Lascio la casa bianca e il muto giardino. Deserta e luminosa mi sarà la vita. Nessuna donna saprà cullarti come io ti celebro nei miei versi: non scordare la tua cara amica nell’Eden che hai creato per i suoi occhi, per me che spaccio una merce rarissima e vendo il tuo tenerissimo amore
Ultimamente mi è capitato spesso di perdonare le persone, di chiedere scusa, di pensare che fosse colpa mia, un mio gesto sbagliato ad irritarle, che fossi io a nn sapermi esprimere o esprimermi in modo sbagliato....
forse inconsciamente mi comportavo così perchè non volevo che esse uscissero dalla mia vita.
Mi ritrovavo a sopportare tutto, anche cose che una volta non mi avrebbero
fermato minimamente a mandare a quel paese, sperando sempre che
prima o poi qualcosa cambiasse...
Riflettendo, penso che dovrei esser forte e metter fine a tutto....
imprimendo bene..nella mente, che se qualcuno ci fa male una volta..è colpa sua...
Era bella lo stesso, anche con tutte le sue malinconie. Era bella lo stesso quando si vestiva di queste. Era bella lo stesso con il suo viso rivolto al sole, questo glielo illuminava, evidenziava la notte trascorsa. Era bella anche quando si portava addosso il suo carico di mancanze e le lasciava volare. Le lasciava al vento, avrebbero trovato il modo di ritornare. Era bella perché il suo sorriso c’era benché fosse velato di tristezza. Benché i suoi occhi chiedessero una carezza, non riuscivano a essere vuoti, erano pieni, lì dentro si fermava ogni età. E parlava, ma poco, desiderava essere ascoltata, preferiva raccontare storie solo con gli occhi, solo come gli sguardi sanno raccontare, in maniera così limpida, viva, amabile. Portava addosso speranze fittizie e vane illusioni, ma era lo stesso bella, con tutte le sue manie, rimproveri, e svelati desideri. La sua fragilità era celata nella sua forza, quella che aveva nel camminare, nell’interrogarsi, nel raccogliersi, nel ricominciare. Lei era lo stesso bella, anche quando aveva paura. Anche quando, giunta la notte, trovava il coraggio di addormentarsi, portandosi dietro nei sogni incertezze e timori. Bella perché manifestava sensibilità in ogni gesto e viveva attraverso gli occhi, immaginava altre vite, immaginava nuove mancanze, nuovi ricordi, nuovi colori e aquiloni nel cielo. Ed era bella perché così vinceva, così riusciva a donare colore al buio.