Un breve cenno su questa corrente artistica che,
nata nel 1798, ha pervaso tutta la cultura dll'800
Infatti essa pervase tutti gli aspetti dell'arte...
della poesia... della musica ed anche della filosofia...
Eugène Delacroix – Il cesto di fiori
In questo post esamineremo, in breve,
i principi della corrente e potremo
comprenderne lo spirito attraverso
opere poetiche... di pittura e musicali...
Eugène Delacroix – San Michele uccide il diavolo
IL ROMANTICISMO IN ESTREMA SINTESI
Ecco alcuni elementi caratteristici di questa corrente
- l’ideale della libertà creativa e della spontaneità;
- la concezione di una letteratura e di una poesia come espressione del sentimento;
- una polemica vivace contro i generi, le regole; una esaltazione della fantasia;
- uno spiccato interesse per il mito e i simboli;
- l’esplorazione del sogno e di altre manifestazioni dell’inconscio;
- la tendenza ad abolire le distinzioni tra poesia e prosa.
Il vocabolo "Romanticismo" deriva dal francese "roman" designante un racconto di avventure, in prosa o in versi.
Nella seconda metà del ’700, in Inghilterra, l’aggettivo "romantic" ebbe una connotazione negativa e fu adoperato per indicare cose fantastiche ed irreali evocanti motivi ed ambienti medievali.
Rousseau usò l’aggettivo "romantique" privato di ogni intendimento negativo, per indicare uno stato d’abbandono sognante dell’anima.
Anche in Germania il termine "romantisch", indicante il romanzesco ed il patetico della letteratura medioevale, perse, gradatamente, l’accezione negativa, senza però acquisire un preciso significato semantico.
Solo nel 1798 Schlegel, nella rivista Athenaeum, definì lo "stato d’animo romantico" e la poesia che ne era emanazione:
essa doveva combinare poesia e prosa, critica e genialità, arte e spontaneità, doveva essere sociale, viva, pregna delle istanze contemporanee e l’arbitrio del poeta non doveva subire costrizioni.
(dal web)
Eugène Delacroix – La liberté guidant le peuple
Delacroix
Eugène Delacroix - La barca di Dante
NOTTURNO
Ugo Foscolo
Quando la terra è d’ombre ricoverta,
E soffia ’1 vento, e in su le arene estreme
L’onda va e vien che mormorando geme,
E appar la luna tra le nubi incerta;
Torno dove la spiaggia è più deserta
Solingo a ragionar con la mia speme,
E del mio cor che sanguinando geme
Ad or ad or palpo la piaga aperta.
Lasso! me stesso in me più non discerno,
E languono i miei dì come viola
Nascente ch’abbia tempestata il verno;
Chè va lungi da me colei che sola
Far potea sul mio labbro il riso eterno:
Luce degli occhi miei, chi mi t’invola?
Foscolo
Ma l'immaginazione reclama anche i suoi diritti,
e ho fatto entrare, oggi, in certe forme antiche,
un vero elemento poetico.
Ludwig van Beethoven
Per Elisa
Beethoven
PIACEVOLE INCONTRO
J. W. Goethe
Nell'ampia cappa avvolto fin al mento,
prendevo la via tra le rocce, aspra e grigia,
e poi giù per i prati invernali,
l'animo inquieto, disposto alla fuga.
D'un tratto, il nuovo giorno si spogliò del velo:
giunse una fanciulla, bella come il cielo,
perfetta come quelle donne leggiadre
care ai poeti. La mia ansia s'acquietò.
Ma sviai il passo e la lasciai andare,
mi strinsi più forte nelle pieghe,
come per difendermi nel mio calore.
Eppure la seguii. Mi fermai. Era accaduto!
Nella mia veste non potei più celarmi,
la gettai via. E ci fu lei tra le mie braccia.
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Goethe in Italia ritratto da Jakob Philipp Hackert
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Jakob Philipp Hackert (Pittore tedesco)
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ALLA LUNA
Giacomo Leopardi
O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, né cangia stile,
0 mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!
Giacomo Leopardi (web)
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ELDORADO
Edgar Allan Poe
Abbigliato gaiamente,
Un leggiadro cavaliere,
Con la luce e con le ombre,
Da gran tempo ormai viaggiava
E cantava una canzone,
Per cercare l'Eldorado.
Ma avvenne che invecchiava,
Un tal prode cavaliere,
E sul cuore un'ombra scese
Perché egli non trovava
Nessun luogo della terra
Che era come l'Eldorado.
E così quando alla fine
Gli mancarono le forze,
In un'ombra pellegrina
S'imbatté e le chiese: «Ombra
Dove mai si può trovare
Questa terra d'Eldorado?».
«Laggiù oltre le montagne
Della Luna, su cavalca
Per la valle delle Ombre,
Oh mio prode su cavalca»
«Se tu cerchi l'Eldorado!»
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Edgar Allan Poe
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Caspar David Friedrich - Un uomo e una donna davanti alla luna - 1819
Il dipinto emblema del Romanticismo
Caspar David Friedrich
Ciao da Orso Tony
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