Voglio pensare al cuore che hai
mentre danzi
e scavi le braccia
e il capo sollevi
come a donarti intera all’aria.
Quel cuore io cerco;
con esso raggiungerai il gesto preciso
che ti farà alta nell’arte che ami
e per la quale, come me, consumi ogni fuoco.
Ma come sei distante nel tempo!
Mi pare talvolta,
e lo temo fino all’angoscia
nella mia solitudine di uomo,
che tu possa scomparire
come sei apparsa
improvvisamente quella sera
con un po’ di fuoco nei capelli e sulla fronte.
Penso anche che andrai ora
dove non posso vederti,
più distaccata da me.
La memoria mi aiuterà a soffrire ancora di più:
poiché in fondo noi siamo
della razza di coloro
che hanno per legge questa assidua pena
di cercare armonia
conquistando il dolore.
(Salvatore Quasimodo)