|
De: MOTHERSIXTEN (Mensaje original) |
Enviado: 16/08/2014 04:56 |
Un momento con RABINDRANATH TAGORE
Ricordo quel pomeriggio: a tratti la pioggia si placava, per poi crescere nuovamente d’intensità con il vento. La stanza era buia, la mente incapace di lavorare. Presi uno strumento e incominciai a suonare la canzone della stagione delle piogge. Lei giunse dalla stanza vicina, sostò un istante sulla porta per poi ritirarsi nuovamente. Dopo riapparve, indugiò ancora sulla soglia, avanzò lentamente e sedette. Aveva un ricamo tra le mani, abbassò gli occhi e incominciò a lavorare. Dopo breve tempo smise il lavoro e rimase a guardare fuori, verso gli alberi velati dalla pioggia. Quando il temporale si placò, interruppi la musica. Lei si alzò e andò a pettinarsi. Solo questo, solo un pomeriggio di pioggia: musica, ozio e penombra. La storia riferisce sempre di guerre e di re. Questa piccola storia di un pomeriggio resta celata nella scatola del tempo, come una pietra rara. Soltanto due esseri la conoscono realmente. In questo luogo è ormai sceso il tramonto. O sole, in quale paese, su quale spiaggia stai ora sorgendo? Qui nella sera trema il fiore di rayanigandha, come una fanciulla velata dinanzi alla porta della camera nuziale. Dove si sta aprendo ora lo champaka, il giallo fiore del mattino? Chi si sta destando? Chi ha spento la lampada accesa al tramonto, gettando la ghirlanda di fiori di sheuti intrecciata nella notte. Qui a una a una le porte si chiudono, là si aprono le finestre. Le barche qui sono già state ancorate alla spiaggia e i marinai ormai dormono, là il vento gonfia le vele. Usciti dalle loro case quei marinai hanno già ultimato i preparativi per il viaggio e ora camminano verso occidente, con il sole del mattino in fronte: dalle finestre che si affacciano sulla strada li fissano sguardi accesi di desiderio.
La strada che si apre dinanzi a loro sembra dire che tutto è pronto: la speranza di successo pulsa in loro come il ritmo del sangue. Qui invece, nel tramonto ormai grigio, tutti stanno scendendo dall’ultimo traghetto del giorno. Il letto nel cortile della casa è pronto: qualcuno è solo, altri sono stanchi. La strada si perde nella notte, parlano sommessamente del lavoro svolto nel giorno; quando il colloquio si interrompe restano in silenzio e poi guardano in alto, sopra il cortile, verso la costellazione dell’Orsa che è già sorta nel cielo. O sole, alla tua sinistra è il tramonto, alla tua destra l’alba, fa’ che essi s’incontrino e che l’ombra dell’uno riceva la luce dell’altra! E che la canzone della sera possa benedire quella del mattino.
Annamaria
|
|
|
|
Primer
Anterior
2 a 10 de 10
Siguiente
Último
|
|
De: lucy46 |
Enviado: 16/08/2014 07:57 |
|
|
|
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
Buongiorno
|
|
|
|
L'oscurita' illumina
E mentre l'universo turbina caotico, dentro e fuori di noi, un raggio di sole aprendosi un piccolo varco, squarcia il cielo nuvoloso: un cono di luce, intensa, raggiunge le profondità del cuore e fa dissolvere il buio... Scopro che:
È camminando nell'oscurità che riesco più a vedere, come se il buio mi fosse amico, o forse, perché, la paura di lui, mi fa guardare meglio.
poeta è come il vento: raccoglie ogni frammento e, come polline, lo spolvera sui prati... Tiziano Consani
Annamaria
|
|
|
|
|
De: lucy46 |
Enviado: 18/08/2014 07:33 |
|
|
|
Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
Buon Lunedi
Enrico
|
|
|
|
Più dolce sarebbe la morte
se il mio ultimo sguardo avesse come orizzonte il tuo volto. E se così fosse,
mille molte vorrei nascere per mille volte ancor morire. William Shakespeare
John White Alexander - Ritratto della signora White Alexander
SE AVESS'IO
Alda Merini
Se avess’io levità di una fanciulla invece di codesto ,torturato, pesantissimo cuore e conoscessi la purezza delle acque come fossi entro raccolta in miti-sacrifici, spoglierei questa insipida memoria per immergermi in te, fatto mio uomo.
Io ti debbo i racconti piu fruttuosi della mia terra che non dà mai spiga. e ti debbo parole come l’ape deve miele al suo fiore.
Perchè t’amo caro, da sempre, prima dell’inferno prima del paradiso, prima ancora che io fossi buttata nell’argilla del mio pavido corpo.
Amore mio quanto pesante è adducerti il mio carro che io guido nel giorno dell’arsura alle tue mille bocche di ristoro!
Anima mia che metti le ali e sei un bruco possente ti fa meno male l’oblio che questo cerchio di velo.
E se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali.
John White Alexander - Donna col vestito rosso - 1900
By Tony Kospan
molto... assente...
| | |
|
|
|
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: "Il Signore regna!".
E' stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.
Buon Martedi
Enrico
|
|
|
Primer
Anterior
2 a 10 de 10
Siguiente
Último
|