Con questo post desidero approfondire la conoscenza di questo poeta che,
nonostante la sua breve vita, a mio parere,
occupa un posto molto importante nella poesia del '900.
(Torino 19.12.1883 – Torino 9.8.1916)
Di famiglia “bene” (il padre era ingegnere e la madre figlia di un senatore) era il 4° di 5 figli.
Non fu affatto uno studente modello... anzi...
Allo studio scolastico preferiva le monellerie
e, più grandicello, presa in qualche modo la maturità,
iniziò a frequentare il circolo "La Società della cultura"
trascurando gli studi della facoltà di Giurisprudenza...
e diventò il capo di una matta banda di giovani "bene"
che ne combinavano di tutti i colori.
L'UOMO.. LE PASSIONI.. L'AMORE.. VILLA MELETO
ED ALCUNE POESIE
a cura di Tony Kospan
Il giovane Gozzano, col suo aspetto aristocratico
amò però frequentare attricette e "servette".
Dell'amatissima madre, attrice.. per un po'.. in gioventù, scrisse:
"Tu parlavi, Mamma: la melodia della
voce suscitava alla mia mente la visione
del tuo sogno perduto. Or ecco: ho
imprigionato il sogno con una sottile malia
di sillabe e di versi, te lo rendo perché tu
riviva le gioie della giovinezza."
L'UOMO
Di lui gli amici dicevano che avesse una voce bella, calda
e con lieve accento piemontese,
che gesticolasse con misura ed eleganza
che avesse un volto pallido con lineamenti marcati ma regolari,
che fosse magrissimo e di media statura
ed un avesse occhi leggermente azzurri e capelli pallidamente biondi.
Guido amava giocare con le parole ed anche prendersi in giro…
"Ma dunque esisto! O strano!
Vive tra il Tutto ed il Niente
questa cosa vivente
detta guidogozzano"
LA VILLA DI MELETO (IL SUO RIFUGIO) AD AGLIE’
Molto spesso si rifugiava nella villa di Agliè
dove, ormai paralizzata alle gambe, viveva sua madre...
Lì, in paese, tutti lo conoscevano e gli volevano bene.
Questa villa è stata da qualche anno restaurata con fatica
e con una costante ricerca di mobili e arredi originali e/o d'epoca
da Lilita Conrieri appassionata cultrice delle poesie di Gozzano.
Innanzitutto però fu salvata dalla demolizione
dal padre di Lilita comprandola... ed ora la figlia l'ha resa
un vero proprio piccolo museo dedicato al poeta.
Visitandola si ha quasi l'impressione di conoscere
"L'amica di nonna Speranza" una delle sue poesie più note
e di vivere le atmosfere crepuscolari amate da Guido.
L'AMORE (DIFFICILE) DELLA SUA VITA
Ecco come descrisse lui stesso la conoscenza della poetessa Amalia Guglieminetti
“Una volta, l’anno scorso, noi – Vallini Bassi Vugliano ed altri (amici del poeta n.t.k.) –
eravamo nella sala dei giornali, voi – sola – in quella delle riviste,
in piedi, eretta, sfogliando col braccio proteso le rassegne sul tavolo.
E fra di noi si dicevano più o meno queste cose:
- è bella.
- Sì, è bella!
- Ma scrive. [...]
- è una Signorina per bene e di ottimo casato...
- Già, dicono che sia per bene.
- è, è: questo ve lo garantisco: conosco la famiglia.
- Che peccato!
- Che cosa?
- Che sia Signorina.
- E che sia per bene.
- Che peccato: è proprio bella!
- Fosse almeno analfabeta.
- Ma scrive!”
(da una lettera ad Amalia Guglielminetti, 10 giugno 1907)
Il loro amore però dopo un po' divenne conflittuale
ed il poeta si tirò indietro (con gran dolore di Amalia).
Ciononostante la loro amicizia non terminò mai
e durò tutta la (breve) vita di Guido.
I SUOI HOBBY
Ebbe 2 grandi passioni le farfalle e la bicicletta con la quale fece lunghi viaggi...
LA POETICA CREPUSCOLARE
La sua è una poetica che rompe gli schemi del tempo
contestando la teatrale scenografia di D'Annunzio,
mito del suo tempo, ed essendo conscio del suo incerto futuro,
si rifugia in una ribellione letteraria dolce e malinconica...
ALCUNE POESIE
AD UN'IGNOTA
Tutto ignoro di te: nome, cognome,
l'occhio, il sorriso, la parola, il gesto;
e sapere non voglio, e non ho chiesto
il colore nemmen delle tue chiome.
... Ma so che vivi nel silenzio;
come care ti sono le mie rime:
questo ti fa sorella nel mio sogno mesto,
o amica senza volto e senza nome.
Fuori del sogno fatto di rimpianto
forse non mai, non mai c'incontreremo,
forse non ti vedrò, non mi vedrai.
Ma più di quella che ci siede accanto
cara è l'amica che non mai vedremo;
supremo è il bene che non giunge mai!
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L'ASSENZA
Un bacio. Ed è lungi. Dispare
giù in fondo, là dove si perde
la strada boschiva, che pare
un gran corridoio nel verde.
Risalgo qui dove dianzi
vestiva il bell'abito grigio:
rivedo l'uncino, i romanzi
ed ogni sottile vestigio...
Mi piego al balcone. Abbandono
la gota sopra la ringhiera.
E non sono triste. Non sono
più triste. Ritorna stasera.
E intorno declina l'estate.
E sopra un geranio vermiglio,
fremendo le ali caudate
si libra un enorme Papilio...
L'azzurro infinito del giorno
è come seta ben tesa;
ma sulla serena distesa
la luna già pensa al ritorno.
Lo stagno risplende. Si tace
la rana. Ma guizza un bagliore
d'acceso smeraldo, di brace
azzurra: il martin pescatore.
E non son triste. Ma sono
stupito se guardo il giardino
stupito di che? non mi sono
sentito mai tanto bambino...
Stupito di che? Delle cose.
I fiori mi paiono strani:
Ci sono pur sempre le rose,
ci sono pur sempre i gerani...
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LA MEDICINA
Non so che triste affanno mi consumi:
sono malato e nei miei dì peggiori...
Tra i balaustri il mar scintilla fuori
la zona dei palmeti e degli agrumi.
Ah! Se voi foste qui, tra questi fiori,
amica! O bella voce tra i profumi!
Se recaste con voi tutti i volumi
di tutti i nostri dolci ingannatori!
Mi direste il Congedo, oppur la Morte
del cervo, oppure la Sementa... E queste
bellezze, più che l'aria e più che il sole,
mi farebbero ancora sano e forte!
E guarirei: Voi mi risanereste
con la grande virtù delle parole!
F I N E