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De: Orso Tony  (Mensaje original) Enviado: 04/08/2017 01:29









Con questo post desidero approfondire la conoscenza di questo poeta che,


nonostante la sua breve vita, a mio parere,


occupa un posto molto importante nella poesia del '900.





(Torino 19.12.1883 – Torino 9.8.1916)



Di famiglia “bene” (il padre era ingegnere e la madre figlia di un senatore) era il 4° di 5 figli.


Non fu affatto uno studente modello... anzi...


Allo studio scolastico preferiva le monellerie

e, più grandicello, presa in qualche modo la maturità,

iniziò a frequentare il circolo "La Società della cultura"

trascurando gli studi della facoltà di Giurisprudenza...

e diventò il capo di una matta banda di giovani "bene"

che ne combinavano di tutti i colori.






L'UOMO.. LE PASSIONI.. L'AMORE.. VILLA MELETO

ED ALCUNE POESIE

a cura di Tony Kospan



Il giovane Gozzano, col suo aspetto aristocratico

amò però frequentare attricette e "servette".


Dell'amatissima madre, attrice.. per un po'.. in gioventù, scrisse:


"Tu parlavi, Mamma: la melodia della

voce suscitava alla mia mente la visione

del tuo sogno perduto. Or ecco: ho

imprigionato il sogno con una sottile malia

di sillabe e di versi, te lo rendo perché tu

riviva le gioie della giovinezza."







L'UOMO


Di lui gli amici dicevano che avesse una voce bella, calda

e con lieve accento piemontese,

che gesticolasse con misura ed eleganza

che avesse un volto pallido con lineamenti marcati ma regolari,

che fosse magrissimo e di media statura

ed un avesse occhi leggermente azzurri e capelli pallidamente biondi.

Guido amava giocare con le parole ed anche prendersi in giro…


"Ma dunque esisto! O strano!

Vive tra il Tutto ed il Niente

questa cosa vivente

detta guidogozzano"







LA VILLA DI MELETO (IL SUO RIFUGIO) AD AGLIE’



Molto spesso si rifugiava nella villa di Agliè

dove, ormai paralizzata alle gambe, viveva sua madre...


Lì, in paese, tutti lo conoscevano e gli volevano bene.


Questa villa è stata da qualche anno restaurata con fatica

e con una costante ricerca di mobili e arredi originali e/o d'epoca

da Lilita Conrieri appassionata cultrice delle poesie di Gozzano.







Innanzitutto però fu salvata dalla demolizione

dal padre di Lilita comprandola... ed ora la figlia l'ha resa

un vero proprio piccolo museo dedicato al poeta.


Visitandola si ha quasi l'impressione di conoscere

"L'amica di nonna Speranza" una delle sue poesie più note

e di vivere le atmosfere crepuscolari amate da Guido.









L'AMORE (DIFFICILE) DELLA SUA VITA


Ecco come descrisse lui stesso la conoscenza della poetessa Amalia Guglieminetti


Una volta, l’anno scorso, noi – Vallini Bassi Vugliano ed altri (amici del poeta n.t.k.) –

eravamo nella sala dei giornali, voi – sola – in quella delle riviste,

in piedi, eretta, sfogliando col braccio proteso le rassegne sul tavolo.

E fra di noi si dicevano più o meno queste cose:

- è bella.

- Sì, è bella!

- Ma scrive. [...]

- è una Signorina per bene e di ottimo casato...

- Già, dicono che sia per bene.

- è, è: questo ve lo garantisco: conosco la famiglia.

- Che peccato!

- Che cosa?

- Che sia Signorina.

- E che sia per bene.

- Che peccato: è proprio bella!

- Fosse almeno analfabeta.

- Ma scrive!”


(da una lettera ad Amalia Guglielminetti, 10 giugno 1907)





Il loro amore però dopo un po' divenne conflittuale

ed il poeta si tirò indietro (con gran dolore di Amalia).


Ciononostante la loro amicizia non terminò mai

e durò tutta la (breve) vita di Guido.







I SUOI HOBBY


Ebbe 2 grandi passioni le farfalle e la bicicletta con la quale fece lunghi viaggi...









LA POETICA CREPUSCOLARE


La sua è una poetica che rompe gli schemi del tempo

contestando la teatrale scenografia di D'Annunzio,

mito del suo tempo, ed essendo conscio del suo incerto futuro,

si rifugia in una ribellione letteraria dolce e malinconica...






ALCUNE POESIE








AD UN'IGNOTA


Tutto ignoro di te: nome, cognome,

l'occhio, il sorriso, la parola, il gesto;

e sapere non voglio, e non ho chiesto

il colore nemmen delle tue chiome.

... Ma so che vivi nel silenzio;

come care ti sono le mie rime:

questo ti fa sorella nel mio sogno mesto,

o amica senza volto e senza nome.

Fuori del sogno fatto di rimpianto

forse non mai, non mai c'incontreremo,

forse non ti vedrò, non mi vedrai.

Ma più di quella che ci siede accanto

cara è l'amica che non mai vedremo;

supremo è il bene che non giunge mai!


*******


L'ASSENZA


Un bacio. Ed è lungi. Dispare

giù in fondo, là dove si perde

la strada boschiva, che pare

un gran corridoio nel verde.

Risalgo qui dove dianzi

vestiva il bell'abito grigio:

rivedo l'uncino, i romanzi

ed ogni sottile vestigio...

Mi piego al balcone. Abbandono

la gota sopra la ringhiera.

E non sono triste. Non sono

più triste. Ritorna stasera.

E intorno declina l'estate.

E sopra un geranio vermiglio,

fremendo le ali caudate

si libra un enorme Papilio...

L'azzurro infinito del giorno

è come seta ben tesa;

ma sulla serena distesa

la luna già pensa al ritorno.

Lo stagno risplende. Si tace

la rana. Ma guizza un bagliore

d'acceso smeraldo, di brace

azzurra: il martin pescatore.

E non son triste. Ma sono

stupito se guardo il giardino

stupito di che? non mi sono

sentito mai tanto bambino...

Stupito di che? Delle cose.

I fiori mi paiono strani:

Ci sono pur sempre le rose,

ci sono pur sempre i gerani...



*******



LA MEDICINA


Non so che triste affanno mi consumi:

sono malato e nei miei dì peggiori...

Tra i balaustri il mar scintilla fuori

la zona dei palmeti e degli agrumi.

Ah! Se voi foste qui, tra questi fiori,

amica! O bella voce tra i profumi!

Se recaste con voi tutti i volumi

di tutti i nostri dolci ingannatori!

Mi direste il Congedo, oppur la Morte

del cervo, oppure la Sementa... E queste

bellezze, più che l'aria e più che il sole,

mi farebbero ancora sano e forte!

E guarirei: Voi mi risanereste

con la grande virtù delle parole!



F I N E








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