Il Diverso Il Diverso è chi ti dà il buongiorno in una lingua che non capisci Ma ti rende migliore la giornata. Il Diverso è chi stimola la tua intelligenza, E ti rende migliore.
Il Diverso è chi ti esprime un concetto ribaltando i tuoi schemi mentali Ma ti apre un mondo. Il Diverso è chi è attratto da te perché dici cose che condivide O contrarie a ciò che lui dice E tu prendi da lui con gioia il suo consenso o il suo dubbio.
Il Diverso è chi ha una sensibilità anche sessuale diversa dalla tua E tu impari così a rispettare la sensibilità di tutti. Il Diverso è chi non cammina, o non vede, o non parla, o non sente Ma corre più di te, vede più lontano Dice ciò che tu non sei in grado di dire Sente anche ciò che tu non sai sentire
Il Diverso sono gli occhi stupendi e profondi di un ragazzo con la sindrome di Down Che ti guardano con l’ingenuità, il candore e la purezza Che tu vorresti avere e che purtroppo non hai più.
Il viaggio finisce qui: nelle cure meschine che dividono l'anima che non sa più dare un grido. Ora i minuti sono eguali e fissi come i giri di ruota della pompa. Un giro: un salir d'acqua che rimbomba. Un altro, altr'acqua, a tratti un cigolio. Il viaggio finisce a questa spiaggia che tentano gli assidui e lenti flussi. Nulla disvela se non pigri fumi la marina che tramano di conche I soffi leni: ed è raro che appaia nella bonaccia muta tra l'isole dell'aria migrabonde la Corsica dorsuta o la Capraia. Tu chiedi se così tutto vanisce in questa poca nebbia di memorie; se nell'ora che torpe o nel sospiro del frangente si compie ogni destino. Vorrei dirti che no, che ti s'appressa l'ora che passerai di là dal tempo; forse solo chi vuole s'infinita, e questo tu potrai, chissà, non io. Penso che per i più non sia salvezza, ma taluno sovverta ogni disegno, passi il varco, qual volle si ritrovi. Vorrei prima di cedere segnarti codesta via di fuga labile come nei sommossi campi del mare spuma o ruga. Ti dono anche l'avara mia speranza. A' nuovi giorni, stanco, non so crescerla: l'offro in pegno al tuo fato, che ti scampi. Il cammino finisce a queste prode che rode la marea col moto alterno. Il tuo cuore vicino che non m'ode salpa già forse per l'eterno.
Forse è stata un’ecatombe di speranze un crollo in qualche modo previsto ah, però la mia tristezza ha avuto solo un senso
tutte le mie intuizioni si sono affacciate per vedermi soffrire e di sicuro m’hanno visto
fin qui avevo fatto e rifatto i miei tragitti con te fin qui avevo puntato a inventare la verità però tu hai trovato la maniera una maniera così tenera e insieme implacabile di dare per spacciato il mio amore
con un solo auspicio l’hai tolto dai sobborghi della tua vita possibile l’hai avvolto in nostalgie l’hai portato per strade e strade e lentamente
senza che l’aria notturna lo avvertisse semplicemente l’hai lasciato lì da solo con la sua fortuna che non è molta
credo che tu abbia ragione la colpa è di uno quando non fa innamorare e non dei pretesti né del tempo
è da tanto tantissimo che non mi confrontavo come stanotte con lo specchio ed è stato implacabile come te ma non è stato tenero
ora sono solo francamente solo
si fa sempre un po’ di fatica a iniziare a sentirsi disgraziato
prima di tornare ai miei lugubri quartieri d’inverno
con gli occhi ben asciutti casomai
guardo come vai addentrandoti nella nebbia e comincio a ricordarti.
Un'occasione eccezionale per ricordare per un attimo di che si è parlato a luce spenta; e almeno per una volta inciampare in una pietra, bagnarsi in qualche pioggia, perdere le chiavi tra l'erba; e seguire con gli occhi una scintilla di
vento; e persistere nel non sapere qualcosa d'importante.
Sai, non ci avevo pensato mai ad un giorno come questo. Sarà un gioco nuovo il nostro tirare a sorte con una moneta i nomi degli amici da spartirci. Capita alla fine di un amore quando decidi di ricominciare lasciando dietro i tuoi frammenti Sai, non ci avevo pensato mai ad un giorno come questo. Terrò il mio nome ma cambierò la mia vita con un numero di telefono e un indirizzo nuovo. Porto via solo i miei giorni con te il resto lo lascio qui, buttalo se vuoi Non ci pensare, passerà prima o poi qualche volta, se non ce la fai pensami e vedrai che il tempo passerà più in fretta su di te, su di noi. Lo farò anch'io quando sentirò il cuore stanco di battere da solo quando monotono sarà il rumore dei miei soli passi. Ti chiederanno di me e in quel momento ti ritroverai a parlare di noi come se questo amore non fosse finito mai.
Natura, niente di te mi sommuove, né i campi generosi, né l'eco vermiglia delle pastorali siciliane, né gli sfarzi aurorali, né la dolente solennità dei tramonti.
Rido dell'Arte, rido anche dell'Uomo, dei canti, dei versi, dei templi greci e delle torri a spirale che le cattedrali tendono nel cielo vuoto, e guardo col medesimo occhio buoni e cattivi.
Non credo in Dio, abiuro e rinnego ogni pensiero, e quanto alla vecchia ironia, l'Amore, vorrei che non me se ne parlasse più.
Stanca di vivere, con la paura di morire, simile al vascello perduto in balia dei flutti, la mia anima salpa per orrendi naufragi.
Vento di prima estate A quest'ora il sangue del giorno infiamma ancora la gota del prato, e se si sono spente le risse e le sassaiole chiassose, nel vento è vivo un fiato di bocche accaldate di bimbi, dopo sfrenate rincorse.
Se niente ci salva dalla morte, per lo meno che l'amore ci salvi dalla vita. Pablo Neruda
EmileVernon - Ragazzacon un papavero
NEI PENSIERI
Erich Fried
Pensarti e pensare a te e pensare soltanto a te e pensare a berti e pensare ad amarti e pensare a sperare e sperare e sperare e sperare sempre più di rivederti sempre
Non vederti e nei pensieri non soltanto pensarti ma già berti e già amarti
E soltanto allora aprire gli occhi e nei pensieri soltanto allora vederti e poi pensarti e poi di nuovo amarti e poi di nuovo berti e poi vederti sempre più bella e poi vederti pensare e pensare che ti vedo
E vedere che posso pensarti e sentirti anche se per tanto tempo ancora non potrò vederti