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De: MOTHERSIXTEN (Mensaje original) |
Enviado: 07/02/2015 05:30 |
LE LACRIME DEL CUORE
Abbiamo perso molte lacrime dal cuore, e se non stiamo attenti potremmo perderne ancora, sono difficili da comandare, diverse da quelle degli occhi. Le lacrime del cuore bruciano il petto, e quando quelle degli occhi smettono di uscire, le altre, continuano per giorni, e sai, fanno male perché anche loro hanno paura, così alcune tentano di aggrapparsi al cuore e lo graffiano, lasciando i segni della loro morte! Sono lacrime che dormono dentro di noi e non vorrebbero mai svegliarsi… Ma quante sono state le parole di chi amavi, che ti hanno urlato in silenzio? Le lacrime del cuore sentono tutto, anche le urla di chi non ti ha mai detto niente, sentono i pensieri di chi se ne andato, senza dire nulla, percepiscono i suoni di quelle parole dette senza gridare, ma che per loro, avevano un suono assordante! Svegliandole, e spingendole giù, mentre aprono i loro occhi spaventati che guardano il fosso della delusione, che le ammazzerà in pochi minuti. Tienile strette quelle rimaste dentro di te, rafforza il tuo cuore e proteggi, quelle lacrime che dormono felici dentro di lui, e prometti loro, che non permetterai ma più a nessuno, di svegliarle con le loro grida! (Ejay Ivan Lac)
Annamaria
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Eugene de Blaas
La vita senza allegria
è come una lampada senz'olio Walter Scott
Eugene de Blaas – Bellezze veneziane
AH SILENZIOSA ~ Pabblo Neruda ~
Bianca ape, ebbra di miele, ronzi nella mia anima e ti avvolgi in spirali lentissime di fumo. Io sono il disperato, la parola senz'eco, quegli che ha perso tutto, dopo aver tutto avuto. Sei la fune in cui cigola la mia ultima brama. Nel mio deserto vivi come l'ultima rosa.
Ah silenziosa!
Chiudi gli occhi profondi dove aleggia la notte. E denuda il tuo corpo di statua timorosa. Possiedi occhi profondi dove aleggia la notte, fresche braccia di fiori ed un grembo di rosa. I tuoi seni assomigliano alle conchiglie bianche. E sul tuo ventre dorme una farfalla d'ombra.
Ah silenziosa!
Con me è la solitudine da cui tu sei lontana. Piove. Il vento del mare caccia erranti gabbiani. L'acqua cammina scalza per le strade begnate. Le foglie di quell'albero gemono come infermi. Bianca ape assente, ancora ronzi nella mia anima. Risusciti nel tempo, sottile e silenziosa.
Ah silenziosa!
Eugene de Blaas – Raccoglitrici di cozze
a tutti da Orso Tony
LA TUA PAGINA DI SOGNO?
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Mai hai potuto pensare in bianco o nero, buoni o cattivi, Dio o Diavolo: ammetti che sempre, anche quando pareva il contrario, hai trovato nel nero il germe, il riflesso del suo contrario: perfino la tua crudeltà, quando sei stato crudele, non era soffusa di una certa tenerezza? Sai che ogni estremo contiene il proprio contrario: la crudeltà la tenerezza, la viltà il coraggio, la vita la morte: in qualche modo (quasi inconsciamente, per essere quello che sei, di dove sei e per quello che hai vissuto) sai tutto questo, perciò non potrai mai assomigliare a loro, che non lo sanno. Ti dispiace? Si, non è comodo, è fastidioso, è molto più comodo dire: qui sta il bene e lì sta il male. Il male. Tu non potrai definirlo mai. Forse perché noi, più indifesi, non vogliamo che si perda quella zona intermedia, ambigua, fra luce e ombra: quella zona dove possiamo trovare il perdono. Dove tu lo potrai trovare. Chi non sarà capace, in un solo momento della sua vita (come te) di incarnare nello stesso tempo il bene e il male, di lasciarsi guidare nello stesso tempo da due fili misteriosi, di colore diverso, che provengono dallo stesso gomitolo, affinché poi il filo bianco vada in su e il nero discenda e, ciò nonostante, tutti e due si ritrovino fra le tue dita? Non vorrai pensare a questo. Detesterai il tuo io perché te lo ricorda. Vorresti essere come loro e ora, da vecchio, quasi ci riesci. Quasi, però. Soltanto quasi. Tu stesso eviterai l’oblio: il tuo coraggio sarà fratello gemello della tua viltà, il tuo odio sarà figlio del tuo amore, tutta la tua vita avrà contenuto e promesso la tua morte: non sarai stato né buono né cattivo, né generoso né egoista, né fedele né traditore. Lascerai che gli altri rivelino le tue qualità e i tuoi difetti; però anche tu, come potrai negare che ognuna delle tue affermazioni negherà se stessa, che ognuna delle tue negazioni affermerà se stessa? Nessuno se ne renderà conto, eccetto te forse. La tua vita sarà intessuta con tutti i fili del telaio, come le vite di tutti Carlos Fuentes (La morte di Artemio Cruz)
Annamaria |
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Federico Andreotti
Innamoratevi. Almeno una volta nella vita, non importa per quanto, come o di chi, ma innamoratevi. è tutto un gran casino, ed è bellissimo. Charles Bukowski
Federico Andreotti - Il corteggiamento
NON LASCIARMI
Tagore
Non lasciarmi, non andartene,
perché scende la notte.
