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ARCHEOLOGIA: LA VENERE LANDOLINA
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Respuesta  Mensaje 1 de 1 en el tema 
De: Tony Kospan  (Mensaje original) Enviado: 29/12/2017 18:27
 
 

La sensualità espressa nella resa del corpo che ce lo fa apparire… vivo e reale,
grazie anche all'abile effetto chiaroscurale delle singole parti della scultura,
fa apparire la Venere Landolina più una donna vera che una dea.

Conosciamola!


 
LA VENERE LANDOLINA
 
 
 
 
 

LA SCULTURA…
LA STORIA… IL RITROVAMENTO
E LE PAROLE DI UNO SCRITTORE… INNAMORATO

 
 
 
 
 
 
 
 
 

LA VENERE LANDOLINA

 
 
 
La Venere Landolina è una scultura marmorea appartenente alla serie di Afrodite “Pudica” in marmo pario copia romana di un originale greco della prima metà del I secolo a.C., ed è conservata nel Museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa.(wikipedia con aggiunte)
 
 
 
 
 

 

 
 
 
E' molto nota per alcune caratteristiche che la rendono quasi unica nel panorama delle sculture dell'antichità… e per questo è molto amata ed attira visitatori da ogni dove…
 
Ci sono diverse altre copie di svariate epoche di “Afrodite pudica“, sparse nei musei, come ad. es. questa situata nei Musei Capitolini





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La dea è raffigurata mentre sta per denudarsi prima del bagno.
Il nudo opulento e sensuale è messo in risalto dal ricco panneggio e dal gesto pudico della mano che copre il pube.
La statua è acefala e priva dell'avambraccio destro, che originariamente copriva il seno.
A sinistra della figura c'è un delfino acefalo che evoca le acque marine da cui nacque Afrodite.
L'originale fu realizzato probabilmente da scultori greci della scuola rodio-asiatica o scolpito da maestranze greche nella stessa città di Siracusa.







La statua dell’Afrodite fu rinvenuta a Siracusa nell'Orto Bonavia, poi Giardino Spagna, il 7 gennaio 1804 da Saverio Landolina, Regio Custode delle Antichità di Val Demone e Val di Noto. (dal sito Siracusani famosi).
 
Questo spiega con chiarezza il perché del nome “Landolina“…
 
 
 
 
 

Saverio Landolina

 

 

Bella anche quest'altra lettura dell'opera…
 
Pudica perché colta nell'atto di coprirsi, ma anche sfacciatamente seduttiva per l'aprirsi al vento della veste e per la fremente verità del suo corpo di donna, la Venere Landolina di Siracusa racconta la metamorfosi dell'immagine distante di una dea nelle forme attraenti della natura femminile. (Roberta Schenal*)
 
*esperta d'arte antica ed in particolare di opere della Magna grecia.

 
 
 
 

 
 
 
 

Ma veniamo ora alla descrizione che ci dona lo scrittore Guy de Maupassant (Tourville-sur-Arques 5 agosto 1850 – Parigi 6 luglio 1893) scrittore, drammaturgo e poeta francese, nonché gran viaggiatore ed uno dei padri del racconto moderno che ne era profondamente “innamorato
« Fu probabilmente lei che mi decise ad intraprendere il viaggio; parlavo di lei e la sognavo in ogni istante, prima ancora di averla vista. […] è la donna così com’è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. […]. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. » (GdM – wikipedia).

Leggiamo ora il brano in cui il grande scrittore racconta l'incontro con questa stupenda scultura.
 
 
 
 

 

 

 

VENERE LANDOLINA O ANADIOMENE

Guy de Maupassant

 

 

Varcando la soglia del museo, la scorsi in fondo una sala, bella come l'avevo immaginata. Le manca la testa, non possiede un braccio; eppure, giammai una figura umana mi è apparsa più stupenda e fascinosa. Non è affatto la donna dei poeti, la donna favoleggiata, la donna divina e maestosa, come la Venere di Milo, è la donna tale come è, come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. E' prosperosa, col seno florido, l'anca robusta e la gamba vigorosa; è una Venere carnale che quando la si vede , in piedi, è naturale immaginarla coricata. Il braccio perduto celava i seni; con la mano rimasta solleva un panno col quale copre, con grazia, i fascini più intimi. Tutto il corpo è fatto, ideato, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi confluiscono, tutto il pensiero vi concorre. Questo gesto semplice e naturale, pregno di pudore e di sensualità, che nasconde e mostra, che vela e svela,che attrae e allontana, sembra definire tutti i caratteri della donna sulla terra.

Il marmo è vivo. ……. La Venere di Siracusa è una donna, ed è pure il simbolo della carne……..è l'espressione perfetta della bellezza esuberante, sana e semplice……Non ha la testa! E che importa? Il simbolo ne è uscito più completo. E' un corpo di donna che esprime tutta la reale poesia della carezza……La figura di marmo che ho veduto a Siracusa è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico: è la donna che copre e rivela a un tempo lo stupefacente mistero della vita.

 
 
 
 
 
Guy de Maupassant
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

fonti: vari siti web indicati – ricerche coordinam. e impaginaz. t.k





Foto Giovanni Dall'Orto (partic.)
 
 
 
 


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