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Respuesta  Mensaje 1 de 7 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN  (Mensaje original) Enviado: 19/09/2014 13:03
 

Amore di lontananza
Ricordo che, quand'ero nella casa
della mia mamma, in mezzo alla pianura,
avevo una finestra che guardava
sui prati; in fondo, l'argine boscoso
nascondeva il Ticino e, ancor più in fondo,
c'era una striscia scura di colline.
Io allora non avevo visto il mare
che una sol volta, ma ne conservavo
un'aspra nostalgia da innamorata.
Verso sera fissavo l'orizzonte;
socchiudevo un po' gli occhi; accarezzavo
i contorni e i colori tra le ciglia:
e la striscia dei colli si spianava,
tremula, azzurra: a me pareva il mare
e mi piaceva più del mare vero.
(Antonia Pozzi)
Annamaria


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Respuesta  Mensaje 2 de 7 en el tema 
De: Orso Tony Enviado: 24/09/2014 12:50
 
 
 
 
Franz Dvorak
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Il sogno è il nutrimento dell’anima,
come il cibo è quello del corpo.
Paulo Coelho
 



 
 
 
 


 
Franz Dvorak - La signora delle rose

 

 
 

 


A CLAIRE
Yvan Goll
 

Ti ho colta nei giardini di Efeso
La chioma crespa dei tuoi garofani
Il mazzo serale delle mani
 
Ti ho pescata nei laghi del sogno
Ti ho gettato il mio cuore per esca
Un pescatore sulle tue rive di salice
 
Ti ho trovata nell'aridità del deserto
Eri il mio ultimo albero
Eri l'ultimo frutto della mia anima
 
Dal tuo sonno ora sono avvinto
Profondamente immerso nel tuo riposo
Come la mandorla nel guscio notte-bruno
 
 
 
 
Franz Dvorak - Alle corse
 
 
 
 

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DA ORSO TONY
 



 
 
 
 
 
 

IL GRUPPO DI GOOGLE PLUS
DI POESIA E CULTURA
I N S I E M E
 
 
 
 

Respuesta  Mensaje 3 de 7 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 24/09/2014 12:55
 
 
Rompevo i giocattoli. Al momento di  riceverli guardavo con sospetto quegli
oggetti che dovevano appartenermi.  Non dava certo piacere a voi essere
ricambiati dalla mia diffidenza iniziale  anziché dalla gioia. L’emozione di
averli mi preoccupava più che  eccitarmi. Mi assicuravo dei miei diritti
chiedendo: è mio? Sì, lo era, ma non  aveva il senso che intendevo io,
perché era collegato alle solite  necessità e veniva dopo il non fare
chiasso, il non sporcarsi e negli orari  stabiliti. Era un mio a povere dosi, un
mio da bambini, mentre invece il  giocattolo mi faceva desiderare
un’immensa libertà in cui lo spazio per  giocare e il tempo che avrei trascorso
così, erano pure quelli miei, senza  confini. è mio?, chiedevo. “Sì, ma non
lo rompere.” Un Natale non me ne fu  comprato nessuno, perché avevo
continuato a romperli tutti, quelli  dell’anno prima. Vi eravate dispiaciuti
e me l’avevate detto che quell’anno  non me ne avreste comprati. Tu mi
rimproveravi lo spreco commesso di  fronte a tanti bambini che non ne
avevano nessuno. Oggi ripenso anche  ai sacrifici che facevate per
consentirvi quelle spese, anche se  non parlavate di problemi di soldi. Più
tardi, e molto, capii i vostri conti  striminziti che spremevate per
ricavare di che imbastire un Natale.  Ma da bambino non capivo quello che
dicevate. Il giocattolo era mio in un  modo che non sapevo dimostrare.
Aveva una sua durata nella quale  l’avrei conosciuto, maneggiato,
lasciato. Poi finiva. Avrei dovuto
riporlo in qualche posto, poi forse  l’avresti regalato a qualche altro
bambino come facevi con quelli della  sorellina. Avrei dovuto fare così, ma
mi restava invece una parte enorme  della sua durata che consisteva
nell’attimo della sua fine. Le cose  hanno un momento in cui sono
improvvisamente diverse. Un legno  appena spaccato, una pietra staccata
da un suo posto forse millenario: per  un momento solo hanno un volto
segreto conosciuto solo da chi è  testimone dell’improvviso
cambiamento. Per un solo momento  sono così, perché dopo un secondo
sono diventati vecchi di cento anni.  Accadde così anche all’universo,
dicono, che è invecchiato nei primi  secondi della sua formazione più che
nei miliardi di anni successivi. La  morte non è uguale per tutte le cose:
ci sono oggetti che cominciano a  invecchiare solo dopo aver
attraversato la morte. Un giocattolo  invecchia dopo che si è rotto, dopo
che è morto. Le cose hanno un volto segreto che
un bambino può scrutare. Rompevo il  giocattolo: non per la insignificante
curiosità di vedere cosa ci fosse  dentro, come fosse fatto, ma per
vedere l’attimo in cui era di colpo  disfatto, prima di perdersi
nell’indistinto dei suoi pezzi. Dura  poco il gioco. Sapevo che durava
quanto l’attimo in cui si sarebbe rotto,  o che quell’attimo valeva tutta la sua
durata precedente. Solo allora il gioco  era di chi l’aveva avuto in mano, solo
allora era mio del tutto. Solo in morte  la vita è interamente di chi l’ha
vissuta, e il possesso è senza  donatori, senza rimproveri.
Ti parlo, mamma, che sei così giovane  rispetto a me per una sera, di
quest’antico tuo regalo del quale mi  sembra di poter completare il
possesso proprio ora. è mia la vita  che mi desti? Stasera sì, è mia del
tutto.
Erri De Luca da "Non ora, non qui"
 
