Molto bella e simpatica è questa leggenda, di autore anonimo,
che ci parla di uno dei frutti più dolci ed amati
e che è anche uno dei simboli dell'autunno...
LA LEGGENDA DELL'UVA
Moltissimi anni fa la vite non produceva grappoli d’uva.
Era una pianta ornamentale, come tante altre.
Al centro di un piccolo orto cresceva una bella vite, di rami e di foglie.
Questa magnifica pianta riceveva in abbondanza la luce del sole e ne traeva un grande beneficio.
I rami della vite si allungavano sempre di più sopra i seminati dell’orticello e li coprivano con la loro ombra.
L’ ortolano si preoccupava: "Anche le piantine hanno bisogno di sole" diceva tra sé "è necessario che io poti la vite".
In un giorno grigio e nuvoloso, l’ortolano tagliò con energia i rami più lunghi della bella pianta ornamentale e tolse le foglie più grandi dagli altri rami.
La vite pianse e ne soffrì.
Quando scese la sera, un usignolo si posò delicatamente sopra un ramo della vite e cominciò a cantare per confortarla.
Il canto era così dolce, che la pianta provò una sensazione di benessere.
Le sue lacrime si impregnarono di dolcezza e rimasero lì, sui rami, come piccole perle.
La notte lentamente si dileguò.
All’apparire del giorno, il sole avvolse la vita con i suoi rami tenui e tiepidi.
Allora, come per incanto, la pianta sentì scorrere in sé una linfa nuova.
Le sue lacrime, belle come perle, cominciarono a trasformarsi in piccoli frutti: i primi chicchi d’uva.
Un venticello scherzoso passò rapidamente tra i rami della vite e riunì i chicchi d’uva in grappoli, più o meno grandi.
Il sole a poco a poco li maturò.
La vite era diventata una pianta da frutti.
I suoi chicchi, simili a perle, avevano la dolcezza del canto dell'usignolo e il colore dorato del sole.
Il testo è presente in vari siti web
Impaginazione T. K.