E' possibile entrare.. sostare.. e addirittura vivere in un'opera d'arte?
No certo! Ed invece sì.
Ecco allora la storia e le immagini del “Quartiere Pappagallo”
di Drachten in Olanda.
LA STORIA
Nel 1921 l'architetto e pittore Theo Van Doesburg realizzò la pittura delle pareti interne ed esterne di 16 case a schiera progettate dall'architetto Cees Rienks de Boer destinate alla classe media della cittadina olandese Drachten sulla falsariga dei coloratissimi dipinti di Mondrian.
Ma già mentre era in corso la loro costruzione sorsero dissidi tra i due in quanto l'architetto avrebbe voluto che il colore di base degli esterni fosse bianco per meglio esaltare i colori delle porte e delle finestre ed a questo si opponeva il de Boer.
La vetrata di una finestra disegnata da Theo Van Doesburg
Prevalse la tesi più tradizionale… ma ciononostante le case, per i loro particolari colori, furono oggetto di grande ilarità da parte dei cittadini che le definirono “Case pappagallo“.
Addirittura intervenne poi il Comune che provvide a ridipingere le case a proprie spese e così esse divennero anonime come le altre case della cittadina.
Dipinto di Mondrian
Il loro autore, Theo Van Doesburg, si era rifatto ai principi del Neoplasticismo… che aveva elaborato a partire dal 1917 (e quindi quest'anno è il centenario della sua fondazione) con Mondrian nella rivista De Stijl.
Il principio basilare di questa corrente, descritto nel Manifesto pubblicato sull'anzidetta rivista, era quello di esaltare l'arte plastica e di annullare ogni forma naturale in quanto essa, a loro dire, impediva una reale elaborazione artistica.
IL QUARTIERE PAPPAGALLO ORA
Negli ultimi tempi gli abitanti di queste case, con la collaborazione del Museo olandese Dr8888, hanno deciso di riprendere i colori gialli, rossi e blu dei disegni originali.
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Ora quindi le case sono tornate allo stile ed ai colori del Neoplasticismo e dunque i loro abitanti vivono in queste autentiche opere d'arte.
Una di esse è visitabile 2 volte la settimana ed una sala da pranzo è stata perfettamente ricostruita ed allestita nel suddetto Museo.
E' da aggiungere che non solo gli interni e le facciate sono coloratissimi ma anche le parti esterne…
Un altro interno di una “casa pappagallo”.
Tony Kospan
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