Annamaria

Respuesta  Mensaje 4 de 7 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 10/10/2014 13:36

Se non sentiamo, almeno una volta, che
 tutto è male e che il male è ciò che esiste,
 non sfioriamo, neppure per un attimo,
il problema con cui siamo chiamati a
confrontarci. Poiché il problema, infatti, è
tanto arduo e profondo da ammettere
soltanto una formulazione radicale.
Noi siamo dinanzi a un estremo e ciò che
ci riguarda è l'insolubile. Se questo estremo
non viene raggiunto dal pensiero, nulla più
 ci riguarda realmente. Se non pensiamo al
 male come a un che di irrimediabile, esso
diviene un momento della vita accanto a molti
altri. Un episodio destinato, presto o tardi, a
concludersi, un dolore cui segue un piacere
nel ritmo alterno dell'eterna vicenda entro cui
 si sviluppano gli eventi del mondo.
Ma che dire di un tale fenomeno? È ancora
male un male ridotto alle rassicuranti proporzioni
di quella misura entro la quale poniamo quanto
di solito ci accade?
Non si tratta di articolare una semplice domanda,
 ma di dare spazio al grido originario da cui essa
 sorge sempre e di nuovo e a cui richiede di
essere rimessa. L'irrimediabile suscita un simile
 grido. E d'altra parte, se si sente che non v'è
rimedio, si vive il male come un tutto.
Neppure l'ultima chance ci viene offerta; non ci
resta che il dolore di esistere.

Giorgio Franck

Annmaria

 

Respuesta  Mensaje 5 de 7 en el tema 
De: Orso Tony Enviado: 11/10/2014 11:12
 
 
 
 
Pierre-Auguste Renoir

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
A volte l’uomo inciampa nella verità,
ma nella maggior parte dei casi,
si rialza e continua per la sua strada
(W. Churchill)
 

 
 
 
 
 
 

Pierre-Auguste Renoir – Venezia
 
 
 
 
 

 PRESENZA

~J. W. Goethe~

 

Tutto è annuncio di te!

Appare il sole radioso, e tu dietro a lui, spero.

Esci fuori in giardino e sei rosa fra le rose,

e sei giglio fra i gigli.

Quando nel ballo ti muovi si muovono le stelle,

insieme e intorno a te.

Notte! E così sarebbe notte!

Tu superi lo splendore soave e seducente della luna.

Seducente e soave sei tu, e fiori,

luna e stelle a te s'inchinano, o sole!

Sole, sii anche per me artefice di giorni radiosi!

Questa è vita, è eternità.

 

 

 

Pierre-Auguste Renoir – Signorina con ombrellino giapponese

 

 

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a tutti da Tony Kospan

 

 

 

 

 

IL GRUPPO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE (IN SENSO LATO)

Ripped Note

 

Respuesta  Mensaje 6 de 7 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 11/10/2014 16:09

Un momento con Anna Maria D'Alo'

 
 
Le maschere che diventano calco del volto sono quelle che nascondono le ferite dell'anima

Il bene che fa più male è il male che si traveste da bene.


Non abbiamo un volto solo, ma portiamo  dentro di noi tutti i volti che ci hanno accompagnato lungo il nostro cammino, per essere ciò che ora siamo.

 

 
 

La vita è un insieme di attimi che si volatilizzano oltre gli specchi del nostro cammino, resta a noi cogliere l'attimo al volo e viverlo intensamente.

 

 
 

Nessuno può comprendere il tuo dolore, nessuno può provare a indossarlo, perché ogni sofferenza ha una propria taglia.
 Anna Maria D'Alò

 

 
 

Annamaria

 

Respuesta  Mensaje 7 de 7 en el tema 
De: Orso Tony Enviado: 14/10/2014 11:17
 
 
 
 
 Tiepolo
 
 
 
 
 
 
 
Nessun gesto di gentilezza,
per quanto piccolo,
è mai sprecato
Esopo

 
 
 
 
 
 
 Tiepolo - Pulcinella innamorato
 
 
 
 

 
QUI TI AMO
Pablo Neruda
 
Qui ti amo. Negli oscuri pini si districa il vento.
Brilla la luna sulle acque erranti.
Trascorrono giorni uguali che s'inseguono.
La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte stelle.
O la croce nera di una nave. Solo.
A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto. Qui ti amo.
Qui ti amo e invano l'orizzonte ti nasconde.
Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
che corrono per il mare verso dove non giungono.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
I moli sono più tristi quando attracca la sera.
La mia vita s'affatica invano affamata.
Amo ciò che non ho. Tu sei cosi distante.
La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.
Ma la notte giunge e incomincia a cantarmi.
La luna fa girare la sua pellicola di sogno.
Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
E poiché io ti amo, i pini nel vento vogliono cantare
il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.
 
 
 
 
 
Tiepolo - Alessandro Magno e Campaspe nello studio di Apelle. 1740
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
a tutti da Orso Tony
 
 
 
 
 
 

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