Una breve biografia...
un'ampia carrellata di sorprendenti opere
ed un'analisi della sua arte fantastica ed unica.
L’originalissimo artista milanese creava infatti
i suoi ritratti con frutta, fiori, rami, conchiglie e pesci
e, pur con pochissimi (ma notissimi) dipinti,
ha un suo preciso posto nella storia dell’arte.
Arcimboldo (Milano 5 aprile 1526 – Milano 11 luglio 1593)
ARCIMBOLDO
IL GENIO DELL'ARTE DELLA MERAVIGLIA
Flora
BREVE BIOGRAFIA
Arcimboldo nacque a Milano nel 1527
Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.
E’ ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe si firmava in modo diverso di volta in volta.
L’origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno al cui seguito c’era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.
Il precoce contatto di Giuseppe con l’arte e la letteratura fu favorito dall’amicizia del padre con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci anche se non è documentato un contatto diretto con i due artisti.
In ogni modo grazie al Luini Arcimboldo ebbe l’opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.
Arcimboldo coltivò contatti anche con filosofi e altri scienziati dell’epoca e debuttò come pittore nel 1549 a soli 22 anni come aiutante del padre presso il Duomo di Milano per alcuni disegni per le vetrate.
Molti lo conoscono per le sue raffigurazioni di volti formati dagli oggetti più disparati come animali piante libri e altro ma presso la corte dell’imperatore Ferdinando I d’Austria dove visse per ben 25 anni fu molto ben veduto e ben pagato anche per molte sue altre invenzioni come giostre giochi e decorazioni per matrimoni e altre feste
Morì nel 1593 a Milano.
ECCO ALCUNE TRA LE OPERE PIU’ NOTE
Come si può vedere qui di seguito...
esse sono spesso... in serie...
LE 4 STAGIONI
L’autunno
L’inverno
La primavera
L’estate
I 4 ELEMENTI
Aria (1566)
Fuoco (1566)
Terra (1570)
Acqua (1566)
UN’ANALISI DELLA SUA OPERA
Grazie a pochissimi quadri conosciuti da tutti, soprattutto attraverso ogni sorta di riproduzioni e rielaborazioni utilizzate nei contesti più diversi compresa la pubblicità, Arcimboldo è oggi sicuramente uno degli artisti più famosi della storia dell’arte.
L’aggettivo «arcimboldesco» è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, fantastico, sorprendente, immaginifico, surreale.
Il «segreto» dello straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie, o oggetti vari) sta nell’ambiguo e affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.
Tutto dipende dalla distanza da cui si osservano queste opere.
Bibliotecario
L'ortolano
A uno sguardo ravvicinato si è colpiti dalla brulicante e formicolante presenza di innumerevoli elementi dipinti con estrema precisione naturalistica, mentre da una prospettiva più distante il tutto si ricompatta per formare l’immagine strana ma assolutamente verosimigliante di teste (o più precisamente di mezzi busti) anche con accentuate connotazioni espressive, sia pure al limite del grottesco.
L’effetto paradossale e ambivalente (percettivamente reversibile) mette in gioco nel modo più spettacolare e intrigante, all’interno stesso del dipinto, una dialettica fra realtà e rappresentazione, fra mimesi e apparenza illusoria.
Il Giurista
A questo livello di fruizione della «magia» della pittura si ferma lo sguardo del grande pubblico, poco interessato, per lo più, a interpretazioni più complesse di ordine simbolico e allegorico legato al contesto storico culturale dell’epoca dell’artista.
In ogni caso si tratta di qualcosa di fondamentale, e perciò sempre attuale.
L’analisi dell’attualità dell’«Effetto Arcimboldo» che continua giustamente ad avere un enorme successo documenta l’influenza dell’opera dell’artista sulle generazioni seguenti, ma soprattutto sull’arte d’avanguardia ed in particolare su quella dadaista e surrealista.
Francesco Poli
Eva e la mela
UN PERSONALE PARERE
La sua arte bizzarra non ha alcun riferimento con la pittura del '500.
Alcuni vedono nella sua opera un'anticipazione del surrealismo ma la sua arte è animata da un vero piacere per il gioco caricaturale e scherzoso con cui viene presa in giro la realtà... ma, a mio parere, in questo gioco il nostro mostra vera genialità se ancor oggi le immagini delle sue opere destano stupore e sono amatissime e ricercatissime nel web.
Allegoria dell'estate
Testi coordinato da vari siti web – impaginazione.. aggiunte e rielaborazione by Tony Kospan
Ciao da Tony Kospan
IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE
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Rodolfo II in veste di Vertunno