Marco Biagi (Enzo Marco Biagi)
è stato uno dei giornalisti più noti del XX secolo
nonché scrittore e conduttore televisivo.
(Pianaccio di Lizzano in Belvedere 9.8.1920 – Milano 6.11.2007)
Lunghissimo sarebbe ricordare tutta la sua carriera
sia nei giornali che in Rai dove giunse
a fare il direttore del Telegiornale...
In RAI non si contano le lotte che dovette fare
per mantenere una linea informativa limpida
date le enormi pressioni che fu costretto a subire
e di cui troviamo chiara traccia in questa dichiarazione:
«Ero l'uomo sbagliato al posto sbagliato:
non sapevo tenere gli equilibri politici,
anzi proprio non mi interessavano
e non amavo stare al telefono con onorevoli [...]
Volevo fare un telegiornale in cui ci fosse tutto,
che fosse più vicino alla gente,
che fosse al servizio del pubblico non [...] dei politici»
Qui con l'Avvocato Agnelli
Questa poi fu sempre la sua linea editoriale
anche nella direzione del Resto del Carlino
ed in tutta la sua attività di giornalista
attirando su di sé enormi consensi ma anche feroci
e, a mio parere, pretestuose critiche.
Qui con la moglie
Tornato in RAI negli ultimi anni come commentatore politico
e come autore di servizi giornalistici di grande successo
dovette subire però il famoso ostracismo politico
con il cosiddetto "Editto Bulgaro".
L'ho sempre stimato ed ammirato sia per la chiarezza
con la quale esponeva il suo pensiero
che per la grande limpidezza morale ed è questo
il suo maggior lascito alle nuove generazioni di giornalisti.
Lascito però che ahimè ancora non vedo raccolto...
da nessuno.
Qui con Celentano
Penso che dai pensieri che seguono
possa apparire luminoso e chiaro il suo mondo interiore
e meglio di qualunque altra parola
essi possano aiutarci a ricordarlo ed a omaggiarlo.
"Ho sempre sognato di fare il giornalista, lo scrissi anche in un tema alle medie: lo immaginavo come un 'vendicatore' capace di riparare torti e ingiustizie, ero convinto che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo".
“I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?”
“Le verità che contano, i grandi principi, alla fine, restano sempre due o tre. Sono quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino.”
“è difficile non desiderare la donna d'altri, dato che quelle di nessuno, di solito, sono poco attraenti.”
“Cara Italia, perché giusto o sbagliato che sia questo è il mio paese con le sue grandi qualità ed i suoi grandi difetti.”
“Credo che la libertà sia uno dei beni che gli uomini dovrebbero apprezzare di più. La libertà è come la poesia: non deve avere aggettivi, è libertà.”
“L'uomo, qualche volta, è come le scimmie: ha il gusto dell'imitazione.”
“La mia generazione trovava eccitante leggere un'edizione della Divina Commedia con le illustrazioni del Doré. Adesso sui muri c'è scritto Culo basso bye bye. Capisce che è un po' diverso?”
“La società è permissiva nelle cose che non costano nulla.”
“Sono un giornalista che ricorre, con una certa frequenza, alle citazioni, perché ho memoria e perché ho bisogno di appoggi: c'è qualcuno al mondo che la pensava, o la pensa, come me.”
F I N E
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