QUANDO UN TITOLO (CAMBIATO) RIESCE A SALVARE UN'OPERA D'ARTE!
Cena in casa di Levi
Manca nella storia dell'arte uno studio completo sui titoli nelle arti figurative ma sappiamo che esso è stato spesso molto importante.
Ora esamineremo un caso in cui il titolo è diventato un aspetto essenziale dell'opera.
Il nano e il pappagallo
Nel 1573 Paolo Veronese completò una nuova “Ultima Cena”, secondo il suo consueto stile, per il convento domenicano dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia.
Appena completata l'opera, Paolo Veronese si vide comvocato e interrogato dall'Inquisizione per aver mostrato delle immagini profane e non decorose nel suo dipinto.
La scimmia
Ricordiamo che si era da pochi anni concluso il Concilio di Trento che aveva dettato norme stringenti sulle immagini destinate ai luoghi sacri.
Egli si difese parlando della libertà degli artisti: ”Noi pittori ci pigliamo licenza, che si pigliano i poeti e i matti” -
La guardia che mangia e beve
Accennò anche al "Giudizio Finale" dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina dove appaiono chiaramente perfino molte nudità senza che il Pontefice all'epoca dicesse nulla.
Ma l'Inquisizione non volle sentire ragioni,
Allora, con una trovata geniale, Paolo Veronese decise di cambiare il titolo in "Cena in casa di Levi".
Non era più la cena sacra dell'origine dell'Eucarestia ma un allegro banchetto in onore di Gesù offerto da Levi (San Matteo) che, essendo ricco, poteva avere i servi, buffoni, nani, cani e tutti quel che appariva nel dipinto.
Potenza di un titolo!
L'opera: Paolo Veronese - Cena in casa di Levi - Venezia - Galleria dell'Accademia
Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L'ARTE…
I N S I E M E
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