolo più bello. E voi, sembravate un re, al braccio di quella signorina. Mio Dio! quant'era bella, ...mi si ghiaccia il cuore!
Dire che basti, talvolta, che ci sia una nave, affinché tutto si laceri quando questa se ne va. E la portava con sé, la Dolce dagli occhi così teneri, che non ha mai saputo comprendere che distruggeva la vostra vita. L'amore fa soffrire, ugualmente l'esistenza, che prima vi dà tutte le possibilità per poi in seguito riprendersele.
Avanti, venite Milord! Avete l'aria di un ragazzino, lasciatevi fare, Milord! Venite nel mio regno, bado ancora ai rimorsi, canto la romanza e di tutti quei Milord che non hanno mai avuto possibilità (con me). Guardatemi, Milord! voi non m'avete mai vista, ma, Milord, state piangendo? Non l'avrei mai detto.
Ebbene, andiamo, Milord! Sorridetemi, Milord! Di più, però... ancora un piccolo sforzo! Ecco, proprio così! Avanti, ridete Milord! Cantate, Milord! Ma sì, danzate pure! Bravo, Milord! Ancora, Milord!