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De: haiku04 (Mensaje original) |
Enviado: 06/07/2013 12:57 |
Dal troppo oro scoppiano le spighe;
gocce di papavero qua e là e nel campo una ragazza
con ciglia lunghe come spighe d'orzo,
che negli occhi raccoglie
i chiari covoni del cielo
e canta.
Io mi riposo
all'ombra dei papaveri,
senza desideri,
senza rimpianti,
corpo soltanto e argilla.
Canta la ragazza ed io l'ascolto.
Sulle sue labbra calde mi nasce
l'anima.
Lucian Biaga
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De: haiku04 |
Enviado: 24/07/2013 23:01 |
C'è un giardino chiaro, fra mura basse, di erba secca e di luce, che cuoce adagio la sua terra. È una luce che sa di mare. Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli e ne scuoti il ricordo. Ho veduto cadere molti frutti, dolci, su un'erba che so, con un tonfo. Cosí trasalisci tu pure al sussulto del sangue. Tu muovi il capo come intorno accadesse un prodigio d'aria e il prodigio sei tu. C'è un sapore uguale nei tuoi occhi e nel caldo ricordo. Ascolti. La parole che ascolti ti toccano appena. Hai nel viso calmo un pensiero chiaro che ti finge alle spalle la luce del mare. Hai nel viso un silenzio che preme il cuore con un tonfo, e ne stilla una pena antica come il succo dei frutti caduti allora.
Cesare Pavese
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De: haiku04 |
Enviado: 24/07/2013 23:05 |
Splende a distesa il giorno rosato alla pianura, la tremula calura richiama a lungo intorno dall’alto il visibilio dei passeri nel sole. ...Il grano trema e nere si schiudono farfalle all’afa azzurra; d’oro, riversa a quel ristoro di luce, nelle gialle stoppie bisbiglia l’aria... ...Così morbido e solo scorre sul fiume il verde silenzio che alle valli odoroso si perde. Restano i campi gialli, monotona campagna dei grilli e della sera...
Alfonso Gatto
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De: haiku04 |
Enviado: 24/07/2013 23:29 |
Il campo di frumento è così bello solo perché ci sono dentro i fiori di papavero e di veccia; ed il tuo volto pallido perché è tirato un poco indietro dal peso della lunga treccia.
Corrado Govoni
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De: haiku04 |
Enviado: 25/07/2013 23:22 |
I bambini s'incontrano sulla spiaggia di mondi sconfinati. Sopra di loro il cielo è immobile nella sua immensità ma l'acqua del mare che non conosce riposo si agita tempestosa. I bambini s'incontrano con grida e danze sulla spiaggia di mondi sconfinati. Costruiscono castelli di sabbia e giovano con conchiglie vuote. Con foglie secche intessono barchette e sorridendo le fanno galleggiare sulla superficie ampia del mare. I bambini giocano sulla spiaggia dei mondi. Non sanno nuotare né sanno gettare le reti. I pescatori di perle si tuffano per cercare i mercanti navigano sulle loro navi i bambini raccolgono sassolini e poi li gettano di nuovo nel mare. Non cercano tesori nascosti non sanno gettare le reti. Ride il mare increspandosi ride la spiaggia luccicando pallidamente. Le onde portatrici di morte cantano ai bambini cantilene senza senso come fa la madre quando dondola la culla del suo bimbo. Il mare gioca con i bambini e la spiaggia ride luccicando pallidamente. I bambini s'incontrano sulla spiaggia di mondi sconfinati. Nel cielo senza sentieri vaga la tempesta nel mare senza sentieri naufragano le navi la morte è in giro e i bambini giocano. Sulla spiaggia di mondi sconfinati c'è un grande convegno di bambini.
R. Tagore
* Dipinti di Edward Pothast *
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De: haiku04 |
Enviado: 19/08/2013 13:14 |
Tristezza dolce della campagna, va calando la sera.
Giunge dai campi mietuti un lieve odore di fieno.
Le piante si sono addormentate. Sulla collina il cielo è viola. Teneramente.
Svegliato canta un usignolo.
J. R. Jiménez
(L'Angelus - J.F. Millet)
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Dissolventi vele di vita
L'immensità incornicio e a muri di vento l'appendo, stellari collane stagliano lucciolii sulla notte, pennelli siderali i pensieri navigano felici e smarriti in mezzo all'onde dei cieli. Inanellato d'infiniti è il tempo ove gli sguardi della mente trasmigrano, abissali silenzi respiro tragittando oltre il mondo; drappeggia l'amore astrale che m'eleva con dissolventi vele di vita tra mete misteriose dell'eterno.
anima_on_line
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L'Infinito
Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quïete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi
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