Nell'anniversario della nascita di Stendhal il milanese, dalla vita intensa ed avventurosa ed autore di una grande e famosa produzione letteraria non potendo dedicargli un post intero mi fa piacere rendergli omaggio ricordando questo importante episodio della sua vita.
Grenoble 23.1.1783 – Parigi 23.3.1842
IL GRANDE AMORE MILANESE DI STENDHAL
Tony Kospan
Perché possiamo chiamare milanese Stendhal... pseudonimo dello scrittore francese Henri Beyle... uno dei più grandi romanzieri francesi dell'800?
Semplice perché amava Milano (e l'Italia) al punto che sulla sua tomba volle che fosse scritto...
"Arrigo Beyle - Milanese - Scrisse - Amò - Visse"
Iniziò a frequentare Milano nel 1800 e dopo un pò vi si stabilì vivendo alla grande la fervente vita milanese d'allora che oggi chiameremmo movida... fatta però di incontri artistici, letterari, musicali e... non ultimi... anzi... amorosi.
Ma in verità amava tutta l'Italia che girò in lungo ed in largo per ammirarne le bellezze paesaggistiche ed artistiche.
Dicevamo che la sua passione però era Milano che elesse a città della sua felicità, ma qui ebbe però anche forse la più grande delusione d'amore della sua vita, quella per Metilde.
Ma andiamo con ordine. Chi era Metilde?
Métilde Viscontini Dembowski è stata una notevole figura del Risorgimmento italiano amica di Foscolo, Pellico, Confalonieri etc.
incerto ritratto di Metilde
Fu anche arrestata dagli Austriaci ma non rivelò mai i nomi degli altri patrioti.
Di ottima famiglia milanese Metilde ha 28 anni quando Stendhal, che ne ha 35, il 4.3.1818 la vede per la prima volta.
Madre di 2 figli è la moglie separata di un Ufficiale Napoleonico della Legione polaccama di lei si hanno pochissime ed incerte immagini.
E' un vero e proprio colpo di fulmime... per una donna bella e cortese ma allo stesso tempo fredda.
Stendhal non capisce più niente cerca in ogni modo di incontrarla di approcciarla arrivando a fermarla per strada... ma sempre senza esito.
Una volta lei dopo aver ascoltato le sue parole d'amore gli consigliò d'andar a veder il Duomo.
Sempre in preda alla passione allora le scrisse una lettera disperata in cui chiedeva almeno di poterla incontrare anche solo da amico... una volta al giorno...
Lei gli concesse solo 2 incontri al mese ma nei salotti e tra altre persone.
Stendhal era convinto che la sua resistenza era dovuta al fatto che una sua cugina aveva parlato male di lui.
Ad un certo punto però le cose peggiorarono addirittura.
Egli venne a sapere che lei si sarebbe recata a Volterra per incontrare i figli che erano in collegio e lui la raggiunse lì nascosto da occhiali verdi.
Lei lo riconobbe subito e lo cacciò in malo modo e per sempre.
In preda al suo immenso dolore scrisse allora di getto il breve romanzo "Roman" in cui lo stesso Stendhal ci racconta tutto il suo amore e tutta la sua sofferenza che però lei non lesse mai.
Metilde morì giovanissima a 35 anni... ma lui non la dimenticherà mai e ne parlerà ogni tanto nei suoi romanzi.
Tony Kospan
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