Da più di un'ora il Gatto stava nel granaio a far la posta a un piccolo Topo appollaiato su di una trave del tetto. Finalmente, al corto di pazienza, fingendo una condiscendenza rara: _Sapresti dirmi_ incominciò_o caro Sorcio, quale distanza c'è tra te e il pavimento? Rispose l'interpellato: _Quanta ne occorre tra la tua felicità e la mia. Il Gatto incassò la risposta sagace, e poi, abbozzando un amabile sorriso che gli costò più di dieci giorni di digiuno, disse: _ Non comprendo la tua diffidenza nei miei riguardi; in fin dei conti è la prima volta che ci vediamo, ed io forse sono la prima creatura che ti ha sorriso. _Hai ragione; ma non c'è nulla al mondo che costi così poco come un sorriso che nasconde un'insidia. _La solita risposta dei diffidenti!_ ghignò tra se il Gatto. Concluse il Topo:_ Scansati un poco, che possa compensare con una lacrima il tuo sorriso. Se non mi sbaglio, sotto il tuo capo c'è una chiazza di sangue. La conosco; è di mia madre.
R. Ferrari
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