Provo un briciolo di invidia
per chi sa sempre cosa fare,
per quelli con la faccia squadrata
che non tentannano di fronte a nulla
e hanno sempre una risposta pronta.
Io, invece, inciampo nelle parole
e balbetto sguardi sbagliati.
Mi sento sempre un passo indietro,
un grado a Sud della normalità.
Quando mi pare che tutti
abbiano capito,
io dubito;
quano mi pare che tutti sappiano dove andare,
io smarrisco il sentiero;
quando mi pare che tutti
abbiano fatto la mossa giusta,
io mi trovo in un vicolo cieco.
Non sono sicuro di me,
perché di me non mi posso fidare.
Non posso fidarmi della mia inteligenza,
troppo lenta;
non posso fidarmi delle mie parole:
troppo banali;
non posso fidarmi delle mio corpo:
troppo goffo;
non posso fidarmi del mio amore:
troppo interessato.
Ma di Te, Signore,
sono sicuro,
perché nelle tue mani
la mia stoltezza diviene
sapienza,
il mio balbettio
canto,
il mio sgangherato desiderio di bene
diviene autentica carità.
Non di me,
ma di te,
Signore,
sono sicuro.