UN DIPINTO... UNA STORIA
a cura di Tony Kospan
Questo dipinto di un pittore olandese de del '600 va al di là, molto al di là, di quello che lo stesso artista aveva in mente.
Vediamo perché e cosa nasconde.
L'opera, "L'elemosina" di Jacob Ochtervelt, non era stata creata per fare una critica sociale o satirica della prosopopea e dell'arroganza della ricchezza
anzi voleva forse esaltare la bontà dei committenti.
La carità, era una virtù molto sentita nel mondo protestante del '600 ed è questo il significato, che definirei apparente, del dipinto.
IL DIPINTO
Osserviamo la scena che possiamo dividere in 2 parti.
Nell'ampia parte destra vediamo in primo piano una bimba, seguita dalla governante, che sembra guardarci come per dire "guardate come sono brava" mentre dà una monetina, un cane che abbaia alle persone fuori la porta, una casa bellissima con pavimenti pulitissimi e perfetti e dipinti alle pareti, e sullo sfondo i suoi genitori che osservano da lontano con orgoglio.
Da notare la differenza tra l'enorme medaglione della bimba ed il soldino che viene elargito senza nemmeno guardare a chi lo offre.
Nella parte sinistra invece un bambino, vestito di cenci e forse coetaneo dell'agghindatissima bimba, tende il suo logoro cappello per ricevere l'elemosina.
Dietro il ragazzo una madre povera e piena di vergogna che con i seni scoperti allatta un bimbo di pochi mesi... e si intravedono altri figli da mantenere.
I COLORI
Ecco che, nonostante l'intento di esaltare la bellezza della casa e di chi dona, il pittore non riesce a non dare a loro una luce fredda, distaccata, quasi inumana... mentre poi avvolge di colori caldi, morbidi e vivi il bambino povero e la sua famiglia.
IL SIGNIFICATO (DA BRIVIDI) CHE PERCEPIAMO
In effetti quel che ci dice il dipinto è che questa non è carità, ma elemosina.
I ricchi infatti non stanno aiutando davvero questi poveri ma stanno solo esibendo la loro potenza e la loro superiorità economica elargendo, quasi con disprezzo, un misero soldino ad una famiglia in grossa difficoltà.
Il pittore quindi, forse senza volerlo, è costretto ad esaltare l'umanità di questi poveri ed a rivelare il gelo dei sentimenti di questi ricchi.
Fonte: Tommaso Montanari - "Il Venerdì" di Repubblica
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