La strada è deserta e buia,
si perde tortuosa. La terra stanca
è tranquilla, come un cieco senza bastone.
Sembra che io abbia aspettato nel tempo
questo momento con te
così accendo la lampada
dopo averti donato fiori.
Con il mio amore ho raggiunto stasera
il limite del mare senza spiaggia,
per nuotarci dentro e perdermi in eterno.
Federico Andreotti - La lettura della poesia
a tutti da Orso Tony
LA TUA PAGINA CULTURALE E DI SOGNO
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Forti con tutti, invisibili a noi stessi… Il potere. Spesso lo usiamo per far sentire agli altri quanto valiamo, quanto siamo forti. Lo urliamo in faccia a chi amiamo, lo ostentiamo con chi vogliamo sfidare, lo imponiamo per farci ascoltare. Ce ne riempiamo le tasche e il portafoglio, lo trucchiamo sui nostri occhi, lo disegniamo con delle belle etichette, lo ticchettiamo con i nostri tacchi. E più beviamo alla fonte di questo potere, più la gola si asciuga, le labbra si seccano, la pelle si inaridisce, il cuore si screpola. Perché quando usiamo il potere personale per farci credere forti, siamo in realtà invisibili a noi stessi. Chiediamo all’altro: “ti prego, guardami. Osserva la mia forza” ma non sentiamo l’eco tornare indietro a questa frase. Un’eco che risuona nel vuoto dei nostri polmoni, che rimbomba nel silenzio del nostro cuore e dice: “Perché se tu riconosci la mia forza, allora forse anch’io potrò vederla”. Ciechi nel buio di noi stessi, fragili e con i pugni tesi, friabili e franosi come terra inaridita, quando usiamo il nostro potere per prevaricare, per sedurre, per ostentare, siamo in realtà nelle mani di un boia spietato. Il boia che uccide il sentimento per noi stessi, l’amore per ciò che siamo e non per ciò che vogliamo far credere di essere. Prima di preoccuparci di avere potere su gli altri, sarebbe meglio preoccuparci di avere potere su noi stessi. Quando siamo nel vero potere personale non abbiamo bisogno del riconoscimento degli altri. Siamo, punto. Essere nel nostro potere significa riconoscere una forza interiore che ci appartiene, una forza che basta a se stessa, che si nutre di se stessa, e che non cerca altro. Allora, oltre che essere nel nostro potere, siamo anche in potere di essere. Di essere liberi. dr. G.Alfredo Succi
Annamaria |
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Charles Edward Perugini - L'abito
Era di moda anni fa, farsi beffe dell'amore a prima vista come di una ridicola fantasia. Ma le persone che pensano e quelle che sentono profondamente hanno sempre affermato la sua esistenza. Edgar Allan Poe
Charles Edward Perugini - Giovani innamorati vicino al mare
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E’ OGGI
Pablo Neruda
E’ oggi: tutto l’ieri andò cadendo entro dita di luce e occhi di sogno, domani arriverà con passi verdi: nessuno arresta il fiume dell’aurora.
Nessuno arresta il fiume delle tue mani, gli occhi dei tuoi sogni, beneamata, sei tremito del tempo che trascorre tra luce verticale e sole cupo,
e il cielo chiude su te le sue ali portandoti, traendoti alle mie braccia con puntuale, misteriosa cortesia.
Per questo canto il giorno e la luna, il mare, il tempo, tutti i pianeti, la tua voce diurna e la tua pelle notturna
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Charles Edward Perugini - Dolce far niente
IL GRUPPO DI CHI AMA L'ARTE
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